il penultimo misterioso effetto serra: il diluvio. 26 novembre 2007 – cor-pus 416 [err. 420] – 877

Montag, 26. Nov, 2007 – 19:13:15

la penultima volta che sulla terra si verificò un effetto serra simile a quello attuale fu nel 6.000 a.C. circa.

la cosa strana è che che non c’erano emissioni di anidride carbonica di origine umana nell’atmosfera così massicce come quelle attuali a giustificarlo.

ciononostante le temperature si alzarono nettamente e con loro il tasso di anidride carbonica nell’aria.

(chi è interessato solo alle ultime scoperte sul diluvio e poco affascinato da una pedante analisi delle incerte prospettive del pianeta, a questo punto salti pure il resto del post e passi a leggere dopo l’immagine, verso la fine del post).

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beh, la sensazione naturale che si ha è che nel ciclo NATURALE del clima terrestre le variazioni della temperatura terrestre PROVOCHINO le variazioni del tasso di anidride carbonica, piuttosto che viceversa, anche se poi un tasso più elevato di anidride carbonica mantiene le temperature più elevate.

osservate con me questi due grafici che ho già pubblicato un’altra volta nel blog, che prendono come punto di riferimento per le temperature il 1950.

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osservate in particolare quello che avvenne 410 milioni di anni fa sulla terra (proprio all’inizio di due grafici): le temperature calavano, ma inizialmente il tasso di anidride carbonica, per qualche centinaio di anni, continuò a salire; solo più tardi il tasso di anidride carboina si adeguò alla diminuzione delle temperature, ma sempre manentendosi più elevato di quanto una correlazione pura avrebbe comportato.

ora questi due grafici ci dicono anche che la quantità di anidride carbonica disciolta nell’aria negli ultimi 400 anni ha oscillato fra 190 parti per milione (190 grammi di anindride carbonica per ogni tonnellata d’aria, in periodi in cui le temperature erano 8 gradi più basse di oggi, e 290 parti per milione, 100 in più, con temperature più alte di 2 gradi di quelle del 1950.

beh, qui, andando a spanne, risulta che ogni 10 grammi in più di anidride carbonica disciolta nell’aria, le temperature aumentano di un grado circa; o meglio che nel ciclo naturale, temperature più alte di un grado provocano corrispondono a un aumento della concentrazione di anidride carbonica nell’aria pari a 10 grammi per ogni tonnellata d’aria.

in questo momento il tasso di anidride carbonica nell’aria è pari a 380 parti per milione, cioè al doppio esatto della concentrazione esistente al culmine delle diverse ere glaciali.

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scusate se sono grossolano: questo significa che, restando così la situazione per un tempo sufficiente, le temperature dovrebbero aumentare di 9 gradi rispetto a quelle del 1950, cioè di circa 8 gradi rispetto a quelle attuali.

ma siccome si pensa che entro la metà di questo secolo la concentrazione di anidride carbonica dovrebbere crescere di più di altre 100 parti a milione, questo significa che verso il 2050 si saranno poste le premesse per un innalzamento delle temperature di circa 20 gradi.

aggiungeteci il riscaldamento generale del sistema solare in atto con temperature in aumento di 5 gradi in vent’anni perfino su Saturno e una seconda macchia rossa formatasi su Giove, e il quadro è completo.

20-25 gradi in più significa estati a 65 gradi e un riscaldamento progressivo degli oceani che potrebbe portare allo scioglimento degli enormi giacimenti di anidride carbonica congelati sui fondali oceanici, con una atmosfera di tipo venusiano e temperature sulla terra come sul suo pianeta gemello, di centinaia di gradi.

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lo so che nessuno scienziato si azzarda a dire queste cose; e infatti tutti fermano prudentemente le previsioni alla fine del secolo, nessuno osa guardare più in là; nessuno dice che, restando ferme le condizioni il 2100 non sarà l’anno mitico in cui suonerà un gong per dire: adesso basta, le temperature non crescono più.

ma – continuando a persistere le cause – continueranno a persistere gli effetti.

come ho già scritto, l’atmosfera terrestre è come un pentolino su un fuoco lento; anche se il fuoco è lento, se non si spegne la fiamma, prima o poi l’acqua bolle lo stesso.

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gli scienziati non si azzardano a fare molte previsioni, perché comunque l’andamento del clima è sottoposto a tante di quelle variabili, a volte neppure messe a fuoco, che qualunque previsione attendibile alla fine è impossibile: anche quanto detto sopra coglie delle linee di tendenza, non possiamo però essere sicuri che le cose andranno veramente così.

faccio un esempio interessante, anche perché dà qualche piccolo parziale motivo di ottimismo sul tema, cosa rarissima.

in questi giorni si è scoperto che, via via che aumenta il tasso di anidride carbonica nell’aria, aumenta anche le capacità del plancton degli oceani di cibarsene e di assorbirlo: negli ultimi decenni il plancton ha aumentato tale sua capacità di circa il 40%.

il plancton non riesce ad assorbire oggi tutta l’anidride carbonica che viene prodotta in eccesso dalle attività umane, ma ne ha assorbito circa il 50%.

senza questo effetto avremmio raggiunto già oggi quasi le 500 parti per milione che raggiungeremo invece fra 40 anni, e l’aumento delle temperature sarebbe ancora più marcato.

poi, a sua volta, questo fenomeno ha delle conseguenze che non riusciamo a comprendere bene, perché produce una progressiva acidificazione degli oceani, che potrebbe rendervi la vita sempre più difficile.

insomma: brancoliamo al buio, e ciononostante ci conmportiamo come se sapessimo tutto e sapessimo prevedere tutto: mica ci tratteniamo intanto dal fare quello che nell’immediato ci conviene!

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ora, ritornando ai due grafici di lì sopra, è facile vedere che dopo la fine dell’era glaciale, concentrazione di anidride carbonica e temperature si alzarono per circa 6.000 anni, dal 12.000 a.C. al 6.000 a.C.

poi, inspiegabilmente per noi, ricominciarono per poco tempo ad abbassarsi.

siamo adesso nella parte terminale del diagramma, e qui si vede bene che da questo momento in poi, negli ultimi 6.000 anni, dopo un innalzamento veloce delle temperature e del tasso di anidride carbonica, poi le temperature oscillano, mentre il tasso di anidride carbonica invece cresce via via.

è questo rialzo del tasso di concentrazione della anidride carbonica nella atmosfera, ma senza un corrispondente linerare rialzo delle temperature che ho chiamato, nel titolo del post, “il penultimo effetto serra”.

un effetto serra stranissimo, perché si ha un rialzo di circa 30 parti per milione di anidride carbonica, ma nessuno stabile aumento di temperature, dopo quello iniziale di 6.000 anni fa, o per meglio dire, dopo quel rialzo, ci sono bruschi rialzi di temperature di un grado o due, che sono seguiti da abbassamenti altretanto bruschi.

insomma, le temperature sulla terra si sono ri-alzate una prima volta circa 12.000 anni fa e poi, dopo un breve limitato raffreddamento, una seconda volta nel 6.000 a.C.; mentre l’ultimo innalzamento è quello in corso dagli anni 50 in poi, e promette di finire ampiamente fuori controllo.

per dirla tutta potrebbe portare alla devastazione climatica pressoche` totale del pianeta, se qualche cosa che al momento non sappiamo dire non sarà in grado di assorbire quantità massicce di anidride carbonica.

le terra è un pianeta vivo e ha i suoi meccanismi per cercare di autoregolarsi, ma anche gli organismi cedono alle febbri troppo alte.

e incupisce pesnare che Lovelock, l’autore della teoria di Gaia, il pianeta come essere vivente, è da tempo convinto che si sia già passato il punto di non ritorno.

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però queste cose le ho già scritte altre volte, vi chiedo scusa – se c’è qualcuno qui a leggermi – della ostinata ripetizione.

lo scopo principale di questo post era un altro, e cioè di raccontare come sia stato proprio il diluvio l’effetto principale di questo penultimo effetto serra.

anche di questo ho già accennato altra volta, dato che ho scoperto questa storia al Museo di Storia della città di Istanbul, ma mi è venuta voglia di ritornarci su, vedendo che ora anche Le Scienze on-line hanno scoperto la faccenda.

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ora il penultimo rialzo di temperature sulla terra di 8.000 anni fa ha provocato lo scioglimento della enorme cappa di ghiaccio (la “coltre laurenziana”), che pesava su una ampia parte del Nord-America come eredità dell’era glaciale che il precedente rialzo più modesto delle temperature non aveva intaccato del tutto.

di conseguenza nel corso di alcuni secoli il livello dei mari si alzò in tutta la terra di 1,4 metri.

troppo poco per parlare di diluvio, direte giustamente voi.

infatti, non fu questo il diluvio: il diluvio fu altrove, esattamente nella fertile pianura abitata che occupava una parte consistente della superficie dell’attuale Mar Nero, che era allora un grande lago chiuso, sotto il livello del mare, come oggi il Mar Caspio.

quel metro e 40 fu sufficiente a provocare una immane catastrofe, perchè così poco alta era la pianura larga solo 50 km che – in corrispondenza dell’attuale Bosforo – separava il Mediterraneo da quella fertuile e civilizzata pianura e dal suo grande lago interno laggiù.

nel giro di poche ore un Vaiont continentale, uno tsunami di onde alte decine di metri irruppe in quella sconfinata pianura seppellendo sotto decine di metri d’acqua civiltà intere, in una superficie che è stata calcolata come pari a un quarto dell’Italia.

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l’epopea babilonese di Gilgamesh, la Bibbia ebraica che ha derivato questa leggenda da lì, Platone col suo mito di Atlantide ricoperta dal mare: sono tutte versioni diverse, rielaborate migliai di anni più tardi, di un fatto di dimensioni così mostruose da restare tramandato di millennio in millennio.

e coloro che a stento sopravvissero emigrarono nella contigua Europa, portando con sé l’arte della ceramica e le tecniche agricole, da loro sviluppate e sinora qui sconosciute.

* * *

il diluvio…

chi aveva voluto un massacro cosí orrendo e perché?

Dio, per i peccati degli uomini.

buona spiegazione: per l’effetto serra prossimo venturo non ne mancherà una simile.

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commenti:

cesco08 (Besucher) Dienstag, 27. Nov, 2007 @ 13:06:40
Il rapporto tra la temperatura e la quantita` di anidride carbonica e` sicuramente interessante, ma mi chiedo se, nelle tante ipotesi scientifiche che accompagnano questo nostro mondo e il suo destino, una cosa risulta chiara: “l’attivita` dell’uomo condiziona il destino del nostro pianeta e lo fa in modo negativo”.
Se su questo assunto siamo tutti convinti, il principio prudenziale ci indica la strada per un comportamento corretto e rispettoso di GAIA (pianeta Terra).
La natura fara` il suo corso e diventa (lo dico per noi tutti) uno sforzo sovrumano dover sempre documentare scientificamente che il nostro agire spesso produce danni.
Gli indiani d’America uccidevano i bisonti per nutrirsi e coprirsi dal freddo. Questo pensavano fosse giusto.
Poi e` arrivato l’uomo bianco con i suoi eroi come Bufalo Bill che li uccisero tutti perche` il commercio chiedeva pelli. I bufali sono stati sul rischio di scomparire.
Dimenticavo: gli indiani erano solo dei selvaggi……. e noi la civilta`.

Bortocal Dienstag, 27. Nov, 2007 @ 23:10:19
bello l’esempio.
che l’uomo condizioni l’ambiente, soprattutto da quando il suo modo di vita e` diventato pienamente tecnologico, e` ovviamente del tutto dimostrato, e non vale la pensa sforzarsi di dimostrare ancora quanto e` gia` chiaro.
questo concetto si sviluppa pero` facilmente in due direzioni sbagliate.
la prima e` quella di pensare che il fattore umano sia L’UNICO che condiziona l’ambiente, che e` sempre una forma di sopravvivenza della onnipotenza infantile umana.
le cose dipendono da noi, ma non esclusivamente da noi.
il riscaldamento degli ultimi due decenni ha certamente anche delle cause astronomiche, dato che riguarda TUTTI i pianeti del sistema solare.
ovviamente gli studiosi del clima questo non lo sanno, lo sanno solo gli astronomi che non vengono invitati alle conferenze sul clima.
il secondo errore e` quello di pensare che, scoperte le conseguenze negative di certe azioni umani, sia facile trovare i rimedi in altre azioni umane.
faccio un esempio: l’inquinamento rispetto all’effetto serra e` un fattore positivo perche` lo smog oscura l’atmosfera e riduce il riscaldamento.
un’aria piu` pulita incrementa l’effetto serra in certe situazioni.
insomma il nemico principale e` la presunzione di tutto sapere e tutto dominare…

Un pensiero riguardo “il penultimo misterioso effetto serra: il diluvio. 26 novembre 2007 – cor-pus 416 [err. 420] – 877

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