dov’è l’Italia vera? sulla Concordia oggi, sull’Andrea Doria cinquant’anni fa. 17 gennaio 2012 – wp 28 – 40

17 gennaio 2012 martedì 21:21

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la Repubblica non ha dubbi: De Falco, la voce del dovere, il capitano che urla al comandante della Concordia di tornare sulla nave: “E’ lui l’Italia vera”.

bortocal neppure: l’Italia vera è Schettino, il comandante che se la squaglia cacciando balle – che intanto hanno già rimandato a casa, agli arresti domiciliari -, anche se tutti gli Schettini d’Italia fanno gli indignados e gli danno addosso per mimetizzarsi meglio.

in ogni caso, tutto è come diceva con tre giorni di anticipo questo blogger, impopolare quasi quanto l’autore in carne ed ossa, a cui ieri è stato rimproverato dal vivo di credere ai media come una casalinga di Voghera, ma poi però i media finiscono col dargli ragione.

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l’affondamento della Concordia è la grande metafora dell’Italia di oggi.

una metafora di questo tipo invita un popolo a guardare in se stesso.

ma gli italiani non vogliono incubi di notte, e voltano la testa altrove.

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sapete, lettori? io mi ricordo in questo momento la radio che dava l’annuncio dell’affondamento dell’Andrea Doria.

controllo in internet ed era il 26 luglio 1956; il transatlantico italiano alla sua centesima traversata verso New York si era scontrato nella nebbia la notte prima con una nave svedese Stockholm, io avevo otto anni, non tenevo ancora un blog :), ma presto avrei fondato il giornalino del mio cortile, e però mi piaceva il Giornale Radio.

i morti furono 45, più o meno come oggi.

il disastro fu determinato dal fatto che, quando il comandante dell’Andrea Doria si rese conto che nel tratto di mare che stava percorrendo c’era un’altra nave, invece di virare a dritta, cioè a destra, come fissavano le regole della tradizione marinara, improvvisò di testa sua e si portò sulla sinistra, e in questo modo, praticamente, tagliò la strada allo Stockholm.

anche se i giornali del tempo dettero la notizia in quest’altro modo:

era pur sempre una verità, come quello che scrisse – e andava in moto – “mi ha tagliato la strada un uomo di razza negra che attraversava sulle strisce senza guardare”.

del resto, la nave già al momento del varo aveva dimostrato dei difetti di costruzione: “mostrava la tendenza a rollare violentemente quando veniva urtata da onde oltre una certa altezza”, non proprio l’ideale per una nave destinata alle traversate oceaniche; e il problema si aggravava quando i serbatoi erano quasi vuoti, come al momento dell’incidente.

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l’Andrea Doria era tuttavia la nave più lussuosa del mondo, era già una nave dell’Italia del miracolo economico:

“molto elegante: la linea era affusolata, con l’unico fumaiolo (colorato in verde, bianco e rosso come la bandiera italiana) e la sovrastruttura che digradava armoniosamente verso poppa”.

profetica, sta roba, sì o no?

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era anche considerata sicurissima, anche se l’incidente dimostrò che con la nave inclinata di 20 gradi non si riusciva più a mettere in mare le scialuppe di salvataggio.

i 1.706 passeggeri sarebbero morti tutti annegati, tranne i 46 morti nell’urto, se non fossero arrivati i soccorsi di altre navi, straniere, che imbarcarono i superstiti.

i soccorritori però “furono un po’ sorpresi dal fatto che all’inizio del salvataggio i superstiti erano costituiti essenzialmente da membri dell’equipaggio (…) e non da donne e bambini come voleva la tradizione marinara”.

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come vedete l’Italia non è molto cambiata, il berlusconismo esisteva già negli anni Cinquanta, quando Berlusconi vendeva i compiti da copiare ai suoi compagni delle medie.

quelli che sono cambiati, in questi 55 anni in Italia sono i comandanti.

quello dell’Andrea Doria si chiamava Calamai, ecco che il nome riaffiora alla mia mente:

“Calamai restò a bordo dell’Andrea Doria rifiutandosi di mettersi in salvo; fu costretto a farlo dai propri ufficiali tornati indietro appositamente”.

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non occorre cambiare gli italiani, impresa impossibile; occorre cambiare i comandanti delle navi, quelli che le governano.

l’Italia lo ha fatto un paio di mesi fa, ha scacciato lo Schettino di turno e ha provato a cercare un Calamai.

ma la ciurma mormora inquieta, e la maggioranza è ciurma, chi non lo sa?

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commenti al post:

errando1 18 gennaio 2012 alle 18:37
Caro Mauro – l’ Italia vera di oggi è quella che ha messo Schettino a capo della nave.
i De Falco ci sono e c’erano anche in passato, peccato che non finiscono nei posti che contano.
L’analogia con Berlusconi c’era tutta e chiedo venia: Schettino è uno che ti porta sugli scogli ridendo e scherzando con un sorriso stampato sulle labbra. Poi dopo il botto nega l’evidenza dicendo che va tutto bene, un piccolo guasto elettrico che sicuramente sarà stato colpa dei comunisti.
Ciao
Francesco

bortocal 18 gennaio 2012 alle 21:06
beh, vedo che alla fine convergiamo: col commento hai anticipato (per me che non lo avevo ancora letto) il tema del mio ultimo post di oggi sull’argomento. – ciao, e grazie.

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redpoz 19 gennaio 2012 alle 13:02
purtroppo devo concordare con te: l’italiano medio è più Schettino che De Falco. per quanto vorremmo tanto che fosse il contrario.
non sapevo molti dei dettagli sull’Andrea Doria: ero rimasto convinto che fosse stato speronato dalla nave svedese… sempre se ben ricordo, dovrebbe esserci anche una sentenza che stabiliva la responsabilità della nave svedese.
resta, comunque, la trovata geniale ed extravagante del capitano (che non so se giustificata da ragioni di maggiore opportunità…)
non ci resta che constatare come i capitani siano peggiorati, assieme alla popolazione?
delle due l’una: o l’Italia è sempre stata un pessimo paese ma l’aristocrazia ci preservava da pessimi governanti, oppure sono peggiorati entrambi negli ultimi decenni.
che facciamo, richiamiamo i Savoia?

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bortocal 19 gennaio 2012 alle 20:40
beh, i Savoia proprio no? la tua è una provocazione, ma vorresti Filiberto? – in questa vicenda ci potrebbe essere un solo eroe vero, che si chiama Giuseppe Girolamo. ma ha i capelli troppo lunghi e non pare un tipo che risponde ai parametri dell’Italia di oggi: http://www.corriere.it/cronache/12_gennaio_17/concordia-musicista_2a99f4a8-412f-11e1-b71c-2a80ccba9858.shtml – quanto ai difetti degli italiani, lo ha descritti benissimo Leopardi all’inizio dell’Ottocento in un’opera ovviamente poco nota anche a scuola, il Saggio sul carattere morale e civile degli italiani, e l’unico altro che ha aggiunto qualche altra verità a questo ritratto è stato Pasolini. – parlavano entrambi, più che altro, della classe dirigente: se vogliamo parlare del popolo, e soprattutto di quello meridionale, dobbiamo leggerci Carlo Levi, e non ci tira su il morale.

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redpoz 20 gennaio 2012 alle 17:48
scherziamo?? ritorno dei Savoia? ma se gli ultimi sono persino peggio dei dirigenti nazionali! No, ovviamente scherzavo.Ho letto di Girolamo, purtroppo più penso a questa querelle di “eroi” più mi torna in mente Brecht (“beato quel popolo che non ha bisogno di eroi”…. e noi li agogniamo proprio!).
Scrive bene Serra su l’amaca di oggi che De Falco giustamente si rifiuta e vergogna a rispondere alla domanda “lei è un eroe?”- che razza di domanda è? – Purtroppo il testo di Leopardi mi è ignoto, recupererò!
Inutile illudersi che i politici e dirigenti siano migliori dei governati: ne sono una accurata e rappresentativa selezione…

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bortocal 20 gennaio 2012 alle 23:54
lo so bene che scherzavi sui Savoia, i migliori precursori storici del pressapochismo berlusconiano. – e concordo anche con tutto il resto, anche se in questo momento l’Italia sia davvero quel paese sventurato di cui parlava Brecht, che ha bisogno di eroi, – ma di eroi senza medaglie, appunto come Girolamo; e spero che il Presidente della Repubblica si ricordi di lui.

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