wordpress mercoledì 11 agosto 2010 – 21:02commenti nel post originale
una bimba di forse diciotto mesi, incerta sulle gambine e ancora quasi senza parola, sta affacciata sullo schienale del sedile del metrò rivolta verso la mia parte, dietro, e mi guarda, mentre i genitori parlano fra loro.
approfitto del suo sguardo azzurro per strizzarle l’occhio e farle qualche altra smorfietta che la fanno sorridere beata come di fronte a un’inattesa televisione, fino a che i genitori la distolgono riportandosela tra loro.
costretta in braccio al padre la bimba scoppia in un piano dirotto, che costringe babbo e mamma a cercarne i motivi: solo il casuale riaffaccio davanti a me interrompe le lacrime e le sostituisce con un sorriso ancora più seducente e quasi femminile fra i lucciconi.
„ma allora piangevi per quell’uomo!“ sorride il padre alla bimba riconfortata.
potenza dell’inconscio: il padre ha usato la parola “Mann”, che è “l’uomo” come genere maschile, a volte anche “il marito”, non la…
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