Tremonti fa sapere a D’Alema di non essere Badoglio, ma Goebbels. wp 241 [240] – 18 luglio 2010 – 596

wordpress domenica 18 luglio 2010 – 20:41

quello sfigato di D’Alema.

non ha fatto tempo a far sapere per vie traverse che vedrebbe bene Tremonti a capo di un governo di unità nazionale che raccolga la malconcia eredità di Berlusconi, che Repubblica è corsa ad intervistare il Badoglietto in pectore del Massimo, per fargli dire di no e tirare un siluro a D’Alema, quello che De Benedetti, il proprietario di Repubbica, ha recentemente definito (giustamente, secondo me) “un caso umano”.

solo che Tremonti sa una cosa che oltre a lui sa solo Berlusconi, e cioè che il nostro ministro è un genio, tanto che figuratevi che per tagliare le spese ha avuto la genialata di ridurre gli stipendi regolarmente contrattualizzati del pubblico impiego e degli insegnanti, i più bassi del mondo civile; quindi, da bravo genio, per dire di no a D’Alema, Tremonti si è sprecato buttando giù in una intervista sola gli indici di tre o quattro libri di filosofia.

“Governo tecnico?
Governo di unità nazionale?
Sono figure che sembrano stagionalmente incastrarsi nella forma di una geometria variabile che ricorda un vecchio caleidoscopio.
Avrei preferito proseguire il discorso che abbiamo iniziato come discorso sulla “democrazia dei contemporanei”…”

io, arrivato al caleidoscopio a geometria variabile, già gongolo; ma vediamo meglio la “democrazia dei contemporanei”.

“La democrazia dei contemporanei è diversa da quella “classica”, e questa a sua volta era diversa dalla democrazia della agorà.
E pure sempre è necessaria, la democrazia.
Ed è ancora senza alternative – la democrazia – pur dentro la intensissima “mutatio rerum” che viviamo e vediamo.
Intensa nel presente come mai nel passato, dalla tecnologia alla geografia”.

oso sperare che la colpa di questo guazzabuglio sia tutta dell’intervistatore, che probabilmente non ci ha capito nulla, e che questo delirio vagamente senile non sia reale.

da questo momento in poi nell’intervista, infatti, Tremonti si perde dietro alla scienza che cambia il mondo, e si dimentica della democrazia, che probabilmente gli interessa poco, e al giornalista ci vuole del bello e del buono per riportarlo in tema:
Dove porta questo ragionamento sul cambiamento della democrazia?
“Se cambia la geografia, la politica non può restare uguale”.

già, ma siamo sicuri poi che cambia la geografia?

fra poco non saprà rispondere nessuno, visto che con la Gelmini l’hanno cancellata dalle scuole.

“La politica come è stata finora è stata costruita sulla base territoriale chiusa tipica dello Stato-nazione, su confini impermeabili che concentravano nello Stato il monopolio della forza.
E la politica era la forma di esercizio e di controllo della forza.
La stessa democrazia era rapporto tra rappresentanza e potere.
Ora non è più così”.

a sentire che la democrazia non è più una forma di controllo della forza dello stato vengono i brividi per la schiena, non siamo mica troppo lontani da Goebbels…

e invece no, Tremonti forse vuol dire proprio il contrario di quel che sembra, a partire da questa premessa.

forse.

Tremonti riparte da una specie di profezia degli incas per il 2012, per approdare a lidi inesplorati.
“L’asse si sta inclinando, la rappresentanza cresce, il potere decresce, eroso e diluito dallo spazio globale.
E la crisi radicalizza questa asimmetria.
La crisi genera domande crescenti d’intervento.
I popoli chiedono interventi sempre più forti, a governi sempre più deboli”.

ma no, la tesi è davvero alla Goebbels.

la nuova democrazia, dopo quella dell’agorà e quella “classica”, è la democrazia della forza.

impresa titanica raddrizzare l’asse terrestre che vede prevalere ovunque la pretesa popolare di controllare i governi, illudendosi che la democrazia sia questo.

la nuova democrazia, dopo avere cambiato la geografia e raddrizzato l’asse, convincerà tutti che la vera, moderna forza del popolo consiste nel ritornare sudditi.

“La formula di soluzione e reazione politica non può essere più solo nazionale, ma internazionale.
Ed è questo il senso politico della “poliarchia” disegnata nell’enciclica “Caritas in veritate”.
È proprio questo quello che si sta facendo in Europa in questi mesi, in questi giorni, costruendo sopra gli Stati una nuova “architettura politica””.

insomma, la nuova democrazia si chiama poliarchia.

sì sì, siamo i sudditi di una poliarchia internazionale a guida Ratzinger.

per favore, qualcuno chiami un’ambulanza, ma non un’ambulanza semplice, una poliambulanza.

. . .

commenti:

afo 18 luglio 2010 alle 21:20
interessante l’articolo…
anche se non ho capito cosa centri in tutto questo Ratzinger
😀
tanto comunque… qualunque cosa facciano… al popolo andrà bene.
Non ci sono alternative…
infatti… come si sceglie un idiota tra 1000? A caso
😀
– è vero che la Geografia manca nella scuola italiana 😦

bortocal 19 luglio 2010 alle 7:02
caro Ovidius,
è una bella fortuna la mia di avere un lettore che mi commenta con regolarità; a volte uno si chiede perché scrive qui, poi almeno arriva un tuo commento a dare un senso alla cosa.
su che cosa c’entra Ratzinger sulla “democrazia dei contemporanei”, che poi sarebbe una “poliarcha” per niente democratica, ma autoritaria, che si è liberata del controllo del popolo sulla politica, non ti so rispondere.
tu hai chiamato il mio post “articolo”, ed effettivamente io qui ho fatto il giornalista, cioè sono stato un poco superficiale, avrei dovuto andarmi a prendere l’enciclica che Tremonnti cita, ed approfondire.
certamente Tremonti riscontra una indiscutibile affinità profonda fra il disegno di questa riorganizzazione autoritaria dello stato e la teologia di Ratzinger, che si sta proponendo (in maniera molto ridicola,per altro) come leader di una nuova teocrazia autoritaria.
il rilievo dato da tutta la stampa, anche democratica, in Italia ad ogni intervento di Ratzinger conferma che la classe dirigente di questo paese da Padre Pio è largamente d’accordo, direi unanime, su questo disegno.
ma in Germania la settimana scorsa è stata organizzata una “grande manifestazione” a sostegno del papa a Colonia e Monaco, le due città cattoliche più importanti del paese, ed hanno partecipato in tutto circa 2.000 persone a sommare le manifestazioni delle due città.
è stato un flop clamoroso, dovuto al perdurante scandalo pedofilo, così come la richiesta di arresto del papa nella sua visita a Londra di settembre dimostra che c’è una larga e forte opinione pubblica europea extraitaliana in grado di opporsi a questa operazione dissennata.
ci si sarebbe aspettati, infatti, che per provare almeno a riuscire, si fosse preliminarmente tentata una intesa fra le chiese, ma questo non è avvenuto perché il legame fra riforma protestante e democrazia e troppo profondo.
insomma la poliarchia che secondo Tremonti Ratzinger desidera realizzare si limiterà all’Italia o poco più, anzi qui si è già realizzata benissimo.
buona giornata: qui ci sta lo spunto per un altro post,, ma ne riparliamo stasera…

. . .

zot 19 luglio 2010 alle 14:28
AAAAAAAAHAHAHAHAHAHHAHA
UNA POLIAMBULANZAAAAAAAAAAAA!
AHAHAHHAHAHA
era tanto che non ridevo cosi’.
e per fortuna che mi hai fatto ridere perche’ se no non ti avrei mica perdonato la prima frase…
fantastica presa per i fondelli Mauro.

bortocal 19 luglio 2010 alle 18:14
le prime due frasi, suppongo, non solo la prima. 😉
dovrei girare i tuoi complimenti per l’umorismo a Tremonti, ma non so come si fa: perché, anche rileggendo, tutto quello che c’è di comico in questo post è rigorosamente di Tremonti, io non ho cambiato nulla, tranne il punto di osservazione.
davvero, uno sguardo semplicemente diverso ci dice che questi personaggi così potenti sono anche terribilmente buffi: da tempo la buffoneria è al governo, dalle nostre parti.
poi forse ho sbagliato a prendere soltanto in giro la prospettiva politica di Tremonti, che meritava invece un post serio.
ma questo provo a scriverlo fra poco…

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