wordpress giovedì 15 luglio 2010 – 7:16
la vera colossale congiura bipartisan del silenzio in atto in Italia è quella sui provvedimenti contro la crisi.
di fronte al rischio, non ancora sventato, di bancarotta, il governo non ha sospeso i lavori del Ponte di Messina (10 miliardi) o ridotto il parco delle auto blu (4 miliardi all’anno), non ha introdotto riforme fiscali volte a tassare i consumi o a consentire la detrazione delle spese dalla denuncia dei redditi, per contrastare l’evasione fiscale; non ha portato il livello della tassazione sulle rendite finanziarie alla pari con gli altri paesi europei; non ha abolito le province; non ha dimezzato i portaborse dei parlamentari.
aveva promesso che non avrebbe messo le mani in tasca degli italiani per far pagare le tasse a quelli che non le pagano (il 30% circa dell’attività economica nazionale, secondo le statistiche) ed è stato di parola.
perché far pagare le tasse ai privilegiati che ne vanno esenti, quando ci sono sempre i soliti fessi da spennare?
va bene così: Tremonti ha bloccato gli stipendi degli insegnanti, le mani in tasca le ha messe solo a loro; non per prendergli tasse, ma per sfilargli lo stipendio.
operazione incredibilmente contraria ad uno stato di diritto, dato che il rapporto di lavoro nel pubblico impiego è privatizzato e non è lecito a nessun datore di lavoro modificare unilateralmente il contratto di lavoro stipulato, cambiando lo stipendio senza il consenso della controparte.
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cosa su cui sono ovviamente d’accordo tutti i poteri forti e anche gli industriali che posseggono i giornali di “opposizione” a Berlusconi, i quali ci intrattengono con ogni altro tipo di giochi del circo mediatico per non farci notare che mentre noi seguiamo gli scandali che travolgono il governo a getto continuo, un altro scandalo ben più grave e visibile si sta svolgendo sotto i nostri occhi: la modifica unilaterale dello stipendio concordato per una intera bistrattata categoria di lavoratori.
gli stipendi degli insegnanti italiani sono uno scandalo del nostro paese, dove già comunque in genere i salari marciano su un 30% al di sotto dei valori medi dei paesi europei avanzati, ma gli stipendi dei docenti sono talmente penalizzati da venire a risultare quasi la metà di quelli tedeschi, ad esempio.
ora diminuiranno ancora: tanto gli insegnanti sono considerati un gruppo di scansafatiche privilegiati; serve a nulla la voce di un osservatore filotedesco, ma imparziale come me, che vede chiaramente una professionalità media migliore nei docenti italiani rispetto a quelli tedeschi, ma rovinata da una organizzazione demenziale della vita scolastica.
ma pagare poco gli insegnanti significa svalutare l’apprendimento e il sapere e lanciare ai giovani il messaggio che studiare non serve a niente (come in effetti in Italia è): significa scommettere sul valore dell’ignoranza futura e in poche parole distruggere il futuro del paese.
non leggeremo mai queste cose sulla grande stampa silenziosamente d’accordo con Berlusconi di lasciare intatte le rendite e di punire gli insegnanti che lavorano.
già, perché è pur vero che ci sono anche insegnanti che non lavorano e questi sono pagati anche troppo, e quindi gli unici premiati dalla manovra economica del governo sono loro: dato che prendere 90 anziché 100 per non fare niente è pur sempre un regalo.