wordpress lunedì 12 luglio 2010 – 20:03
anche la nostra memoria se ne frega della verità oggettiva; lo scopo della memoria mica è la verità, ma la soddisfazione di sé del ricordante.
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tanto è vero che – come ha dimostrato Freud – tendiamo a dimenticare le esperienze sgradevoli e ricordiamo di preferenza quelle piacevoli (traumi e coazioni a ripetere a parte…).
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ma la scrittura prima e l’informatica poi stanno mettendo in crisi la soggettività della memoria: sempre pronte a smentire quel che la nostra mente ci ha raccontato di noi, sempre pronte a metterci di fronte a cose che di noi avevamo dimenticato e che non riconosciamo neppure più come nostre.
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la scrittura, la stampa, internet hanno posto le premesse di qualcosa che potrebbe rivelarsi drammatico: il sostituirsi della memoria oggettiva a quella soggettiva.
cioè la perdita di centralità del soggetto; del resto abbiamo già dovuto perdere le voci degli dei di dentro per potere acquisire la capacità di leggere mentalmente un testo scritto.
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diventa sempre più difficile costruirsi una immagine rassicurante di sé, raccontandosela su su quello che siamo con dei falsi ricordi.
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dovere ricordare le cose come sono davvero è destabilizzante, suppongo.
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prima o poi ci sarà un movimento iconoclasta degli archivi informatici, creato da esseri umani che non sopportano più le prove di come erano davvero?
L’ha ripubblicato su cor-pus 15.
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