quando il rabbi è femmina (Patrizia Caffiero). [bortoblog 54] cor-pus 67 – 4 luglio 2010 – 542

04. Jul, 2010 – 12:13:45

http://testiappuntinote.blogs.it/2010/07/03/la-memoria-corta-le-separazioni-il-vento-8906970/comment_ID/13462994/comment_level/1/#c13466726

simona70 03. Jul 2010 @ 19:05:36
E’ un brano tutto in codice, tutto da capire! Non ci ho capito niente, ma mi affascina!
L’unica cosa che ho capito e’ che in amore non si contratta sul prezzo!
Ah, come e’ vero!
ciao ciao

patrizia 03. Jul 2010 @ 19:07:50
beh, in fondo il senso è in quello che hai colto, l’amore accoglie tutto dell’altro.
ciao

. . .

Bortocal 04. Jul 2010 @ 12:00:05
un codice, sì, cara Simona, ma non credo che sia una specie di Codice da Vinci
in altre parole, credo che nemmeno la Patrizia cosciente che scrive possegga la chiave per decrittare il codice, che appartiene ad un’altra Patrizia, più profonda e segreta.
è questo che rende questo testo così affascinante: dato che permette ad ogni diverso senso di colpa di leggerci dentro qualcosa di sé.
il mio ad esempio ha scelto di leggere “le attitudini d’inferno” anziché “le altitudini d’inferno”.
c’è qualcosa di potentemente evangelico in qualche passaggio:
“Benedici il passato prima di seppellirlo”, ad esempio.
oppure “il suggello fra fratelli”.
“Nell’amore si prende tutto, senza contrattare sul prezzo, è così che germoglia ogni cosa”.
e poi, ovviamente, come non ricordare, arrivati in fondo, che “gli uomini vollero le tenebre piuttosto che la luce”?
è un vecchio vizio loro quello di odiare la luce che li rivela miseri e nudi, e rende la domanda finale del tutto retorica.
ovviamente Patrizia qui è un rabbi femmina, non meno decisa, è come una Maddalena ribelle, che rigetta le pietre addosso ai suoi lapidatori mancati.

patrizia 04. Jul 2010 @ 17:41:03
lo so, eppure me lo chiedo sempre con occhi stralunati?? quando vedo persone potenzialmente geniali che si circondano volutamente di ciechi e ripudiano di stare con l’altro a vedere in profondità.
da soli non si può fare tutto il Lavoro. eh, eh!
Patrizia rabbi femmina, che rigetta le pietre…mi vedi in un modo così netto, credo di non essermi mai vista così e mentre ti leggo so DI AVERE PROPRIO questa energia.
Che sguardo, Mauro! vai sempre più a fondo altrochè.
Sono consolazioni non piccole.
Vedi, ad avere pazienza?

Bortocal 04. Jul 2010 @ 22:03:13
una delle mie deformazioni, patrizia, è la fede quasi massonica nella capacità della luce di illuminare tutti gli esseri umani.
raramente ho incontrato persone incapaci del tutto di darti qualcosa oppure di insegnarti ed aprirti la mente: non credo all’esistenza di illuminati che diffondono luce sempre e di esseri oscuri negati alla luce.
anche i grandi hanno i loro momenti opachi e a volte è necessario confondersi nella penombra per capire meglio la bellezza della luce.
però la cosa più vera che dici è che da soli non si può fare tutto il Lavoro.
deve essere uno dei motivi fondamentali per cui il Lavoro generalmente non viene fatto, considerando quanto è difficile farlo assieme ad altri…

LuisaRuggio 04. Jul 2010 @ 19:45:30
a me appare così chiaro che ho pudore di commentare in pubblico.
è una bella cosa il pudore.
è un pudore d’amore questo.
tu lo sai, ti riconoscerò sempre tra la folla.

patrizia 04. Jul 2010 @ 20:00:42
🙂

Luisaruggio fra i secoli, come dice Jorg
proprio a te ho pensato ieri, subito
a quanto non smetti di raccogliere pietre preziose tra i fondali
e che non ti fai spaventare, mai, e che riconosci e tutto,
e anche questo mi ha di nuovo ridato l’allegrezza solita
ho troppo da fare per pensare a ferrivecchi
e lo ammetto, ho in spregio i mediocri che, forse, erano mediocri già prima
a ripensarci
Patbandito

patrizia 04. Jul 2010 @ 23:49:54
la Qabalah dice in maniera splendidamente evocativa che nell’oscurità sono impigliate le scintille di luce.
Vi sono persone, insegna, che sono come “portate” più di altre a scendere nell’ombra per recuperarle, senza farsi spaventare dal nero.
Certo non si può stare in contatto troppo con la materia (naturalmente inclusa la nostra interiore), si può ingabbiati, restare lì…quanto ci ho pensato.
e come te ho incontrato non pochi esseri umani con cui ho avuto scontri, incontri, lavori di tombolo sull’interiorità fatti insieme.
E stato (è) meraviglioso. Anche quando ho fatto il lavoro da sola, ho incontrato migliaia di libri, quindi altri scontri con intelligenze da esplorare.
Però con i libri è abbastanza facile. Si controlla la situazione. Per questo molti restano solo al livello di scambio con la carta.
E’ con un’altra persona sul ring delle emozioni e delle discussioni intelligenti che si deve sudare, e si ottiene molto di più alla fine, però. Lavoro fine che richiede coraggio.
Naturalmente parlando di queste cose si rischia di banalizzare un discorso a fondamento di Tutto. Però tanto ci siamo capiti

. . .

Bortocal 05. Jul 2010 @ 20:00:40
sì, ci sono persone più portate ad esplorare il buio in cerca della luce e persino a esplorare la luce in cerca del buio, perché anche la luce ha le sue scorie d’ombra.
ci sono anche persone che hanno fermamente deciso di non cercare niente, anche se potrebbero, e ci sono persone che vorrebbero e non sanno farlo e si accontentano di guardare i ricercatori; ma anche questa è luce a frammenti, le forme che assumono i frammenti di luce sono molto diverse.
mi inquieta la tua osservazione sul pericolo di soffermarsi proprio su se stessi come materia; so di essere rimasto ingabbiato per anni in un rapporto sbagliato che cambiava la mia stessa percezione di me e quindi la mia stessa natura: amo così tanto l’estero perché forse mi ha aiutato a recidere legami affettivi e psicologici che forse mi sarebbero rimasti addosso, e così facebdo mi ha reso leggero.
il libro è una persona? io non ne dubito, può essere a volte una persona semplice, altre volte sa essere più complesso di qualunque persona umana.
di solito i libri sono capaci di farci sentire inferiori, ma non è detto che la stessa impressione ci farebbero gli autori, se potessimo averli a disposizione sul divano di casa per una chiacchierata; un libro, dopotutto, è una specie di monumento, un autore no…
il bello della conversazione fra vivi è che è democratica, e non ci nasconderà mai le miserie, i limiti, le banalità dell’altro, che potrebbero mimetizzarsi tanto bene nella pagina scritta; e lo stesso farà con noi.
ecco un buon motivo per preferire a volta il dialogo lievemente distanziato della parola scritta, ma ecco un buon motivo anche a favore di Socrate e della sua critica alla scrittura…

. . .

commenti:

patrizia Sonntag, 04. Jul, 2010 @ 17:53:19
guarda guarda
🙂
Un rabbi femmina mi piace molto.
qualcuno dice che a volte faccio la maestrina.
e anche che “avere parlado il saggio” (questo me lo dico da sola)
🙂
ho anche molto da imparare, sul serio!
scambi fra umani, che dolorose sfide – alla fine molto dolci.

Bortocal Sonntag, 04. Jul, 2010 @ 21:43:28
a proposito di scambi dolci, assisto con meraviglia alla ripresa di un dialogo intenso fra noi.
maestrina non ti realizza proprio; e poi anche a me qualcuno dà del “saggio” di questi tempi, ma mi pare del tutto a sproposito.
dovremmo esercitarci di più su quell’arte sottile del linguaggio che aveva portato a distinguere il sophòs, l’uomo che sa, dal sohistés, l’intellettuale di professione, e dal philosophòs, colui che ha la passione del sapere.
rabbi o guru si avvicinano al sophòs, che indica una realtà ben diversa da quella del nostro sapiente.
e con questo io sono stato nominato semplicemente baba in India quest’estate!!!

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...