wordpress venerdì 2 luglio 2010 – 6:25
“qualcuno ha una macchina con la targa italiana?”
la signora bionda tedesca che si è affacciata prudentemente alla porta della sala riunioni dove si sta lavorando anche il primo venerdì pomeriggio del mese, come per un fioretto mariano, sa bene che siamo quasi tutti italiani lì dentro, però l’unico che non ha ancora aggiornato la targa, anche in vista dell’imminente rientro in Italia, sono io…
e basta questo a scatenarmi dentro una sensazione di deja vu: che cosa sarà successo questa volta alla mia Hyundai rossa, quella che ha investito di propria iniziativa due mesi fa un aliante che usciva dall’hangar, mentre io mi ero dimenticato per qualche minuto di lei?
uscito sulla strada panoramica di Stoccarda, dove stava parcheggiata, la macchinetta sembra sia stata spinta via dal marciapiede, impossibile che io abbia parcheggiato così male, anche se l’ho fatto di corsa, perché ero in ritardo alla riunione.
a occhio e croce direi che la Hyundai questa volta ha investito una grossa Mercedes bianca che sta davanti a lei, se non fosse assolutamente impossibile per via della forza di gravità, dato che la mia sta più in basso e non siamo vicino a Tivoli in quel punto strano della terra, dove le biglie corrono all’insù.
quindi logica vuole che sia stata la Mercedes a cadere indietro addosso alla mia.
senza fare danno, come sono pronto ad ammettere generosamente, fino a che i presenti non mi indicano il grosso gancio per roulette che è entrato a fondo nel cofano.
e la chiave di tutto deve essere nella macchina grigia, sorprendentemente vuota, che sta appoggiata e un pochino incastrata anche, direi, nella Mercedes nella parte davanti, bloccando la strada per metà.
anche lei senza guidatore.
lo scenario si va facendo più chiaro: la macchina grigia è arrivata a discreta velocità addosso alla Mercedes, ributtandola indietro addosso alla mia e facendola infilzare col gancio per roulotte.
ma il guidatore della prima macchina dov’è?
uno che stava alla riunione con me suggerisce che si sia dato alla fuga sapendo di essere drogato o in preda alla droga.
e invece a poco a poco, poco poco, la incredibile verità si fa strada: chi di spada ferisce di spada perisce: la mia macchina, che colpì l’aliante ad aprile perché io non avevo tirato il freno a mano, è stata speronata per via di una macchina che è arrivata dall’altra parte della strada perché non aveva il freno a mano tirato!
insomma: un altro incidente senza protagonisti, dopo quello dell’hangar e identico a quello, anche se a parti rovesciate.
e notate la incredibile precisione con cui questa macchina in folle, tra la ventina di macchine parcheggiate dalla parte opposta della strada sotto di lei, è andata a colpire proprio la mia, perdipiù giocando di carambola.
la cosa è talmente spassosa che quando arriva la Polizei trova cinque italiani piegati in due dalle sghignazzate.
* * *
“come mai questa macchina ha la targa italiana? Lei dove vive?”
“qui in Germania”, rispondo io mentre gli altri mi tirano per la giacca (ci sono delle multe orribili se entro tre mesi non cambi la targa italiana con quella tedesca, vivendo qui).
“ma Lei vive sempre in Germania?” fa il poliziotto.
“no, ho anche una casa in Italia, vede l’indirizzo sulla carta di circolazione?”
“e dove vive la maggior parte del tempo?”, chiede il poliziotto che sta cercando disperatamente di non darmi la multa.
“ah, non c’è dubbio: in Germania”, faccio io.
“ma no! devi dire in Italia…”, mormora scoraggiato un amico.
e io, donchisciottesco ed eroico: “ma io devo dire la verità!”
a fronte di tanto stupido cupio dissolvi il poliziotto mi rifà la domanda la terza volta chiarendomi bene che devo dire che in Germania non ci sto per più di quattro mesi all’anno.
vedete come è vero che l’onestà paga…
* * *
a casa, dopo due anni, trovo una mail che mi ha scritto Bishnu, il ragazzo di Bhaktapur in Nepal che mi aveva trovato una casa da comperare.
“Dear sir, sei ancora dell’idea di cercarti un rifugio quassù da noi, sotto l’Himalaya?”
“ci stavo giusto pensando in questi giorni, dear Bishnu, mi aiuti?”
si chiama telepatia, quando non è serendipity.
(ma nonostante le risate trovo la storia della mia Hyundai rossa veramente inquietante…
e comunque lei con me in Nepal non ci viene di sicuro).
. . .
commenti:
afo 3 luglio 2010 alle 10:07
La sfortuna colpisce gli onesti! 😀
bortocal 3 luglio 2010 alle 15:34
che è come dire che la fortuna tocca solo ai disonesti, vero?
🙂
afo 3 luglio 2010 alle 17:10
ma no… dai… guarda Maradona…
ogni tanto giustizia viene fatta 😀
bortocal 4 luglio 2010 alle 11:16
sì, non c’è dubbio: ma occorrono pur sempre dei tedeschi per questo!
afo 4 luglio 2010 alle 19:58
nooo… nooo… l’invasione delle Vuvuzela XD… nooo!!!…
si diffondono come un virus 😀
bortocal 4 luglio 2010 alle 20:58
anche in You Tube…
però se vai sul mio canale, tra i preferiti inseriti oggi, troverai un audace tedesco che ha registrato un concerto per vuvuzelas che non sarebbe giusto trascurare.
insomma, da sempre, si fa arte anche con gli aspetti deteriori della vita.
🙂 mi spiace comunque di averti mandato un video così rumoroso… 🙂
in somma
. . .
Pat 4 luglio 2010 alle 16:46
questa doppia storia di un diavoletto rosso che vive di vita autonoma è davvero comica.
sembra proprio il tuo doppio, il doppio di un signore fine e a volte austero, bortocal.
fantastico!!!
bortocal 4 luglio 2010 alle 20:23
e pensare che di “un doppio” automobilistico sotto forma di diavoletto non sentirei affatto bisogno, considerando il diabolico che è già spontaneamente in me! 😉
. . .
passoinindia 16 luglio 2013 alle 20:53
ora, leggendo della tua storia di serendipity, conosco anche dove te ne andrai a novembre (India o Nepal???)
bortocal 16 luglio 2013 alle 21:03
no no, questo post è di tre anni fa, e sono poi andato nel Kerala e nel Tamil Nadu a novembre (come da cronache e video su You Tube)..
ma poi una serendipity malvagia ha fatto in modo che non riuscissi a incontrarci il mio amico di Ernakulam…
passoinindia 16 luglio 2013 alle 21:06
si, ho letto il post prima di leggere la tua risposta sul Kerala, Goa e Bangalore.
Ora ho capito.
bortocal 16 luglio 2013 alle 21:10
la comunicazione su internet ha rischi di fraintendimenti tutti suoi, e bisogna maneggiarla con molta cura…
a volte ho notato che è una comunicazione paranoide, cioè dominata dall’ansia che nasce dall’assenza dell’interlocutore fisico e delle sue reazioni, che nella vita reale ci guidano ad interpretare le sue parole….
passoinindia 16 luglio 2013 alle 21:14
vero, ma tu ci pensi che stiamo parlando di cose importanti e neppure sappiamo che faccia abbiamo?
quasi demenziale.
bortocal 16 luglio 2013 alle 21:36
è proprio vero.
internet ci fornisce la possibilità di contattare persone che non riusciremmo a incontrare neppure se avessimo 20 vite e poi ce le mantiene quasi sempre in una specie di limbo impersonale che quasi sempre consuma rapidamente anche questi rapporti.
comunque nel mio canale video You Tube la mia faccia – di qualche anno fa – l’ho messa e in qualche videoclip del mio viaggio in Indonesia di due mesi fa compaio anche come protagonista, eh eh 🙂
di te non chiedo, mi sembra indiscreto
passoinindia 16 luglio 2013 alle 21:37
allora farò la curiosa..!!!
bortocal 16 luglio 2013 alle 22:30
(sarai svenuta??? :))
passoinindia 18 luglio 2013 alle 11:30
guarda, sarò un po’ imbranata ma non la trovo….
bortocal 18 luglio 2013 alle 15:00 · ·
be’, forse è colpa mia che ti ho dato delle indicazioni troppo sommarie.
ora io non riesco a visualizzare il mio canale You Tube come un esterno.
ti do questo link dove compaio al minuto 4:25 un poco sbattuto dopo la tempesta subita nella barchetta sul mare della Sonda: da qualche parte, in basso, a me risulta anche una foto un poco più normale, ma oramai di 5 anni fa.
ciao.
passoinindia 18 luglio 2013 alle 18:28 · ·
grazie, bell’avventura e che coraggio!
bortocal 18 luglio 2013 alle 18:58
coraggio io? di’ quello dei miei marinai, piuttosto! io mica potevo scendere! 🙂
grazie comunque dell’apprezzamento immeritato.