intercettati? il mio silenzio sospetto. wp 208 – 12 giugno 2010 – 506

wordpress sabato 12 giugno 2010 – 6:41

se qualcuno mi leggesse con sistematicità potrebbe avere notato il mio rigoroso silenzio, quasi totale, sul tema che appassiona l’opposizione e il governo in questo momento: le intercettazioni telefoniche.

e non taccio certo per paura di essere intercettato! 🙂

il silenzio è dovuto al fatto che personalmente trovo una follia che l’opposizione in questo momento si occupi di questi temi, e non ad esempio di chiedere la sospensione dei lavori per il Ponte di Messina (10 miliardi di euro, che cresceranno) in alternativa alle misure spesso illegittime con cui si interviene contro gli stipendi nel pubblico impiego o con altre misure volte a far pagare la crisi dovuta alle speculazioni dei grandi finanzieri e delle banche ai soliti poveri cristi di sempre.

trovo allucinante anche che non si senta bisbiglio sul giusto provvedimento di innalzamento dell’età pensionabile per le donne nel pubblico impiego a 65 anni, su cui per anni ha imperversato la demagogia di sinistra e di destra, fino che l’Unione Europea non ci ha semplicemente imposto questa mossa di buon senso contro una norma che gridava vendetta con un diktat, praticamente; e benvenuto il diktat.

ma tant’è: se in Italia non esiste una opposizione è perché le forze di opposizione sono lontane dai problemi veri dei loro elettori e si fanno teleguidare dai proprietari dei media della loro area, che approfittano del loro controllo sulla opinione pubblica di sinistra come e peggio di Berlusconi, indifferenti al loro personale conflitto di interessi di manipolatori eguali e contrari della pubblica opinione: sono i grandi quotidiani cosiddetti laici e democratici che conducono le campagne quotidiane a favore della chiesa di Ratzinger e partecipano, assieme ai vari Santoro, ai riti ufficiali della distrazione di massa: distrarre le masse, o almeno provarci, dai loro problemi veri, per porre come probelmi centrali quelli che riguardano invece loro.

purtroppo c’è chi ci casca, ed è viola forse dai lividi di queste continue cadute nei giochi altrui.

però vengo al mio giudizio sul tema intercettazioni.

* * *

il provvedimento proposto dal governo è formato da due parti.

nella prima si definiscono norme più dure contro la pubblicazione precoce delle intercettazioni telefoniche compiute dalla magistratura.

su questo tema, purtroppo, ho taciuto sinora perché sono sostanzialmente d’accordo col governo.

certo, ci sono dei passaggi esagerati e delle forzature inaccettabili nei dettagli, spero ancora che alla Camera le peggiori storture vengano eliminate, però la pubblicazione delle intercettazioni a indagini aperte è una vergogna tutta italiana che è giusto provare a ridimensionare.

i giornalisti facciano i giornalisti come ai bei tempi eroici del giornalismo vero, e indaghino in proprio, anziché fare i passacarte di funzionari dello stato infedeli che compiono dei reati divulgando dei verbali sottoposti a segreto; la corruzione diffusa di impiegati e ufficiali di diversi apparati dello stato compiuta dalle principali testate giornalistiche italiane è una vergogna inaccettabile sul piano civile, oltre che l’esaltazione della ricettazione, fatta passare come giornalismo.

ma la libertà di stampa?

da sempre sono convinto che la libertà di stampa non ha niente a che fare con l’anarchia di stampa, ma in Italia sembra sempre difficile convincere che una libertà senza alcuna legge è la peggiore forma di oppressione perché lascia la mano libera ai prepotenti ed è giusto il contrario della libertà vera, che si ha dove il popolo tende ad obbedire a leggi ispirate al buonsenso.

sono sicuro di scontentare qualche lettore, ma questo penso e questo quindi dico.

. . .

ma la libertà del pubblico di essere informato?

cambia qualcosa di sostanziale se la pubblicazione delle intercettazioni diventa possibile dal momento in cui si apre il dibattimento, cioè qualche mese più tardi?

secondo me no.

o meglio: cambia il fatto che le indagini non si faranno più sotto la pressione dell’opinione pubblica, cioè degli editori, che scelgono quali notizie evidenziare oppure no sulla base spesso di loro specifici interessi.

la libertà di stampa non la considero in pericolo sostanziale, e mi pare che si ponga rimedio al rito gladiatorio di continuare ad interferire con le indagini, anche sulla base di notizie affrettate e carpite a pagamento in un clima di concorrenza isterica fra le grandi testate e spesso oltretutto inesatte.

l’agitazione dei grandi media sul tema è ampiamente strumentale e confonde questo piano del discorso, volutamente, col successivo.

* * *

la seconda parte del provvedimento pone limiti assolutamente inaccettabili alla possibilità dei giudici di utilizzare le intercettazioni per indagare su crimini particolarmente gravi.

è terribilmente noioso e poco giornalistico da parte mia mettere in campo la documentazione, ma tant’è, questa è la mia abitudine; non sono molti coloro che vogliono giudicare non per sentito dire soltanto, ma qualcuno ci sarà, no?
mi fermo per ora al primo punto, per limiti miei di tempo (avendo anche un regolare lavoro da svolgere e non facendo il giornalista).

questo è il testo in vigore:
Art. 266. Limiti di ammissibilità.
1. L’intercettazione di conversazioni o comunicazioni telefoniche e di altre forme di telecomunicazione è consentita nei procedimenti relativi ai seguenti reati:
a) delitti non colposi per i quali è prevista la pena dell’ergastolo o della reclusione superiore nel massimo a cinque anni determinata a norma dell’articolo 4;
b) delitti contro la pubblica amministrazione per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni determinata a norma dell’articolo 4;
c) delitti concernenti sostanze stupefacenti o psicotrope;
d) delitti concernenti le armi e le sostanze esplosive;
e) delitti di contrabbando;
f) reati di ingiuria, minaccia, usura, abusiva attività finanziaria, abuso di informazioni privilegiate, manipolazione del mercato, molestia o disturbo alle persone col mezzo del telefono;
f-bis) delitti previsti dall’articolo 600-ter, terzo comma, del codice penale, anche se relativi al materiale pornografico di cui all’articolo 600-quater.1 del medesimo codice.
2. Negli stessi casi è consentita l’intercettazione di comunicazioni tra presenti. Tuttavia, qualora queste avvengano nei luoghi indicati dall’articolo 614 del codice penale, l’intercettazione è consentita solo se vi è fondato motivo di ritenere che ivi si stia svolgendo l’attività criminosa.

e queste sono le modifiche proposte:
1 – le limitazioni previste per le intercettazioni sono estese anche ad altre forme di intercettazione e ai tabulati telefonici
2- è AGGIUNTA la seguente categoria di reati indagabili con questo strumento:
b) delitti contro la pubblica amministrazione per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni determinata a norma dell’articolo 4;

e il paragrafo secondo del nuovo testo INCREMENTA le possibilità di intercettazione ambientale.

* * *

come si vede, a sorpresa, luci ed ombre, non tutto diabolica tenebra, in questo primo passaggio, da esaminare serenamente.

restano del tutto fondate, evidentemente, le riserve su punti successivi che ora non ho il tempo di analizzare e che francamente assumono tutto il significato di un tentativo di favorire le attività criminose.

tuttavia è necessaria una riflessione attenta e documentata e le attuali campagne di stampa mostrano la corda, dato il clima isterico e poco attento con cui viene affrontata l’intera questione.

* * *

da ultimo mi sono riservato la mia osservazione più importante.

non è la prima volta che lo dico: ritengo che che esercita una funzione pubblica non dovrebbe fruire in alcun caso delle limitazioni previste per l’intercettazione delle comunicazioni private dei comuni cittadini.

oso dire con una battuta selvaggia che i politici dovrebbero essere intercettati sempre, dall’alba al tramonto in tutto ciò che concerne la loro attività pubblica.

ma la violazione della loro privacy?

scusate, quale privacy?

fermo restando il diritto alla tutela dei normali dati sensibili personali, i politici dovrebbero essere istituzionalmente sempre intercettabili per la loro attività pubblica.

se qualcuno tiene alla propria privacy, semplicemente non deve fare il politico, direi.

se ti occupi dei problemi della collettività, la collettività stessa ha il diritto di sapere come ti comporti al riguardo.

se il Parlamento approvasse un semplice articolo di legge che stabilisse che i politici possono essere intercettati dai giudici senza particolari formalità per la lotta ai reati che possono essere compiuti nella pubblica amministrazione, questo basterebbe da solo a rendere molto più difficile tutto il malaffare nel quale opera la politica.

un articoletto solo, che farebbe un gran bene a tutti.

ma non si vede sui grandi giornali, parte a loro volta di giochi sporchi, traccia alcuna di una proposta del genere e intanto veniamo chiamati a dimostrare perché i grandi quotidiani possano continuare a pubblicare dei verbali pagati a peso d’oro…

Un pensiero riguardo “intercettati? il mio silenzio sospetto. wp 208 – 12 giugno 2010 – 506

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