fotografia dell’ignoranza italiana. wp 196 [195] – 17 maggio 2010 – 471

wordpress lunedì 17 maggio 2010 – 7:16

oggi do i numeri, i numeri che riguardano scuola e cultura; per dire meglio faccio dare i numeri dall’Espresso, da cui prendo queste due tabelle, che si riferiscono al 2006.

la prima è la percentuale di spesa statale per l’istruzione rispetto al PIL (Prodotto Interno Lordo):
LA SCUOLA LA FAMIGLIA
Spesa pubblica, in percentuale del Pil, Spesa delle famiglie per cultura e
per l’istruzione e la formazione ricreazione nei paesi Ue
nei paesi Ue (percentuale sulla spesa totale
per consumi)

Danimarca 8,0 Finlandia 11,8
Cipro 7,0 Danimarca 11,7
Svezia 6,9 Regno Unito 11,6
Malta 6,8 Malta 11,4
Finlandia 6,1 Svezia 11,3
Belgio 6,0 Austria 11,3
Slovenia 5,7 Repubblica Ceca 11,1
Francia 5,6 Slovenia 10,5
Regno Unito 5,5 Paesi Bassi 10,4
Paesi Bassi 5,5 Belgio 9,4
Austria 5,4 Germania 9,3
Ungheria 5,4 Francia 9,3
Polonia 5,3 Spagna 8,9
Portogallo 5,3 Slovacchia 8,9
Lettonia 5,1 Estonia 8,9
Irlanda 4,9 Cipro 8,3
Lituania 4,8 Lussemburgo 8,1
Estonia 4,8 Ungheria 7,8
ITALIA 4,7 Grecia 7,4
Repubblica Ceca 4,6 Polonia 7,3
Germania 4,4 Lettonia 7,3
Spagna 4,3 Irlanda 7,2
Bulgaria 4,2 Portogallo 7,0
Grecia 4,0 ITALIA 6,9
Slovacchia 3,8 Lituania 6,2
Romania 3,5 Bulgaria 5,4
Lussemburgo 3,4 Romania 4,7
Media Ue 5,1 Media Ue 9,4

la seconda tabella, affiancata alla prima qui sopra, è la percentuale di quel che spendono le famiglie per cultura e divertimento rispetto alla spesa totale delle famiglie.

* * *

prima di tutto qualcosa sulla percentuale di spesa per la scuola, già drammaticamente bassa nel 2006, e certamente peggiorata oggi dopo la cura Gelmini.

penso come è possibile che l’Italia abbia una percentuale di spesa leggermente più alta della Germania, se la nostra spesa è rappresentata quasi solo dagli stipendi dei docenti, bassissimi rispetto a quelli tedeschi.

e mi rendo conto che tutto è relativo: il prodotto della Germania è più alto del nostro, ed ecco perché, pur con stipendi che sfiorano il doppio, la spesa per la scuola si attesta su una percentuale simile.

* * *

poi occorre riflettere che una parte molto importante dell’economia italiana, espressamente malavitosa oppure semplicemente in nero, sfugge alle rilevazioni statistiche: quindi la nostra percentuale di spesa per l’istruzione è certamente molto più bassa di quella che risulta dalla tabella, e nella realtà, l’Italia sta verso il fondo della classifica di quel che spendono per l’Istruzione i paesi d’Europa.

siamo ancora più simili a Bulgaria e Romania, probabilmente, più di quanto le statistiche non dicano.

questa del resto è giusto la posizione che risulta anche dai consumi privati delle famiglie.

e sommando i due valori anche solo per quelli che sono (operazione priva di senso dal punto di vista statistico, ma comunque indicativa) l’Italia avrebbe un indice 10,6 (14,5 la media europea; 8,2 la Romania, 9,6 la Bulgaria, e tutti gli altri ci precedono, perfino la Slovacchia, per dire).

se poi consideriamo l’economia sommersa, c’è la forte possibilità che l’Italia sia il paese dove si investe meno in cultura di tutta l’Unione Europea.

quanto alle differenze regionali, poi, credo che troveremmo con sorpresa che l’evoluto nord investe ancor meno del meridione – considerando assieme le due componenti.

* * *

se per la cultura non spendi né a livello statale né a livello privato, ovviamente sei e resti un paese ignorante.

e il fatto drammatico è che questa ignoranza è fondamentale per costruire consenso politico, quindi è accuratamente tutelata, alimentata, incrementata e protetta dal Parlamento e dai partiti come un bene prezioso.

l’Italia è il solo paese al mondo in cui questa ignoranza diffusa è considerata addirittura un valore, ne andiamo orgogliosi, non perdiamo occasione di esibirla facendocene come un distintivo nazionale.

i politici si fanno eleggere dando prova quotidiana di quanto sono burini e impreparati, i giovani (con rare eccezioni) vanno orgogliosi di non conoscere nulla né della cultura del loro paese né di quella degli altri, lo struscio o le vasche sono considerate uno dei massimi piaceri della vita e lo spettacolo usuale altrove di gente che legge ai giardini o sul metrò riguarda in Italia alcune mosche bianche guardate con sospetto come tipi strani.

* * *

ovviamente questa ignoranza è anche comunemente ignorata: altrimenti che ignoranza sarebbe?
😉

anzi, noi ci consideriamo la patria della cultura mondiale!

e questo è tutto: buona giornata a voi.

. . .

commenti:

afo 17 maggio 2010 alle 15:06
beh… l’educazione umanistica in Italia è molto avanzata rispetto al resto del mondo.
La parte dove l’Italia si trova a strisciare sul fondo della classifica è la parte scientifica…
pochi investimenti… professori di materie scientifiche poco preparati nelle scuole superiori soprattutto (abbiamo dovuto mandar via un prof di fisica che non sapeva nemmeno cosa la fisica studiasse) …
la maggior parte dei giovani preferiscono fare gli avvocati
(per questo la giustizia italiana fa schifo… scusami se te lo dico :D)…
economia (che andrebbe meglio senza il loro contributo)… ecc
Penso che l’Italia paese che fa parte del gruppo dei paesi leader nel mondo (G8… G7… G9… tutti incompetenti comunque
😉 ) dovrebbe trovarsi più in alto in quella classifica che hai presentato…
Capisco la Romania… la gente povera guadagna 150 euro… con gli affitti che in certi casi arrivano a 150- 200 euro… capisci il paradosso?
E sai chi sono coloro che pagano così poco questi poveri operai?…
i capitalisti tedeschi, francesi, italiani ecc… quelli che scappano dall’occidente.
Mi sembra superfluo aggiungere che una famiglia che muore di fame non si può permettere libri e divertimenti…
sta di fatto… che l’Italia potrebbe investire di più nella cultura (anche scientifica… dove è tra le più deboli dell’europa se non del mondo) perché rispetto ad altri paesi i capitali ci sono.
Di cultura umanistica in Italia penso ce ne sia abbastanza :D…
ed in una società basata sull’industria penso serva di meno (anche se rimane importantissima comunque)

bortocal 17 maggio 2010 alle 16:03
caro ovidius aforismatico (oggi mi va di chiamarti così), sulla Romania o sulla Bulgaria hai perfettamente ragione, ovviamente: sono paesi giustificati nei bassi investimenti nella cultura dal basso tenore di vita in assoluto.
ma la tua osservazione rende ancora più tagliente la mia: l’Italia ha redditi ben maggiori, eppure una propensione alla cultura simile.
però guardiamo ancora meglio: come ho evidenziato in un altro post, i salari italiani sono i più bassi dell’Europa avanzata: quindi dal punto di vista di un salariato non ci sono egualmente molte possibilità di spendere per la cultura in Italia, pur se poi basterebbe saltare una partita per abbonarsi ad una rivista o comperarsi qualche libro…
il vero problema è la classe dirigente italiana; ricchissima rispetto a quella di altri paesi, ma veramente ignorantissima e sostanzialmente semianalfabeta.
ma in compenso avidissima: sono sanguisughe voraci.
hai giustamente parlato male degli avvocati in Italia che sono uno dei cancri della nostra società.
sto facendo una causa per diffamazione qui in Germania, l’avvocato mi ha calcolato che gli costerà 5 ore di lavoro (prepara denuncia e documentazione, poi il giudice gli risponde emettendo per iscritto la sentenza, senza tanti dibattiti, tanto quello che conta è quello che stava scritto su quel foglio a stampa, e non c’è altro da discutere – a proposito di processo breve): quindi mi ha chiesto 350 euro.
questo mi costerà la soddisfazione di far condannare in tempi ragionevoli uno che mi ha diffamato mentendo sapendo di mentire e dopo alcuni anni di diffide a smetterla.
quanto mi sarebbe costata una causa simile in Italia? quanto tempo per arrivare a sentenza, permettendo al legale di ingrassarcisi su e cancellando di fatto il diritto? possibile che nessuno si renda conto che il problema della lentezza della giustizia in Italia sta nell’avidità degli avvocati e nelle barocche e umanistiche costruzioni del nostro diritto, che abbiamo anche la faccia tosta di considerare il migliore del mondo?
l’Italia è più avanti nella cultura umanistica? oh, certamente, non fa fatica, dato che è una cosa tutta sua, che nessun altro sa che cos’è.
però negli studi classici la Germania mantiene il primato, nella filosofia e nella sociologia bisogna rivolgersi alla Francia, la musica è inglese perlopiù – ma noi abbiamo la cultura umanistica, nel senso che siamo gli unici che fanno studiare il latino e il greco antico a degli adolescenti che non se ne faranno mai nulla – e nonostante questo le nostre facoltà di lettere classiche al mondo danno poco o nulla (parlo di quel che conosco un po’ in questo caso).
ho scritto un post, tempo fa: “Contro il senso del bello”, se lo vedi capirai perché sostengo che la cosiddetta cultura estetica italiana è l’espressione della violenza e dell’illegalità che caratterizzano la nostra cultura…
parlare di scienza in Italia sarà poi sempre impossibile fino che ci sarà la chiesa della Sindone e di Padre Pio e continuerà a liquefarsi il sangue di san Gennaro senza che nessuno possa spiegare scientificamente di che cosa si tratta esattamente.
l’Italia ha certamente il primato mondiale della superstizione, la chiama cultura umanistica e ne va orgogliosa, che cosa vuoi farci?

afo 17 maggio 2010 alle 16:22
tranquillo… che dopo Berlusconi… Bossi ci mette suo figlio come presidente del consiglio… 😀
(lo dico ironicamente… però mi vien da piangere se ci penso)
vedrai che investimenti nella cultura che si faranno
😉
non ci resta che andare tutti in Danimarca…
ma visto che son vicini agli Olandesi non è che hanno legalizzato la droga anche quelli?

bortocal 17 maggio 2010 alle 18:30
beh beh, le due o tre volte che sono stato ad Amsterdam devo dire che ho visto molti meno drogati in giro che nelle nostre città…
ma perché l’hashish olandese ti preoccupa tanto?
e poi guarda che la Danimarca non è poi tanto vicina all’Olanda: c’è un bel pezzo di Germania di mezzo!
io poi, mai stato in Danimarca, è proprio un paese che manca dal mio catalogo, e non so dirti di più.

. . .

rebirth010 17 maggio 2010 alle 15:15
lavorando nella scuola non posso che darti ragione
l’ignoranza impera, e ne sono fieri
vorrei scriverne molto più a lungo, ma lo sfogo è doloroso
basta il tuo
tuttavia c’è anche una minoranza appassionata al sapere
io vivo per quella, la coltivo, la curo come una piantina fragile
non posso fare altro, oltre ad aver allevato i miei figli nel culto del conoscere per capire

bortocal 17 maggio 2010 alle 18:27
sai, vengo anche io dal mondo della scuola, e credo che si veda.
anche io ho educato dei figli al rispetto dell’onestà e all’amore del sapere e nessuno dei tre mi ha deluso, con le loro curiosità così diverse che hanno fatto di noi una famiglia abbastanza fuori del comune (dopodomani parto per la Cina, per visitare la più piccola che studia a Pechino; la seconda è appena tornata in Italia dopo due anni in un laboratorio australiano di ricerca sul cervello).
nonostante questo lato così aperto e quasi avventuroso della loro vita, che tanto mi somiglia, ci sono momenti nei quali mi pento quasi di avergli resa la vita più difficile con questi valori.
poi mi consolo dicendo che la vita troppo facile è una vera maledizione e spero che mi siano grati anche loro per avere creduto a questa verità banale e che la condividano con me, come mi sembra.

. . .

Pat 19 maggio 2010 alle 7:29
Non so se lo sai, Dario – il ragazzo di Lou- entusiasta di quello che hai scritto- ci ha passato il link di questo tuo elzeviro per messaggio su facebook
🙂
Paspia

bortocal 3 giugno 2010 alle 7:05
spionaggio simpaticissimo il tuo, Patrizia.
no che non lo sapevo: da quando in qua per copiare dal compagno di banco si chiede il permesso?
a me è sempre piaciuto passare i compiti, comunque, e rischiai perfino l’esame di maturità perché mi beccarono: in prima fila stavo scrivendo la traduzione della versione di greco a lettere giganti sul retro della copertina del vocabolario, perché tutti dietro potessero scaricarsela…
convintissimo che fosse giusta, ovviamente! 🙂

. . .

unpassante 8 giugno 2010 alle 20:22
“Contro il senso del bello”
…una volta un insegnante di educazione visiva mi disse “non tutto quello che è bello è buono”
… dopo che gli mostrai una mia pessima copia che avevo fatto del “ragazzo con canestro di frutta” del Caravaggio…
… da qui pensai (e forse già da prima) che ogni tentativo di emulazione e’ stupido.

bortocal 9 giugno 2010 alle 6:48
caro passante che ri-passi, bentornato.
occorre essere ben ottimisti per pensare che ciò che è bello sia normalmente anche buono.
se guardiamo alle cose con spirito disincantato, troviamo che normalmente la bellezza ha in sé qualcosa di egoista, quando non è proprio malvagia.
(ovviamente questo funzionerebbe bene anche come borforisma, grazie di avermelo suggerito…)

Un pensiero riguardo “fotografia dell’ignoranza italiana. wp 196 [195] – 17 maggio 2010 – 471

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