wordpress domenica 9 maggio 2010 – 15:01
a volte penso che anche la Germania si stia italianizzando.
guardate che succede in un telegiornale tedesco dove la giornalista, davanti alla cattedrale di Augsburg, commenta le dimissioni del vescovo Mixa, travolto prima dalle accuse di avere maltrattato e picchiato dei bambini, e poi dall’apertura di una inchiesta per abusi sessuali.
la giornalista sta esprimendo le perplessità dell’opinione pubblica, che non si scaglia contro il vescovo, fino a che l’inchiesta non sarà terminata, ma ricorda che per settimane il vescovo ha negato anche le accuse di maltrattamenti ai bambini, fino a che le prove non sono diventate schiaccianti.
e a questo punto che ci fa quel sardonico Superman sullo sfondo? a che cosa allude?
però c’è da notare che almeno i tedeschi si scandalizzano e non si compiacciono dell’episodio.
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difficile immaginare lo sconcerto dei tedeschi per questo episodio: a nessuno sfugge che il vescovo Mixa, che ha ricevuto la notizia della decisione del papa nella clinica per alcoolisti nella quale è ricoverato, era stato nominato e voluto da Ratzinger come capo del milione e mezzo di cattolici della Baviera occidentale, la sua patria, proprio come una delle personalità più vicine alla sua idea integralista della chiesa.
oggi Die Welt si interroga fino a quando lo stato potrà continuare a tollerare e finanziare una organizzazione come la chiesa cattolica che lavora per disgregare i valori fondanti della democrazia tedesca.
aggiungete che Ratzinger appare come un tedesco che ha tradito i valori nazionali dell’antinazismo, della tolleranza, del multiculturalismo, che sono oggi il volto della nuova Germania che nessuna forza politica di nessun colore mette in discussione, a parte modesti gruppi neonazisti costretti alla dissimulazione.
che il cardinale di Vienna, amico personale di Ratzinger, abbia oggi pesantemente attaccato il cardinale decano Sodano per avere definito chiacchiericcio a Pasqua le proteste dei violentati e lo accusi per avere ostacolato le indagini sui reati sessuali di un altro vescovo qualche anno fa, sembra segnare l’aggravamento di una crisi senza ritorno, che potrà concludersi solo con la scomparsa di Ratzinger dalla scena.
si potrà considerare ingiusto in parte questo scenario, dato che Ratzinger fu solo un esecutore, forse anche scontento, e che il vero responsabile della politica di acquiescenza verso la pedofilia ecclesiastica fu Giovanni Paolo II, uno dei papi peggiori della storia della chiesa, che ha procurato guasti al cattolicesimo forse irrimediabili, e che consapevolmente metteva il silenziatore sulle proteste contro chi gli garantiva spirito reazionario ed anticomunismo.
comunque Ratzinger è stato eletto per continuarne la politica, e sono i nodi di quella politica ecclesiastica condotta da papa Wojtyla per oltre vent’anni che ora stanno venendo al pettine.
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questo è l’elenco pubblicato oggi dal più autorevole quotidiano tedesco, Die Zeit, dei vescovi costretti alle dimissioni negli ultimi 10 anni circa:
John Magee, Cloyne (Irlanda): marzo 2010, dimissioni accettate dopo un anno dalla presentazione, per la protezione accordata a diversi preti pedofili della sua diocesi.
Magee è il quarto vescovo irlandese che presenta le dimissioni per questo motivo.
Georg Müller, Trondheim (Norvegia): giugno 2009, annuncia le dimissioni per avere abusato sessualmente di un corista
Stanislaw Wielgus, arcivescovo di Varsavia: gennaio 2007, si dimette per avere lavorati per i servizi segreti del regime comunista polacco
Kurt Krenn, St. Pölten (Austria): settembre 2004: faceva parties omosessuali nel seminario della sua diocesi e aveva caricato migliaia di foto pornografiche di bambini nel computer del seminario; aveva negato a lungo lo scandalo; aveva guidato crociate sulla stampa contro l’islamizzazione dell’Europa.
Juliusz Paetz, Posen (Polonia): marzo 2002, aveva abusato per anni di preti e seminaristi.
John Aloysius Ward, Cardiff (Gran Bretagna): ottobre 2001; non aveva rimosso due preti pedofili.
non credo peraltro che questa lista sia completa.
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colgo l’occasione per preannunciare un post di analisi storica, che intende risalire alle origini del problema, esaminandone le origini nel Vangelo secondo Matteo e in una pseudo-lettera di Paolo.
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