quel maledetto anno in più al Liceo. wp 180 [179] – 7 maggio 2010 – 430

wordpress venerdì 7 maggio 2010 – 7:16

mettetela così: rispetto al resto del mondo gli alunni italiani sono tutti ripetenti, perché stanno nella scuola un anno in più.

e l’unica riforma realizzata negli ultimi anni, ha aggiunto un anno di ripetenza anche all’università, dove col 3 + 2 si deve fare in 5 anni quel che prima si faceva in 4: riforma che ha distrutto l’università senza che nessuno protesti.

perché state sicuri che sono le corporazioni che fanno l’opinione pubblica sulla scuola e se a qualcuno venisse in mente la follia di far durare il liceo 6 anni, tranquilli che la corporazione troverebbe democratico consentire un altro anno di meraviglie sui banchi agli studenti.

ovviamente qualche persona di buon senso deve ogni tanto porre il problema perché tenere un anno in più degli altri paesi i ragazzi nella scuola superiore (che per i giornalisti italiani, chissà perché, è sempre quel luogo tetro e borghese che è il liceo).

* * *

niente di nuovo sotto il sole, quindi se quasi vent’anni dopo Luigi Berlinguer, che fece una proposta di riforma della scuola coerente con queste considerazioni, il Rettore dell’Università Bocconi ripropone l’idea, ovvia in qualunque altro paese del mondo, di accorciare di un anno il corso degli studi preuniversitari e di mandare i ragazzi all’università un anno prima.

dico idea ovvia altrove, perché l’Italia è oramai rimasto l’unico paese avanzato dove il curricolo scolastico dura 13 anni: dal prossimo anno scolastico anche la Germania, che deteneva il record della durata degli studi scolastici assieme a noi, vedrà andare agli esami finali i ragazzi di 12esima classe.

* * *

ma l’idea ragionevole e modernizzatrice di Berlinguer venne sepolta dalla rivolta degli idioti di sinistra, che ovviamente in questo modo per mancanza di lungimiranza hanno posto le basi per la sistematica distruzione della scuola realizzata dal ministro Gelmini adesso: dovendosi ridurre infatti i costi del personale, mantenendo i 13 anni di studi, va da sé che si è dovuto ridurre l’orario settimanale delle lezioni, rendendo quella permanenza a scuola 5 anni al posto di 4 sempre più simile ad un parcheggio insensato.

è matematica pura, ragazzi!

ma già i ragazzi italiani non brillano affatto nelle ricerche internazionali sulle competenze scolastiche conseguite nei licei: insomma, grazie a questo anno in più non è che abbiamo ragazzi più preparati, anzi!

gli adolescenti italiani vanno sì a scuola un anno in più, e tuttavia sono mediamente più ignoranti dei loro coetanei europei, e oramai, grazie al costante peggioramento dei risultati degli ultimi anni, sotto all’Italia sta messo scolasticamente in Europa solo il Portogallo, e noi stiamo per raggiungere il Messico, cioè per uscire dalla fascia dei paesi europei.

scolasticamente parlando, ma non solo.

del resto, basta vederli gli studenti italiani: razzisti, maleducati, grossolani, già educati all’arroganza e alla prepotenza che sono le principali virtù nazionali.

quindi, tutti tranquilli: gli studenti italiani continueranno a cazzeggiare nelle scuole superiori assieme ai loro docenti e ad esprimere la loro creatività soprattutto su Facebook, grazie ai filmati che documentano il palpeggiamento delle supplenti oppure la persecuzione dell’handicappato di turno.

* * *

scopo di questo post non è quindi di spendere neppure una parola a favore di una idea sensata, dato che sarebbe una follia pensare che una idea sensata possa trovare ascolto presso un popolo insensato, ma solo di farmi quattro crasse risate a sentire come si mobilita di nuovo l’intelligentsia idiota della scuola italiana contro il buon senso, esattamente con lo stesso furore e lo stesso misto di banalità e nazionalismo fascistoide con cui venne sepolto il buon senso del Berlinguer Luigi 15 anni fa.

aggiungo, per rendermi sgradevole fino in fondo, che trovo impressionante la sicumera arrogante con cui tutti si sentono in diritto di rispondere al Rettore di una delle più prestigiose università italiane dal loro cadreghino al liceo, senza mai essere sfiorati dal dubbio che ne sappia un poco più di loro.

Marco Lodoli, giornalista, scrittore alquanto noto, professore, che – secondo il Corriere della Sera – “il mondo dei ragazzi lo conosce bene, anche perché da anni insegna italiano e storia in un istituto nella periferia di Roma”, sai che posto di osservazione privilegiato, mica è d’accordo sulla proposta:
Questi cinque anni di liceo sono preziosi, non bisognerebbe accelerare l’adolescenza.

chissà se i tempi della maturazione degli ormoni dipende dalle lezioni di latino…

Se il problema è allinearsi con l’Europa, «allora pensiamo di mandarli a scuola a 5 anni».

coerenza meravigliosa: non accorciamo l’adolescenza: accorciamo l’infanzia.

e poi peccato che in Europa non si mandino affatto i bambini a scuola a 5 anni.

è evidente che si tratta soltanto di un discorso corporativo da docente, oltretutto discorso stupido, dato che fare 4 anni a 30 ore settimanali, corporativamente parlando, equivale perfettamente a farne 5 a 24.

* * *

«Tra tutti i problemi dell’istruzione, questo è il meno urgente; allora dovremmo allinearci anche con la meritocrazia, come l’assunzione diretta dei docenti»
questo lo dice il preside del liceo Berchet di Milano, che ci dà un buon esempio di sviamento del discorso, e spero che la sintassi sia solo della giornalista: che cosa c’entra la meritocrazia? è solo lo slogan della sua corporazione dei dirigenti scolastici contro quello della avversa corporazione dei docenti di liceo.

ciononostante gli scappa un “allora” molto ben detto: ovviamente dover raggiungere gli stessi risultati formativi o speriamo anche meglio, in un anno di meno, aiuterebbe la scuola a ridiventare seria, più che meritocratica.

di serietà c’è bisogno nella scuola italiana, infatti; di meritocrazia, mica sono tanto sicuro, dipende da come la si fa, la meritocrazia.

* * *

secondo il preside del liceo classico Beccaria, invece:
«Basta che si vada a rivedere tutto il sistema».

questa volta la tattica è quella nota del gattopardo alle calende greche.

il preside del Liceo Scientifico Vittorio Veneto invece non ha peli sulla lingua, per fortuna:
«Lo scriva: è una bestialità, abbiamo una scuola che ci invidiano anche all’estero.
Questa idea è solo uno specchietto per le allodole».

dall’estero garantisco al preside che la scuola italiana non ce la invidia proprio nessuno come struttura generale, ed è all’avanguardia semmai nel mondo per aspetti ben diversi come l’integrazione degli handicappati.

* * *

ciò che è impressionante è che questi addetti ai lavori ignorano completamente i termini del problema e pontificano da perfetti ignoranti delle questioni di cui parlano.

sulla stessa linea ovviamente anche i commenti dei lettori. che almeno hanno il diritto all’ignoranza, però.

Al posto di preoccuparci di rendere culturalmente e tecnicamente più preparati i nostri diplomati siamo qui a disquisire se sia il caso di diminuire di un anno la preparazione liceale, come se il ritardo dei giovani italiani dipendesse da questo anno in più…
Per chi dice che spesso all’estero è già così e ci si diploma a 18 anni rispondo che non dobbiamo comportarci da provincialotti pecoroni, certe decisioni dobbiamo essere “noi” a prenderle razionalmente, senza preoccuparci di imitare gli altri…

“al posto di” è sbagliato: è proprio perché ci preoccupa della preparazione degli studenti che si pone il problema di una scuola più impegnativa.

cuoredilupo scrive:
Qui in Germania 4 anni fa fu fatto lo stesso errore, e oggi siamo qui a pagarne le spese.
Non si puo`”cancellare” un anno.

argomenta meglio una mamma che critica la scuola tedesca, non rendendosi bene conto però che questo ha poco a che fare con l’abbreviazione in corso di un anno scolastico dei Gymnasien.

* * *

l’unico commentatore col quale mi trovo d’accordo scrive:
Conoscono il catechismo meglio dei talebani.
Conta quello che uno sa fare.
Secondo Snoopy, chi non sa fare insegna.

e chi non sa neppure insegnare, fa il preside, aggiungo io.

* * *

per chiudere in bellezza ho provato a immaginarmi come sarebbe stata la mia vita se fossi andato all’università un anno prima, se avessi passato i miei 18 anni all’Università Statale di Milano a corteggiare Alessandra (e a farci finalmente sesso) anziché G. al Liceo Classico a cui non sapevo neppure come chiederlo.

molto molto meglio, direi.

ma poi mi viene in mente quanto sono stupido: io ho già fatto per mio conto la riforma di Berlinguer e del Rettore della Bocconi, perché ho fatto tutta la scuola con un anno di anticipo, iniziandola a sei anni direttamente in seconda.

anticipare a 18 anni l’uscita dalla scuola superiore? idea bocciata, idea bocciata: finalmente i nemici della riforma hanno trovato un argomento contrario veramente tranciante: guardate bortocal, che fece la maturità a 18 anni, mentre i suoi compagni la facevano a 19, e vi passerà la voglia, guardate che conseguenze.

Un pensiero riguardo “quel maledetto anno in più al Liceo. wp 180 [179] – 7 maggio 2010 – 430

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