il parroco che faceva predicare anche gli atei. wp 142 – 18 aprile 2010 – 358

wordpress domenica 18 aprile 2010 – 19:31

dea.de, un portale cristiano di notizie tedesco, riferisce di un parroco di Darmstadt, evangelico (cioè luterano), che nella settimana di Pasqua ha chiamato in chiesa a parlare anche dei non credenti.

„Oggi bisogna avere anche la possibilità di di dire in che cosa non si crede più, di che cosa si dubita”.
così ha detto in una intervista al giornale locale, interessato all’iniziativa.

“Vorrei dire ancora una volta che siamo alla ricerca della verità.
Tutti gli uomini sono per via, con i loro piccoli errori e con le loro piccole verità.
La Chiesa mostra il futuro, quindi, se comprende di essere il luogo dove si può discuterne.
La Chiesa non ha il diritto eterno alla verità e invece deve imparare a vivere col plurale delle verità”.

perfetto, direi!

questa semplice iniziativa sarebbe capace di riportare un clima di unità e collaborazione dove oggi regnano la contrapposizione e l’ostilità reciproca.

* * *

a Malta papa Ratzinger ha detto:
“Dio non rifiuta nessuno.
E la Chiesa non rifiuta nessuno”.

sono parole perfette anche queste.

e quindi mi aspetto che il papa faccia come il pastore Schneider, esattamente.
apra le chiese anche ai non credenti e gli permetta di dire quello che pensano: dal pulpito, ai fedeli.

sarebbe un gesto rivoluzionario.

ma tradurrebbe alla lettera nei comportamenti quel che viene detto a parole e sarebbe un gesto di riconciliazione straordinario.

* * *

se invece si dice che si è aperti a tutti per cercare di escludere qualcuno, allora i malfidenti penseranno che queste dichiarazioni siano dello stesso tipo di quelle sul partito dell’amore che fa Berlusconi.

. . .

commenti:

rebirth010 18 aprile 2010 alle 19:54
un parroco luterano può dirlo, uno cattolico no…
il parroco ha avuto il suo momento di gloria e noi rassegnamoci a doverci sorbire ogni giorno le bordate della chiesa contro chi non è millimetricamente allineato
non si accettano voci discordanti quaggiù
o dentro o fuori (io fuori)

bortocal 18 aprile 2010 alle 20:20
temo anch’io che un parroco cattolico avrebbe difficoltà a dirlo.
per questo ho invitato Ratzinger a dirlo lui….
😉
– l’idea del 5 per mille per Emergency mi piace: ma come sarebbe possibile?
(commento al tuo blog, che colloco qui per comodità)

rebirth010 18 aprile 2010 alle 20:34
5 per mille
C’è un modo di contribuire alle attività di Emergency a favore delle vittime della guerra e della povertà che non costa nulla: devolvere il 5 per mille della propria dichiarazione dei redditi a Emergency.
Come fare
1. Compila la scheda CUD, il modello 730 o il modello Unico.
2. Firma nel riquadro indicato come “Sostegno del volontariato…”
3. Indica nel riquadro il codice fiscale di Emergency:
971 471 101 55
dal sito

http://www.emergency.it/index2.php

bortocal 18 aprile 2010 alle 20:39
ops, scusami, avevo letto 8 per mille, frettolosamente, ed è questo che mi interessava in questo momento, considerando l’obbligatorietà di un contributo alle religioni.
forse non tutti sanno che se si sceglie lo stato questo significa soltanto che l’8 per mille viene redistribuito fra le altre religioni secondo la proporzione delle scelte altrui.
per questo mi piacerebbe che ci si ponesse il problema di far riconoscere l’ateismo come una religione, in modo da consentire anche agli atei di accedere all’8 per mille.

rebirth010 18 aprile 2010 alle 20:31
per il partito dell’amore…
solo da noi questa str…ta poteva essere sdoganata come un manifesto politico e non per quello che è: puro populismo
soprattutto detto da chi l’amore manco sa cos’è, se non quello per sè stesso
ultimamente mi vergogno di essere italiana e non è un bel sentimento
devo lottare contro l’istinto di chiudermi solo nel privato, negli affetti, nella cerchia dei soliti amici, coi quali però, spesso, la politica è tabù…
almeno tu vivi all’estero… dove integrazione e senso dello stato hanno storia antica, turbolenta, sì, ma matura…
sull’integrazione qua da noi non si ragiona in termini di opportunità, ma sempre e solo di problema da estirpare alla radice… in tempi brevi, calpestando i diritti costituzionali e umani… (sono in periodo postelettorale e vedo tutto nero)

bortocal 18 aprile 2010 alle 20:44
ti capisco bene, anche perché il mio lavoro all’estero non è eterno e mi si pone il problema di che cosa fare nel momento in cui dovesse finire.
sinceramente l’idea di rientrare in Italia mi dà i brividi.
sull’andamento delle elezioni io invece do una lettura alquanto ottimistica, sarò forse impazzito?
eppure la mossa di Fini mi ha dato subito ragione: occorre guardare i numeri reali, non quelli spacciati dalla propaganda.
e questi numeri nostrano un forte distacco da Berlusconi, che aspetta solo di essere riempito da un nuovo leader.
il problema, mi ripeto, è la sinistra: non Berlusconi!
oppure da lontano non percepisco più la gravità della corruzione dello spirito popolare in Italia?

rebirth010 18 aprile 2010 alle 20:48
hai perfettamente ragione
siamo orfani di una vera opposizione
mettiti nei panni di una donna di sinistra, che abita in un piccolo paese del nord dove il pdl+lega ha l’80% dei consensi…difficile essere ottimisti
(mi tocca tifare per fini, pensa te che roba…)

bortocal 18 aprile 2010 alle 20:59
immagino bene, perché quella sarà più o meno la realtà nella quale potrei trovarmi a dovere rientrare a settembre, dopo essermene andato sei anni fa: una media città leghista del nord Italia.
la tragedia è che a volte si pensa che, se l’Italia trovasse anche il suo Obama, sarebbe massacrato prima di tutto dai suoi.

rebirth010 18 aprile 2010 alle 21:07
mica ci si deve rassegnare no?
altrimenti non resterebbe che fare la valigia
invece sto qui a rompere le scatole, a indignarmi, a rodermi il fegato, a crescere i miei ragazzi secondo i principi universali…

bortocal 18 aprile 2010 alle 21:12 · · Rispondi →
non identifico affatto il fare la valigia (come ho fatto io) come un modo di rassegnarsi, anzi!
è un modo di crescere, di informarsi, di entrare nei problemi attraverso altre culture e vedere molto meglio i limiti della realtà da cui si proviene.
se poi passi le tue sere a scrivere un blog in italiano, direi che la rassegnazione che a volte vien voglia di predicare non riesco proprio a praticarla!
– per il resto poi i punti di vista sono diversi se i figli sono grandi oramai, letteralmente sparsi nel mondo e al massimo stai riaprendo il ciclo col primo nipotino…

2 pensieri riguardo “il parroco che faceva predicare anche gli atei. wp 142 – 18 aprile 2010 – 358

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