il romanzo vero di un prete pedofilo (i documenti originali dell’incredibile caso Kiesle). wp 128 – 11 aprile 2010 – 323

wordpress domenica 11 aprile 2010 – 20:38

le lettere pubblicate oggi da Repubblica in inglese e in latino sulla vera storia di Stephen Kiesle, prete pedofilo il cui caso è al centro dello scandalo che colpisce la figura del papa per avere omesso di intervenire sui suoi abusi sessuali, hanno la densità e il sapore di un romanzo.

è un peccato che non le si trovi pubblicate integralmente nelle pagine cosiddette culturali, asservite invece da tempo alla promozione dei più vari prodotti di consumo colto: si impara di più da un documento simile che da un trattato di storia della Chiesa.

avevo ben detto nel mio post 125-benedette-lettere che per valutare la lettera di Ratzinger oggetto di tante polemiche occorreva inserirla nel contesto, ma neppure io mi aspettavo una cosa del genere.

il racconto è superiore ad ogni immaginazione: prego chiunque passi di qua di leggere pazientemente tutto, garantisco che ne vale la pena.

titel
Il [in]fallibile – La missione fallita di Jospeh Ratzinger
– Copertina del principale settimanale tedesco, Der Spiegel

* * *

questo post si può dire scritto a quattro mani, perché esce solo grazie alla collaborazione preziosa e competente dell’autore del blog canonicismo canonicismo.wordpress.com che ha svolto (in un’ora!) l’immane lavoro di tradurre tutte le lettere scritte in inglese; lo ringrazio per avere condiviso questo piccolo progetto, pur se la pensa in modo molto diverso da me in campo religioso.

le traduzioni delle due lettere scritte in latino sono invece mie.

* * *

il primo che deve occuparsi di questo prete un po’ strano è il suo parroco e lo fa su carta intestata della Chiesa del Buon Pastore di Saint Pittsburg, California, il 25 Aprile 1981.

quel giorno il parroco compone una lettera rivolta al predecessore di Ratzinger.

Sua Eminenza Franjo Seper
Cardinale Prefetto
Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede
Città del Vaticano, Italia
Vostra Eminenza:
Vi scrivo riguardo alla richiesta di Stephen Kiesle di essere dispensato dagli obblighi del sacerdozio, compreso quello del celibato. Raccomando l’accoglimento di tale petizione per un gran numero di ragioni, ma soprattutto a causa del fatto che la sua ordinazione è stata dettata da una paura reverenziale e dal desiderio di incontrare il rispetto degli uomini, e soprattutto del fatto che è stata un atto di immaturità e conseguentemente privo di responsabilità da parte sua.
Nel Giugno 1971, Stephen Kiesle è stato inviato presso di me in questa grande parrocchia suburbana come Diacono a completare il suo apprendistato nella teologia pastorale e al tempo stesso a finire il suo corso seminariale di Diacono. E’ stato ordinato per la Diocesi di Oakland il 19 Maggio 1972, e da lì è stato trasferito il 5 Giugno 1972 perché diventasse Pastore Associato nella Chiesa di Saint Joseph a Pinole, California.
Stephen aveva una madre molto dominatrice che ha svolto un ruolo decisivo nel mandarlo in seminario e in seguito nel vederlo diventare Sacerdote. Era una signora prominente ed attiva nei circoli sociali di una parrocchia a San Jose, California. Sono convinto che Stephen abbia ricevuto l’ordinazione al Sacerdozio a causa della sua paura reverenziale e del rispetto umano per sua madre e che in tale occasione sua madre se ne sia sentita glorificata. Lo status di lei nella sua parrocchia in quanto madre di un Sacerdote aumentò considerevolmente. Credo quindi che l’impegno di Stephen a diventare Sacerdote non sia venuto da una dedizione al Signore, ma piuttosto alla propria madre.
Stephen Kiesle era un ragazzo molto intelligente, socievole e industrioso, ma mancava di maturità, di responsabilità e di spiritualità.
Come Diacono qui ha lavorato con degli adolescenti e con dei bambini nel nostro programma CCD. I giovani erano contenti di lui e cooperavano con lui. Tuttavia lui si comportava come uno di loro: giocava a palla con loro, li portava in giro e a spettacoli fuori casa e passava del tempo nelle loro case.
Ero in un certo qual modo preoccupato di questo, ma non avevo mai ricevuto commenti negativi da parte di nessuno. Solo alcuni anni dopo che aveva lasciato la parrocchia ho saputo di alcune cose improprie che erano avvenute mentre lui era da noi.
Prima della sua ordinazione ho detto al nostro Ordinario, che poi sarebbe diventato il Vescovo Begin, che ero preoccupato dalla letteratura che leggeva, dalle riviste che aveva nella sua stanza, e in generale dalla sua mancanza di maturità e di spiritualità. Per me questi erano segni di un qualche tormento interiore e del bisogno di soddisfare la sua natura e di condividere la sua vita con un’altra persona.
Tuttavia fu ordinato e molto probabilmente le mie osservazioni non furono prese seriamente.
Dopo la sua ordinazione ho sperato e pregato che fortificato dalle grazie dei Sacramenti sarebbe cresciuto e maturato come un buon giovane ministro, perché aveva molto da offrire. Ma alcuni anni dopo ho saputo dei suoi problemi.
A presente sono convinto che potrebbe essere dannoso per Stephen personalmente e per tutte le persone della Diocesi, a causa della pubblicità che è stata data al suo caso, se non ricevesse la dispensa dall’oblligo del celibato. Di conseguenza umilmente e sinceramente raccomando l’accoglimento della sua domanda.
Ringraziando in anticipo per la vostra favorevole decisione a questo proposito, e chiedendo la vostra benedizione parterna, sono,
Sinceramente in Cristo,

così scrive il Reverendo Louis Dabovich, Pastore.

ha tracciato un ritratto attento e partecipe della psicologia del giovane Stephen, stranamente non privo di simpatia, ha fatto uscire dall’ombra la sagoma dominante di questa madre autoritaria, che ha condizionato lo sviluppo psicologico del figlio e se ne è servita come uno strumento personale di gratificazione e di prestigio per sé, ha accennato con discrezione (forse con troppa discrezione) alle sue tendenze pedofile (“alcune cose improprie che erano avvenute”), ha fatto capire di avere seguito questo caso con attenzione, ma anche con prudenza e una specie di tolleranza umana che piacerebbe che la chiesa avesse piuttosto per altre situazioni che non coinvolgono direttamente i suoi membri.

* * *

la lettera successiva è del cancelliere Crespin della diocesi: sono passate meno di due settimane dalla lettera precedente, è l’8 Maggio 1981 quando parte questa seconda, allo stesso destinatario.

Vostra Eminenza:
scrivo riguardo al caso di Stephen Kiesle che ha richiesto una dispensa dagli obblighi del sacerdozio, compreso quello del celibato. Scrivo sulla base della mia esperienza come suo pastore durante i tre anni dell’esercizio del suo ministero sacerdotale. I miei commenti saranno dettati dalla mia osservazione personale durante tale periodo di tre anni e dalle informazione che Padre Kiesle ha messo a mia disposizione riguardanti il periodo precedente alla sua ordinazione.
In una conversazione che ho avuto con Padre Kiesle dopo la sua decisione di lasciare il ministero attivo mi ha detto che essere ordinato sacerdote era diventata una specie di sfida per lui. Ha detto che la sua famiglia non lo sosteneva in tale decisione di diventare sacerdote e che in certi momenti gli aveva anche fatto una vera e propria opposizione. Anche le autorità del seminario a volte si erano chieste se lui dovesse continuare la sua preparazione al sacerdozio. L’attitudine di Steve Kiesle in risposta a queste preoccupazioni della sua famiglia e degli insegnanti del seminario era di provare loro che poteva essere ordinato. Sembrerebbe che la sua motivazione fosse dettata più dal desiderio di contraddire l’opinione di altri che da un forte desiderio personale di diventare sacerdote.
Devo dire che questa sua spiegazione, seppur vista solo col senno di poi, mi ha spiegato molte cose. Non mi era mai stato chiaro, osservando Padre Kiesle come pastore associato, perché fosse diventato sacerdote. L’attività pastorale in quanto tale non sembrava interessargli. I suoi interessi nel ministero erano estremamente limitati e ristretti.
Durante il tempo che Padre Kiesle ha passato con me alla Parrocchia di Nostra Signora del Rosario a Union City ho osservato che aveva un carattere estremamente dotato, creativo e brillante. Era anche altamente disorganizzato, irresponsabile nel portare avanti normali compiti, altamente indisciplinato e immotivato a realizzare gran parte del suo ministero sacerdotale. Il suo principale interesse era evidentemente quello di lavorare con i minori. Solo con grande difficoltà si relazionava con la maggior parte degli adulti. Esprimeva un certo interesse nella liturgia e nell’insegnamento ma era troppo indisciplinato e quindi il risultato fu che non portò avanti tali interessi. Era quasi impossibile fargli sviluppare un interesse per i malati, per il consiglio degli individui e delle famiglie, per la sua partecipazione ad attività della parrocchia che non fossero legate alla gioventù. Mostrava chiari segni di uno sviluppo emozionale incompleto e di un interesse limitato per il ministero.
Anche al di là della difficoltà che Padre Kiesle aveva con la legge a causa dei suoi rapporti con i bambini, c’erano oggettive ragioni per mettere in dubbio la sua attitudine per il ministero e in particolare il suo interesse al riguardo. Più di una volta ci sono stati dei parrocchiani che sono venuti da me esprimendomi le loro preoccupazioni riguardo a lui e alla qualità del suo ministero. Padre Kiesle è una persona gentile e di conseguenza normalmente non provocava rabbia o litigi tra i parrocchiani. Quella che loro mi esprimevano era più che altro una preoccupazione riguardo al suo atteggiamento indifferente e adolescenziale.
Mentre ero via dalla parrocchia per un viaggio, Padre Kiesle è stato implicato in rapporti criticabili con dei bambini. Tali incidenti non vennero alla luce fino al mio ritorno alla parrocchia. Confido nel fatto che gli atti del suo caso già contengano una descrizione sufficiente della natura delle sue difficoltà, quindi non dirò di più su questo.
Devo aggiungere, tuttavia, le mie riflessioni su una cosa: la pubblicità negativa che Padre Kiesle ha ricevuto è stata talmente estesa e significativa che permettergli di lavorare come sacerdote al riparo da tale ignominia sarebbe molto difficile. Questo è certamente vero per tutta la California e può valere anche per gli stati confinanti. In secondo luogo, penso che questi incidenti siano indizi di una situazione che non renderebbe prudente continuare ad avvalersi di Padre Kiesle in un normale ministero parrocchiale.
Padre Kiesle è stato in terapia fin da quando i primi incidenti sono venuti alla luce e mi sento relativamente sicuro che adesso lui sia molto più capace di gestire sé stesso e i suoi problemi di quanto non lo fosse all’epoca delle sue prime difficoltà. Tuttavia, questa stessa terapia, da quel che io capisco, lo ha aiutato a capire che probabilmente non avrebbe mai dovuto farsi ordinare a causa della mancanza di una vera motivazione e in considerazione dei suoi bisogni fisici e emozionali. E io ad oggi sono assolutamente d’accordo con questa sua valutazione e penso che non sarebbe saggio per lui continuare nel ministero. Inoltre, non penso che sarebbe prudente per la Chiesa permettergli di continuare nel ministero.
E’ sulla base di questa situazione che rispettosamente raccomando a Vostra Eminenza che a Padre Steve Kiesle sia accordata la dispensa che ha richiesto.
Sinceramente vostro,
Reverendo George E. Crespin
Cancelliere

l’analisi compiuta qui della situazione diverge alquanto da quella della lettera precedente: il ruolo della madre nella scelta per il sacerdozio di Stephen scompare; nessun riferimento si fa al vescovo Begin che nella lettera precedente è stato sommessamente criticato per non avere tenuto delle preoccupazioni del parroco, presso cui il diacono stava svolgendo il proprio servizio prima di essere ordinato prete: certi aspetti del suo carattere sconsigliavano l’ordinazione, ma Stephen era stato consacrato al sacerdozio egualmente.

il cancelliere è un subordinato del vescovo nella diocesi, e lascia cadere questo aspetto, naturalmente; nello stesso tempo dimostra una conoscenza diretta della persona e una capacità di analisi della sua situazione più raffinata e complessa.

il riferimento alle tendenze pedofile è tuttavia introdotto quasi incidentalmente nella sua valutazione del caso ed inizialmente non è presentato come il fattore determinante della proposta di riduzione allo stato laicale.

spiace dirlo, ma molto più rilievo viene dato al caso che queste tendenze siano diventate note: è questo il vero problema che la diocesi si trova a dover gestire, per il resto vi è come una sottintesa rassegnazione al fenomeno, se posso dir così, nel chiaro presupposto che non si tratta comunque di un fatto isolato.

* * *

passano 40 giorni, e a questo punto, il 19 giugno 1981, è il vescovo di Oakland a intervenire di persona.

il documento, Votum Episcopi, non ha destinatario in indirizzo, ma è rivolto direttamente al Papa, sembra dall’appellativo iniziale.

si ha del resto l’impressione che vi siano stai contatti informali e telefonici attraverso i quali da Roma si è fatto presente che non bastava la richiesta del parroco, occorreva un intervento ufficiale della diocesi; e per diocesi si intende il vescovo in persona, non un semplice cancelliere.

e che occorreva calcare la mano, deve avere aggiunto qualche addetto, se si voleva provare a smuovere i superiori: stringerli in un angolo con parole chiare, dunque.

sbaglierò, ma il vescovo ha dato l’incarico di nuovo al cancelliere (qua e là mi par di sentire la stessa mano), ma raccomandandogli pochi giri di parole e una maggiore durezza sul caso.

ecco perché questa volta il quadro dei fatti che esce è impressionante.

Santissimo Padre,
vorrei presentarLe domanda di ritorno allo stato laicale da parte di Padre Stephen Kiesle. Vorrebbe ritornare allo stato laicale ed essere sciolto da ogni obbligo del Sacerdozio, compreso il celibato.
Padre Kiesle è nato il 14 Febbraio 1947 a Indianapolis, Indiana. Ha frequentato le scuole elementari a Lakewood, California, e San Lorenzo, California. E’ entrato nel Seminario Universitario di Saint Joseph nel 1960. Dopo essersene laureato è entrato al Seminario di Saint Patrick nel 1964 ed ha cominciato i suoi studi teologici al Seminario di Saint Patrick di Menlo Park nel 1968. Padre Kiesle è stato ordinato il 19 Maggio 1972 alla Cattedrale di San Francesco di Sales dal Reverendo Floyd L. Begin, Vescovo di Oakland.
Sembra chiaro, adesso, con il senno di poi, che molto probabilmente Padre Kiesle non avrebbe mai dovuto essere ordinato.
Ha avuto diversi probemi di ordine psicologico, emozionale e sessuale durante il suo Sacerdozio. Nell’Agosto del 1978 è stato arrestato dalla polizia e accusato di aver abusato sessualmente di almeno sei giovani maschi di età fra gli undici e i tredici anni tra il Novembre 1977 e il Maggio 1978. Di fronte alla corte, Padre Kiesle si è dichiarato colpevole delle accuse. Ha ricevuto una sentenza di sospensione di tre anni e doveva seguire un periodo di riabilitazione di tre anni. Doveva incontrare regolarmente il suo ufficiale di controllo della riabilitazione. Non doveva mai essere lasciato solo in presenza di minorenni, né tanto meno lavorare con minorenni senza la presenza di adulti. Doveva anche registrarsi presso il dipartimento di polizia di qualsiasi città in cui fosse andato a risiedere. E’ durante questo periodo di tempo che Padre Kiesle si è preso un lungo periodo di assenza dalla nostra Diocesi.
Purtroppo, dalla data della prima apparizione di Padre Kiesle di fronte alla giustizia c’è stata una grande pubblicità riguardo alla sua condotta. Lunghi articoli sono apparsi in tutti i principali giornali dell’Area della Baia di San Francisco e di tutta la California. Alcune pubblicazioni hanno anche stampato la foto di Padre Kiesle. Di conseguenza, il suo caso e le accuse di atti illeciti hanno ricevuto una massima esposizione pubblica. Alcuni giornali sono stati in grado di pubblicare anche dettagli specifici della sua condotta, ricavati dai rapporti di polizia. Padre Kiesle è stato in terapia psichiatrica a partire da quando questa difficile situazione è risultata nota per la prima volta al pubblico nell’Agosto del 1978. A tuttora continua a vedere un terapista su base regolare.
Riconosco a Padre Kiesle di aver sempre cooperato nella ricerca di aiuto psichiatrico quando questo gli è stato richiesto. D’altra parte, le cose che lui stesso diceva riguardo al suo rapporto nei miei confronti hanno aperto per me un problema sul suo modo di relazionarsi all’autorità e all’obbedienza. Mi ero messo d’accordo con due vescovi di diocesi confinanti perché lo impiegassero in incarichi che non riguardassero il ministero pastorale durante i mesi in cui sarebbe stato in terapia. Con la massima nonchalance si è rifiutato di prendere in considerazione tali incarichi, anche se in seguito, di sua volontà, ha eseguito un incarico temporaneo in una di quelle stesse diocesi. Ma intanto io mi ero sentito obbligato a rilevare l’inconsistenza della sua capacità di giudizio.
Ho convinto uno dei nostri migliori giovani sacerdoti a dargli un alloggio con alcune possibilità di limitato lavoro. Tale incarico è continuato per molti mesi ma era evidente che non stava facendo nessun progresso né nel suo lavoro né nella coltivazione di alcun altro suo interesse. Avevo paura che passare il tempo senza far niente fosse profondamente deleterio per un uomo della sua età. Quando, dunque, si è trovato un lavoro che gli permetteva di vivere, gli ho chiesto di prendersi un anno fuori dalla parrocchia e di assumersi la responsabilità di condurre la propria vita per suo conto. Tale decisione, difficile come era stata, sembra essergli stata molto benefica. Credo che abbia contribuito molto alla sua attuale decisione.
Date tutte le circostanze del caso e data la decisione irrevocabile di Padre Kiesle di lasciare il ministero attivo, mi sembrerebbe molto prudente che la sua richiesta sia accolta.
Quindi, poiché tutte queste cose sono attestate dagli atti del suo caso, è nostra opinione che questo caso debba essere sottoposto a voi con la raccomandazione che Padre Stephen Kiesle sia sciolto da tutti gli obblighi del sacerdozio.
Fatto alla Cancelleria della Diocesi di Oakland questo 19 Giugno dell’Anno di Nostro Signore 1981.
John S. Cummins Vescovo di Oakland

sì, la mano è la stessa, e ancora una volta esprime il suo dispiacere per il fatto che gli atti pedofili del prete siano stati scoperti, senza dedicare una parola alle vittime, come se si trattasse ci cosa normale e purtroppo si avesse a che fare con uno sventato che si fa beccare sul fatto.

* * *

è il 17 novembre 1981, 5 mesi più tardi, quando dagli uffici della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede del Vaticano parte una nota striminzita, firmata dal Cardinale in carica, Seper:

Padre Eccellentissinmo e Reverendissimo,
questa Sacra Congregazione ha sottoposto a diligente esame poco tempo fa la richiesta di dispensa da tutti gli obblighi connessi con la sacra ordinazione sacerdotale che riguarda il reverendo Stephen Miller Kiesle, di questa Diocesi.
Perché si possa definire il caso è necessario completare gli atti come di seguito viene indicato:
1. Si sentano i superiori del tempo della formazione sacerdotale oppure si ricerchino le loro relazioni scritte riguardo al senso di responsabilità del richiedente e l’idoneità necessari per farsi carico della Sacra Ordinazione
2. Si trasmettano i documenti conservati nell’archivio del Seminario circa l’accesso del richiedente ai Sacri Ordini;
3. Si esibisca la sottoscrizione del giuramento che riguarda l’interrogatorio del richiedente.
Assieme agli atti la Tua Eccellenza non rifiuti di trasmettere il parere con cui dichiara che non vi è da temere scandalo [per la riduzione del sacerdote allo stato laicale].
Ti confermo i sensi della mia stima, rimanendo
della Tua Eccellenza Reverendissima
rispettosissimo

è effettivamente difficile non rimanere turbati da questa lettera con cui il Vaticano chiede al vescovo di attestare per iscritto che l’esclusione dalla funzione di prete di un un uomo in tale condizione NON creerà scandalo tra i fedeli.

non so se riesco a spiegarmi bene: il vescovo deve garantire a Roma che nessuno se ne avrà a male se padre Stephen viene spretato, dopo essere stato arrestato dalla polizia per abusi sessuali ed essere finito in fotografia su alcuni giornali dello stato, tanto che il vescovo ha scritto che non è consigliabile neppure trasferirlo in uno stato vicino.

in ogni caso la soluzione del caso sembra vicina, appena sia stata raccolta questa documentazione.

* * *

il vescovo di Oakland accelera quindi più che può in questi laboriosi adempimenti burocratici che gli sono stati richiesti, e risponde due mesi e mezzo dopo, l’1 febbraio 1982; nel frattempo, però, il cardinale Ratzinger è subentrato nell’ufficio, e questo fa arenare la pratica.

il vescovo scrive:

A Sua Eminenza Joseph Cardinal Ratzinger
Questa lettera è in risposta alla richiesta della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede che richiede maggiori informazioni riguardo alla domanda del Reverendo Stephen Miller Kiesle di essere dispensato da tutti gli obblighi della Sacra Ordinazione.
Allego a questa lettera una relazione fatta dal Reverendo James Laubacher, che era il superiore del richiedente durante gli anni in cui è stato occupato negli studi teologici. Vorrei rilevare che Padre Laubacher è adesso abbastanza anziano e che mi ha indicato in una lettera separata che la sua memoria è di fatto un po’ debole.
Abbiamo inoltre allegato tutti i documenti che sono stati mantenuti al seminario riguardo alla idoneità o meno del Richiedente all’ordinazione.
Inoltre, troverà quanto dichiarato dal Richiedente durante il suo interrogatorio.
Come ho indicato nel mio precedente Votum, è mia convinzione che non sarebbe affatto di scandalo se questa domanda fosse accolta e penso che, come dato da fatto, data la natura del caso, sarebbe un molto più grave scandalo per la comunità se Padre Kiesle fosse fatto ritornare al ministero attivo.
Sono convinto che questi allegati rispondano a tutte le richieste che Vostra Eminenza mi ha avanzato e spero che una decisione affermativa possa essere presa da parte vostra riguardo a questo caso il più presto possibile.
Con ogni migliore augurio, io sono
Sinceramente vostro in Cristo,
John S. Cummins Vescovo di Oakland

non sfugge il tono secco della risposta e la nota polemica di puro buon senso che lo scandalo sta nel fatto che padre Stephen resti, non che se ne vada.

mancanza di buon senso: a Roma non ce l’hanno il buon senso, neppure Ratzinger; e non gli basterà diventare papa a recuperarlo, segno evidente che anche lo Spirito Santo non può fare niente contro le menti cocciute.

è grazie a questa sua tetragona ostinazione contro la ragionevolezza che il papa l’ha promosso a quel dicastero ed è per lo stesso motivo che 25 anni dopo lo sceglierà come papa una chiesa che Giovanni Paolo II ha rimesso in urto con la modernità facendola deragliare dallo spirito del Concilio.

* * *

la solerzia del vescovo non ha però messo certo le ali alla decisione del cardinale Ratzinger.

oltre sette mesi dopo, il 24 settembre 1982, il vescovo si vede costretto a far riprendere la penna in mano a un Suo sottoposto e a scrivere di nuovo a Joseph Cardinal Ratzinger; non lo fa personalmente per far capire quanto è scocciato dalla latitanza del Vaticano.

Vostra Eminenza:
Scrivo questa breve nota per chiedere a che punto è l’analisi della domanda che è stata presentata alla Sacra Congregazione il 7 Luglio 1981 riguardo a Stephen Kiesle, un Sacerdote della Diocesi di Oakland.
Mi domandavo se per caso c’è qualcos’altro di cui possiate avere bisogno per portare questa pratica ad una conclusione.
Se c’è qualsiasi cosa che io possa fare per questo, per favore fatemelo sapere.
Con ogni migliore augurio, sono
Sinceramente vostro in Cristo,
Reverendo George E. Mockel
Officialis

* * *

che cosa sia successo dopo lo si ricava da un memorandum interno alla diocesi del 20 dicembre 1983, oltre un anno dopo; il reverendo Mockel, incaricato di scrivere a Ratzinger, lo manda al suo superiore, il Vescovo, che credo evidentemente senta il bisogno di cautelarsi, dimostrando di chi è la responsabilità di questa assordante inattività.

Diocesi di Oakland
Memorandum inter-ufficio
Data: 20 Dicembre 1983
A: Vescovo John Cummins
Da: George Mockel
Oggetto: Lettera da parte del vostro amico il Reverendo Thomas J. Herron
Il caso di Stephen Kiesle è stato originariamente inviato a Roma il 7 Luglio 1981. Il 17 Novembre 1981 abbiamo ricevuto una lettera da parte del Cardinal Ratzinger che richiedeva informazioni aggiuntive. Le informazioni aggiuntive sono state inviate da parte nostra a loro l’11 Febbraio 1982.
Non abbiamo ricevuto da parte loro nessuna ulteriore comunicazione: per questo motivo, il 24 Settembre 1982, ho inviato loro una lettera chiedendo un aggiornamento, alla quale abbiamo ricevuto in risposta il 21 Ottobre 1982 una dichiarazione (abbastanza sbrigativa) secondo cui la questione sarebbe stata esaminata a tempo opportuno.
Il Protocollo Romano del dossier di Stephen Kiesle è il 469/81s.
Riguardo al caso di Pat McCormick, abbiamo scritto a Roma il 15 Luglio 1983 per mezzo dell’ufficio del Delegato Apostolico. Non abbiamo mai ricevuto nessuna dichiarazione secondo la quale Roma la avesse ricevuta. Tuttavia, visto che Padre Herron indica di avere un dossier su un certo Patrick McCormick su richiesta di Brooklyn, è probabilmente lo stesso dossier perché Pat viene da Brooklyn.
Posso suggerire che voi gli scriviate e che gli diate tali informazioni (scriverei la lettera io stesso, ma loro non rispondono mai a dei “semplici sacerdoti”!).

* * *

il 17 gennaio 1984 il vescovo prova a fare quello che gli ha consigliato il cancelliere e scrive, non a Ratzinger, dal quale non si aspetta niente, ma al Reverendo Thomas J. Herron, un suo amico che lavora alla sue dipendenze:

Caro Padre Herron,
grazie mille per la vostra lettera riguardo ai casi di cui ho chiesto. Non c’era nessun bisogno di chiedere scusa per i tempi. Apprezzo le scadenze che sono state seguite.
Riguardo al caso di Stephen Kiesle, il Numero di Protocollo è 469.81s. Il caso è stato mandato a Roma il 7 Luglio 1981. Il 17 Novembre 1981 abbiamo ricevuto una lettera da parte del Cardinal Ratzinger che domandava informazioni aggiuntive. Abbiamo spedito tali materiali aggiuntivi l’11 Febbraio 1982.
Il nostro Officialis ha fatto un’ulteriore richiesta il 24 Settembre 1982. Una lettera di risposta è arrivata dalla Congregazione il 21 Ottobre 1982, che indicava che questa volta non c’era bisogno di informazioni aggiuntive.
Spero che il dossier sia consultabile. Spero che qualcosa possa essere fatto per lui. Sarebbe veramente impossibile rimetterlo a servire nel ministero a questo punto.
Riguardo al caso di Patrick McCormick, lo abbiamo mandato a Roma il 15 Luglio 1983 per mezzo dell’ufficio del Delegato Apostolico. Non abbiamo ricevuto nessuna notifica di ricezione da parte di Roma. Poiché, tuttavia, c’è un dossier da Brooklyn riguardo ad un certo Padre Patrick McCormack, è probabilmente il suo dossier. Ha servito nella Società di San Sulpicio, ma la sua casa è nella Diocesi di Brooklyn.
Apprezzerei qualsiasi informazione che voi possiate darmi su questi due casi.
Grazie per la vostra gentilezza. Grazie anche per l’ospitalità e per il molto tempo che mi avete concesso quando ero a Roma.
Buoni auguri per il nuovo anno.
Sinceramente,
John S. Cummins
Vescovo di Oakland

* * *

ma contro l’ostinazione di Ratzinger a non volere affrontare il caso non c’è rimedio.

Diocesi di Oakland
13 Settembre 1985
Sua Eminenza Joseph Cardinal Ratzinger
Vostra Eminenza:
Questa lettera è per richiedere a che punto è la domanda che è stata presentata alla Sacra Congregazione il 7 Luglio 1981 riguardo a Stephen Miller Kiesle, un sacerdote della Diocesi di Oakland.
Il 17 Novembre 1981 abbiamo ricevuto una lettera da Vostra Eminenza che richiedeva informazioni aggiuntive, che abbiamo inviato l’11 Febbraio 1982.
Il nostro Officialis ha fatto un’ulteriore domanda il 24 Settembre 1982 che indicava che questa volta non c’era bisogno di fornire informazioni aggiuntive.
Gradirei di conoscere il grado di avanzamento di questo caso e al tempo stesso inviare la mia gratitudine per ogni informazioni che voi possiate darmi.
Con ogni migliore augurio, io sono
Sinceramente,
John S. Cummins
Vescovo di Oakland

sono già passati oltre 4 anni dalla prima richiesta: di quante centinaia di casi di preti pedofili deve occuparsi il cardinale Ratzinger per non avere ancora trovato il tempo di rispondere?

il vescovo non ne può più.

a questo punto, 27 Settembre 1985, il segretario scrive al Reverendissimo Pio Laghi Delegato Apostolico: può provare lui a smuovere Ratzinger?

Vostra Eccellenza,
In allegato vogliate trovare una lettera del nostro Ordinario riguardo ad un caso di ritorno allo stato laicale, Numero di Protocollo Romano 469/81s.
Vorreste gentilmente inviarlo a: Sua Eminenza, Joseph Cardinal Ratzinger Prefetto, Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede Piazza del Santo Uffizio 11, Roma 00193 Italia
Ringraziandovi per la vostra assistenza in tale questione e con ogni migliore augurio, io sono
Sinceramente vostro in Cristo
Reverendo George E. Mockel
Officialis

e informa il suo vescovo:
Diocesi di Oakland
Memorandum inter-ufficio
Data: 17 Settembre 1985
A: Vescovo John Cummins
Da: George Mockel
Oggetto: Steve Miller Kiesle
Questa è una lettera per il Cardinal Ratzinger che mandiamo perché non abbiamo avuto nessuna comunicazione da parte loro da diverso tempo.

* * *

il cardinale Laghi deve essere stato efficace: a questo punto Ratzinger risponde, ci impiega ancora più di un mese, ma lo fa.

è la lettera che ho già tradotto in un post precedente, ma occorre riportarla anche qui:

SACRA CONGREGAZIONE IN DIFESA DELLA DOTTRINA DELLA FEDE
Roma, 5 novembre 1985 – Piazza del S. Ufficio, 11
Padre eccellentissimo,
ho ricevuto la Tua lettera del 13 settembre sulla causa per la dispensa da tutti gli oneri sacerdotali del reverendo Stephan MILLER KIESLE della Tua diocesi ed è mio dovere comunicarTi quanto segue.
Questo Dicastero, anche se ritiene di grande importanza gli argomenti portati a favore della dispensa richiesta nel caso, tuttavia ritiene necessario considerare, insieme a quello del richiedente, anche il bene della Chiesa Cattolica, e quindi non può sottovalutare i danni che la concessione della dispensa può provocare nella comunità dei fedeli in Cristo, considerata soprattutto l’età giovanile del richiedente.
E’ quindi opportuno che questa Congregazione affronti un esame alquanto accurato di un tale caso, che richiederà necessariamente un tempo piuttosto lungo.
Nel frattempo la Tua Eccellenza non tralasci di seguire il richiedente con ogni paterna cura possibile, spiegandogli inoltre in modo adatto la ragione della scelta di questo Dicastero, che suole procedere tenendo davanti agli occhi per prima cosa il bene comune.
Colgo l’occasione per attestarti i miei forti sentimenti della mia stima, restando
sempre della Tua Eccellenza Reverendissima
rispettosissimo
Joseph Ratzinger

* * *

assolutamente da non credere.

gli ultimi documenti riguardano le opinioni che nella diocesi di Oakland ci si scambia su questo documento allucinante.

Diocesi di Oakland
Memorandum inter-ufficio
Data: 12 Dicembre 1985
A: Vescovo John S. Cummins
Da: George Mockel
Oggetto: Numero di Protocollo Romano 469/81S. Domanda di Stephen Kiesle per il ritorno allo stato laicale.
La mia personale interpretazione di questa lettera è che praticamente non vi daranno alcun corso fino a quando Steve non sarà molto più vecchio. La mia personale impressione è che questa sia una cosa triste.

(notare il nomignolo di uso familiare “Steve” per il prete).
Vedo due opzioni:
1. Comunicare questo a Steve e vedere che cosa succede.
2. Comunicare questo a Steve e mandare una lettera al Cardinal Ratzinger dicendo che nonostante la sua giovane età le circostanze particolari di questo caso sembrerebbero comportare un maggiore scandalo se lui non fosse reintegrato nello stato laicale.
Per favore datemi il vostro consiglio.
P.S. C’è una nota di George Crespin in allegato a questa lettera che avevo inavvertitamente messo al posto sbagliato. I suoi commenti sono in linea con la mia opzione numero due.

ma come portare avanti l’opzione n. 2?

il 13 Gennaio 1986 il segretario scrive al prete pedofilo lasciato da Ratzinger al suo posto, sono passati quasi 5 anni dal momento in cui è stata inviata per la prima volta a Roma la SUA richiesta di essere ridotto allo stato laicale:

Signor Steve Kiesle
Caro Steve:
Finalmente, abbiamo ricevuto qualche parola da Roma riguardo alla vostra domanda di ritorno allo stato laicale. Purtroppo la risposta non è troppo incoraggiante. Una lettera firmata dal Prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede indica che hanno bisogno di più tempo per analizzare la situazione allo scopo di determinare se garantire il ritorno allo stato laicale sarebbe bene per te e per la Chiesa. C’è anche preoccupazione del fatto che concedere tale dispensa possa “provocare qualche scandalo tra i fedeli”.
Cercando di leggere tra le righe, sembra che ci incoraggino a inviare qualche informazioni aggiuntiva e a raccomandare loro di continuare il processo.
Il Vescovo vuole portare avanti questo se tu sei interessato a farlo.
Sarei felice di discutere questa possibilità con te in maggiore dettaglio o personalmente o per telefono.
Apprezzerei sentire da te qualche commento al più presto.
Spero che le cose vadano bene per te e ti faccio i migliori auguri per il Nuovo Anno.
Fraternamente tuo in Cristo,
Reverendo George E. Mockel
Officialis

* * *

caro prete pedofilo – questo è il senso della lettera del segretario del vescovo – hai chiesto tu 5 anni fa di smettere di fare il prete, ma il Vaticano non vuole, ci ha finalmente risposto che sei troppo giovane per decidere.

e pensare che quando lo hai chiesto eri addirittura di 5 anni più giovane! però tutto questo tempo non ti ha ancora fatto maturare abbastanza.

il Vaticano ha paura di dare scandalo se ti toglie l’incarico.

che cosa potrebbero pensare infatti tutti gli altri pedofili che ci sono nella Chiesa?

a questo punto dimmi tu che cosa vuoi fare.

preferisci continuare a fare il prete, oppure insisti proprio per ritornare uomo libero?

. . .

commenti:

firdis 12 aprile 2010 alle 14:07
ho letto ed e’ incredibile il muro di gomma ratzingeriano.
era gia’ tutto un programma da cardinale.

bortocal 12 aprile 2010 alle 15:18
bene, sono già pago di averlo scritto.
sono documenti come questo che dicono chiaramente chi sia Ratzinger come persona: uomo assolutamente inadeguato al suo ruolo, elevato ai vertici delle chiesa da uno dei peggiori papi che abbia avuto la Chiesa Cattolica, parlo di papa Wojtyla, che era molto peggio di lui, sulla base del principio che l’intelligente è sempre peggiore del cretino.
e tu ti spieghi il silenzio su questi documenti?
l’unica ragione è che i giornali preferiscono continuare a manipolare la testa della gente fornendogli giudizi e non notizie.

firdis 12 aprile 2010 alle 17:07
C’e’ un articolo molto duro, di Angelo Aquaro su repubblica del 10 aprile che non riesco a trovare da nessuna parte in rete.
Inizia cosi’ “Per il bene della Chiesa Universale Ratzinger schiaccio’ il bene.
Schiaccio’ il bene particolare delle decine e decine di vittime di Stephen Kiesle”.
e continua sullo stesso tenore.
mmmm che rabbia..
ecco trovata!

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/04/10/lettera-di-ratzinger-salvo-un-prete-pedofilo.html

bortocal 12 aprile 2010 alle 17:40
vedi, carissima: la cosa in quei documenti è talmente evidente che è bastato lasciarli parlare da soli, come avrai visto io mi sono limitato ad un accompagnamento da “basso continuo” molto discreto.
non c’è niente da aggiungere o caricare, direi.
un ritratto dell’uomo Ratzinger spietato, ma tracciato da lui stesso: un narciso che sta chiuso a scrivere libri e belle parole, indifferente agli altri.

firdis 12 aprile 2010 alle 17:16
e comunque devi continuare a mettere in risalto la pessima posizione assunta dai vertici della chiesa.
cioe’ nessuna! nessun tipo di attenzione alle vittime. una nauseante cautela a tutela della chiesa stessa.
le vittime? ingombranti al punto che si evita di nominarle e tantomeno di tutelarle.
piuttosto prendiamoci cura del carnefice.

bortocal 12 aprile 2010 alle 17:45
sì, direi che questo è un riassunto molto fedele.
ma la cosa davvero tremenda è un articolo di fianco del 2003; ma l’hai letto?
e dove eravamo noi in quel momento?
sotto il fascino di Wojtyla, immagino…
Boston, ucciso il prete pedofilo
Repubblica — 24 agosto 2003 pagina 21 sezione: POLITICA ESTERA
NEW YORK – Aggredito da un altro detenuto, probabilmente con un coltello rudimentale.
E’ stato ucciso così John Geoghan, il prete che ha sconvolto l’America e la Chiesa cattolica, facendo scoprire un’infinità di casi di pedofilia nelle parrocchie.
Almeno 250 sacerdoti ed altro personale hanno compiuto abusi sessuali contro 789 bambini, stabilì il procuratore generale del Massachusetts, Tom Relly.
E i casi, dice, possono salire a mille.
Al centro dello scandalo la diocesi di Boston.
Circa 130 ragazzi hanno denunciato Geoghan: 86 sono stati tacitati dalla diocesi con un versamento di dieci milioni di dollari. Da quel processo sono partite le altre indagini sui preti pedofili.
Il sacerdote è stato ferito nella prigione statale di Shirley.
Lo hanno trovato agonizzante poco dopo mezzogiorno (le sei del pomeriggio italiane), l’ hanno trasportato all’ ospedale di Leominster, ha resistito solo un paio d’ ore.
Scarsissime le prime notizie, l’ assassino è stato individuato subito, è sotto interrogatorio.
Geoghan, 67 anni, era stato condannato nel gennaio 2002 per avere abusato nel 1991 di un ragazzino di dieci anni in una piscina.
La pena era dai nove ai dieci anni: il massimo previsto per pedofilia, il sacerdote sarebbe forse uscito dopo sei anni.
«Preghiamo per la sua anima» ha detto appena saputo dell’ assassinio un portavoce del cardinal Sean O’ Malley, il quale ha mandato un messaggio di dolore all’ unica parente del sacerdote, la sorella Kathy.
«Avrei voluto vederlo morto, ma non pensavo succedesse sul serio.
Mi dispiace, non provo sollievo» ha commentato una della vittime di Geoghan, Ralph Del Vecchio.
«I miei clienti sono sotto shock» ha dichiarato l’ avvocato Mitchell Garabedian, che rappresenta molti dei giovani accusatori.
«Avevano salutato con soddisfazione la condanna di Geoghan, si sarebbero opposti ad una riduzione, ma non volevano che finisse così» ha aggiunto il legale.
L’ arcidiocesi di Boston ha offerto 65 milioni di dollari per chiudere le 547 denunce contro preti.
L’ offerta è arrivata ora, dopo che l’ arcivescovo Sean Patrick O’ Malley ha sostituito il cardinal Bernard Law, costretto alle dimissioni.
La diocesi aveva proposto 55 milioni, proprio ieri, dopo una trattativa con i legali delle parti, la somma è stata alzata.
Il procuratore Relly il mese scorso ha accusato la Chiesa cattolica americana di «una enorme, non scusabile mancanza di guida» per non aver chiuso gli occhi sugli abusi commessi, a partire dal 1940, da membri del clero e personale delle parrocchie.
Ha accertato 250 casi, ma avvisa:
«Quando si prendono in considerazione altre fonti, si supera il numero di mille».
Non si possono incriminare i vertici ecclesiali per aver coperto gli abusi, aggiunge, perché le leggi in vigore all’ epoca non lo permettono.
«E’ troppo presto – avverte Relly – per concludere che gli abusi siano cessati o non possano ripetersi».
Il cardinale Law e i suoi predecessori avevano coperto i crimini dei preti, limitandosi a trasferirli ad altri incarichi dove avrebbero continuato a lavorare a contatto con i giovani.
John Geoghan era fra questi.
Lo scandalo attraversa quasi tutte le diocesi: oltre 1.200 preti sono accusati di abusi su minori.
E’ il 2% dei sacerdoti ordinati dal 1950.
Il New York Times ha scritto che al 31 dicembre 2002 erano 4.268 le persone che avevano pubblicamente dichiarato o denunciato di avere subito violenze da parte un prete cattolico negli ultimi 60 anni.
Oltre 400 sacerdoti hanno lasciato il ministero o si sono ritirati a causa.
E’ comparso anche un documento vaticano del 1962 in cui si invitano i vescovi ad agire «con la massima segretezza» nei casi di pedofilia.
Lo scritto ha provocato molte polemiche.
«E’ superato da nuove norme» ha controbattuto il Vaticano.
– DAL NOSTRO INVIATO MARCO MAROZZI

. . .

bortocal 12 aprile 2010 alle 6:37
riporto il commento che mi ha mandato via mail il blogger canonicismo, che per qualche incomprensibile motivo non riesce a mandare i suoi commenti dalla sua connessione in Lussemburgo:
canonicismo, 12 aprile 0:036:
Non ho tradotto la parte in Latino hehehe!!!
Del resto, ritengo che il fatto di aver risposto in Latino qualifichi ancora di più la deficienza, insensibilità e inappropriatezza di quei personaggi! Veramente roba da Medioevo.
Comunque, anche i Vescovi californiani che sollecitavano, mi dico io: bene sollecitare l’accoglimento della domanda del ritorno allo stato laicale, ma forse che dovevano aspettare l’accoglimento di tale domanda per togliere Stephen dal contatto con i bambini delle loro parrocchie???
Ma forse ve lo avevano effettivamente tolto, perché cercando su google sembra di capire che sia stato spretato nel 1997 e che abbia ricominciato a compiere atti di violenza solo nel 2005.
Ora leggo il tuo post e vediamo se ci capisco qualche cosa di meglio!!!
Certo che anche tu come velocità non scherzi!!!

bortocal 12 aprile 2010 alle 6:39
no no, i vescovi avevano già tolto il prete dal contatto con i bambini (de resto lo scrivi anche tu nel tuo commento successivo): del resto lo dovevano fare per la sentenza della magistratura!
lo scambio di queste lettere è impressionante sopratutto per l’atteggiamento culturale che rivela, direi.

bortocal 12 aprile 2010 alle 6:41 – canonicismo, 12 aprile 0:057
Secondo me Ratzinger riteneva che spretare il prete pedofilo fosse di scandalo per i fedeli, non per il fatto di spretarlo in sé, quanto per il fatto che voleva dire ammettere che la Chiesa si era sbagliata ad ordinarlo.
E’ l’unica spiegazione logica che riesco a trovare.
In questo senso, la troppo giovane età del prete secondo me è da mettere in relazione ai troppo pochi anni passati dall’ordinazione: molti decenni dopo, si poteva pensare che il prete fosse cambiato nel frattempo, pochi anni dopo invece fa capire che l’individuo era già inidoneo al momento dell’ordinazione e che qualcuno non se ne era accorto per tempo.

bortocal 12 aprile 2010 alle 6:47
beh, intanto è accertato che anche uno speedy gonzales come te ha impiegato un’ora a tradurre tutte le lettere in inglese e 21 minuti a leggere il mio post.
sono davvero troppi! come posso chiedere a qualcuno di sacrificare 20 minuti della sua vita per leggermi (o peggio un’ora della sua vita per “scrivermi”, oltretutto, come ho fatto con te?)
acuta la tua analisi sul fondamento di quella ostinazione, ma a me colpiscono molte altre cose ancora in questa vicenda: cioè l’evidente normalizzazione degli episodi, prima di tutto.
e mi chiedo come mai la chiesa nel caso del prete pedofilo ha la “sapienza umana” di considerare la fallibilità umana e di vedere l’essere umano come portatore di istinti che possono anche facilmente essere distorti, e quindi non manifesta alcuno scandalo né umano né teologico sulla vicenda evidentemente in nessuno dei diversi personaggi che se ne occupano, tanto da mostrare tutti di ritenere di per sè la pedofilia compatibile con lo stato ecclesiastico, come è evidente da tutto il tono della discussione, e da ostinarsi nella richiesta da parte del vescovo perché è l’interessato per primo a chiederla, e poi questa stessa Chiesa condanni con tanto vigore l’uso della pillola, il sesso fuori dal matrimonio e l’aborto anche nei momenti iniziali del concepimento,.
(penso di pubblicare i tuoi due commenti mettendo io il tuo nome in evidenza, e in questo modo potremo sempre risolvere il problema della tua possibilità di commentare il mio blog quando ti andrà, così acquisterò un lettore in più, che è pur sempre cosa preziosa).

bortocal 12 aprile 2010 alle 15:22 – canonicismo 12 aprile 2010 12.25
ehhhh ehhhe
Tuttavia non è sicuro che tutti quelli che scrivono la pensassero davvero in un modo tanto cinico: forse hanno scritto in quei termini perché sapevano che era l’unico linguaggio che potesse essere compreso dal Vaticano…

bortocal 12 aprile 2010 alle 15:29 · · Rispondi →
sai, luca, io ci vedo piuttosto una deformazione professionale “da confessionale”: tu pensa che razza di visione del mondo e degli uomini provoca il passare qualche ora al giorno dietro quella grata a conoscere i comportamenti sessuali degli esseri umani, dato che il principale peccato da confessare per la chiesa è il sesso.

canonicismo 12 aprile 2010 alle 17:56
Prova

bortocal 12 aprile 2010 alle 18:13
eccolo!

canonicismo 12 aprile 2010 alle 19:02
Haha!!! Evviva!!! Grazie!!!
No la frase che mi aveva lasciato abbastanza perplesso era quando diceva: Siccome il suo nome è conosciuto in tutta la California, non possiamo usarlo per impegni pastorali.
Perché, se invece il caso rimaneva segreto lo usavano ancora per impegni pastorali???
Io penso di no, e che quella sia stata proprio una frase messa lì per il Vaticano, che capisce solo quello…

bortocal 12 aprile 2010 alle 19:39
mica devi dire grazie a me (anche se non so a chi).
temo che quella frase come tutto il tenore di queste comunicazioni lascino pochi dubbi sullo spirito di solidarietà e quasi di fratellanza più che cristiana che TUTTA la gerarchia ecclesiastica esprime a favore del pedofilo.
mi pare ovvio che se il suo nome non fosse stato noto lo avrebbero usato altrove: hanno SEMPRE fatto così: dopotutto un prete per il Vaticano è un grosso investimento.
mai visto il problema di questo punto di vista???
e la resistenza di Ratzinger nasce proprio dalla voglia di usarlo altrove: quando dice “è troppo giovane”, intende: lasciamo passare un po’ di tempo ancora, fino a che la gente si dimenticherà di lui.

canonicismo 13 aprile 2010 alle 13:00
ma allora dovrebbero lasciar fare il prete anche a me: peggio di un pedofilo non sarò di certo!!!

bortocal 14 aprile 2010 alle 17:23
prova: secondo me non ti rimandano indietro di certo!
un apostata della chiesa ortodossa! potrebbe essere un trend, come le conversioni al cristianesimo in Iran!

. . .

bortocal 18 giugno 2011 alle 19:51
ricevo in un altro punto del blog questo commento:
giuseppe 16 giugno 2011 alle 17:24
ciao, ho letto il tuo post di un po’ di tempo fa sul “romanzo” del prete pedofilo. sai dell’esistenza di qualche libro del genere?
grazie,
giuseppe

bortocal 18 giugno 2011 alle 19:53 – 17 giugno 2011 alle 19:44 (Modifica)
non ho una conoscenza specifica di testi come quelli che mi chiedi; ho inserito in google “romanzo prete pedofilo” (come del resto penso che avrai fatto anche tu per arrivare al mio post, senza bisogno di consigli miei troppo ovvi), e mi sono trovato davanti proprio al mio post al primo posto; poi ci sono altri materiali.
http://www.google.com/search?rlz=1C1CHMY_deDE312DE363&sourceid=chrome&ie=UTF-8&q=romanzo+prete+pedofilo
l’ultimo della prima pagina sembrerebbe il testo giusto “Diego Dalla Palma abusato da un prete pedofilo ci scrive sopra un libro”.
ma, stranamente, il link non si apre, il che significa che la pagina è stata cancellata; però in internet non si perde niente e con un po’ di pazienza si arriva comunque alla copia cache del testo cancellato:
http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:g_adVENg6n0J:www.notiziegay.com/2011/diego-dalla-palma-abusato-da-prete-ci-scrive-sopra-un-libro/+romanzo+prete+pedofilo&cd=10&hl=de&ct=clnk&
essendo rimasta in rete la copia cache soltanto, questa non è copiabile; in ogni caso Diego Dalla Palma, A nudo, è il romanzo autobiografico in cui l’autore ricostruisce la sua esperienza di bambino abusato da un prete.
inserendo nome dell’autore e titolo del libro in google, ovviamente si trovano centinaia di riferimenti:
http://www.google.com/search?rlz=1C1CHMY_deDE312DE363&sourceid=chrome&ie=UTF-8&q=romanzo+prete+pedofilo#hl=de&pq=romanzo%20prete%20pedofilo&xhr=t&q=Diego%20Dalla%20Palma%
in internet sulla precedente piattaforma blog su cui stavo, blogs,it, ho conosciuto un blogger – perdamasco – che ha fatto la stessa esperienza e ne ha parlato alcune volte tanto sul suo blog quanto sul mio.
sapendo quanto scrive bene, è un vero peccato che non abbia mai scritto un libro sulla sua infanzia di bambino abusato in un collegio gestito da preti.
perdamasco continuava anche sessant’anni dopo a volere bene a quel prete.

. . .

bortocal 12 aprile 2010 alle 17:55
http://bertolauro.blogs.it/2010/04/12/42-il-romanzo-vero-di-un-prete-pedofilo-i-documenti-originali-dell-incredibile-caso-kiesle-8354706/

3 pensieri riguardo “il romanzo vero di un prete pedofilo (i documenti originali dell’incredibile caso Kiesle). wp 128 – 11 aprile 2010 – 323

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