wordpress venerdì 2 aprile 2010 – 17:43
ho trascinato con me nella notte anche in Italia un maledetto tempaccio tedesco, i miei primi passi fuori casa al mio primo risveglio bresciano strascicati in un freddo semigermanico, ma forse persino più pungente, dato che ogni cosa in Italia ha qualcosa di estremistico sempre.
arrivare a piazza Rovetta, alle spalle della Loggia, dove il centro-sinistra del sindaco Corsini ci ha lasciato in eredità una stralunata tettoia giapponese per le bancarelle, è questione di attimo: ci trovo dall’edicolante un po’ naif su un lato del semiciclo che pochi sanno che ricalca la sagoma del sottostante, ma mai scavato, anfiteatro romano, il paginone centrale di Piazza d’Uomo, il periodico del mio amico Gianni, al quale avevo promesso di collaborare, e, giuro, appena tornato a casa, questa volta comincio davvero: con un manifesto spaginato che incuriosice i passanti, noto con soddisfazione, sulle Milizie di Cristo e sui movimenti integralistici cristiani, pane che mi fa arrotare i denti.
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bravo, Gianni!
non è Berlusconi che ha vinto le elezioni regionali, pochi se ne sono accorti fino in fondo; è Bossi, il nuovo cavallo senza razza su cui punta la chiesa cattolica nella sua disordinata caccia senza principi a chi meglio possa difenderne i privilegi e le volontà di oppressione, e tu – come me sul blog, del resto – hai colto da tempo chi è l’avversario giusto.
queste elezioni le ha vinte il partito che si chiama Chiesa Cattolica, mica Berlusconi: col travaso dei voti, ovunque è stato possibile, alla Lega, ora cristiana, e pazienza per il Dio Po e le sacre ampolle, al massimo si troverà il modo di inventare un Santo Po.
ora, nel tramonto di Berlusconi, la Lega ha poche possibilità di prenderne il posto: potrà essere il partito dell’Italia provinciale di paese oppure dei medi centri, come Brescia o Treviso, ma resterà fuori dalle metropoli con questi suoi messaggi premoderni.
ora, per una battaglia che parta dalle roccaforti urbane dove la superstizione clericale attacca poco, occorre che la sinistra costruisca un programma coerentemente anticlericale, ma con Bersani si sta lavorando seriamente in questa direzione.
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il secondo foglio che l’edicolante espone è un pugno allo stomaco, il titolo è proprio quello che avete letto qui sopra: “Al PD non piace la gnocca”, mi pare che il quotidiano fosse il Giornale, piuttosto che Libero – ma a proposito, Feltri non è stato sospeso per sei mesi da giornalista, dopo il clamoroso sputtanamento sul caso Boffo?
niente mi restituisce l’immagine della barbarie politica berlusconiana meglio di questo insulto che mi meraviglio i carabinieri non abbiano ancora sequestrato, e che mi fa decidere all’istante di anticipare il mio rientro in Germania appena possibile, per proteggere il mio fegato.
certo, se io vivessi in questo paese, sarei andato a cercare un gruppetto di amici per chiedere in maniera energica all’edicolante di togliere quell’obbrobrio alla pubblica vista e allo scandalo dei bambini; ahimé, credo che questo si chiami antifascismo militante, qualcosa di terribilmente contrario alla libertà di espressione di chi squalifica con i suoi comportamenti la comunità in cui vive.
seguono alcune considerazioni che molti troveranno astruse e pignole, e scusate se dico che secondo me anche questa reazione è un aspetto del delirio in cui state vivendo.
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secondo voi un partito ha dei gusti sessuali?
è chiaro che no, vero? che un partito non è un essere umano attraversato da flussi ormonali e dotato di organi sessuali capaci di ricevere dal cervello e trasmettere al resto del corpo l’eccitazione.
già, però secondo il giornalista che ha scritto quel titolo, i partiti dovrebbero averlo, un desiderio sessuale, accuratamente prescelto in modo da essere normale, rigorosamente eterosessuale e tale da portare a considerare ogni donna sostanzialmente una gnocca, con annesso un corpo femminile e, ma non necessariamente, una personalità:
insomma l’equivalente di una di quelle vagine di plastica che in Germania trovate in libera vendita nei sexi shop, ma che i maschi padani invece devono limitarsi a desiderare follemente senza averle mai.
rivendicare che i partiti abbiano degli istinti, perdipiù rigorosamente eterosessuali, significa pretendere che i partiti si muovano sulla base di impulsi e non di scelte, di istigazione di stati d’animo e non di analisi, per libidine di potenza e non per programmi.
è una fortuna che al Partito Democratico e alla sinistra in genere non piaccia la gnocca, nel senso che non basta sventolargliene una davanti per fargli perdere la trebisonda come a qualcun altro, che abbia una visione politica della sessualità umana aperta e polimorfa e che sia il partito o meglio il movimento dove possono stare sia quelli a cui piace la gnocca sia altri a cui piacciono altri aspetti e magari soprattutto degli esseri umani tutti interi.
è una fortuna quindi che la sinistra sia il partito di tutti i gusti e non di un gusto sessuale solo, anche se maggioritario fortunatamente per il bene della specie.
è una fortuna soprattutto che nella sinistra tutti i gusti sessuali siano accolti salvo quello dei preti pedofili, che lasciamo integralmente alla destra.
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