un altro miracolo, Patrizia! wp 110 – 31 marzo 2010 – 282

wordpress mercoledì 31 marzo 2010 – 7:24

cara Patrizia,

anche io ero talmente stanco ieri da essere già a letto all’ora in cui mi hai mandato il tuo commento; l’umore nero della giornata precedente era stato come accompagnato – o dovrei dire espresso? – da un tempo tedesco insopportabilmente grigio, fino ad un accenno di nevischio; poi aveva (o avevo?) ceduto verso sera a uno stato di euforia tranquillo; rientrato tardi dal lavoro, ho letto, a proposito, un pezzo sulla sindrome bipolare, di cui riconosco le possibili radici anche in me, ma che mi pare di riuscire a tenere sotto controllo (anche grazie al blog, che uso come terapia).

ti rispondo da un’alba altrettanto grigia: la chiesa vicina (non so se quella ortodossa o quella protestante) rintocca il quarto; domani sarò in Italia.

* * *

a proposito di quel che scrivi: l’Italia è stata quasi sempre governata dalla destra, salvo brevi parentesi sia dopo l’unità d’Italia (sinistra storica dal 1876, che però produsse dal proprio seno Crispi e la reazione; Giolitti, che però venne cancellato dal colpo di stato monarchico che trascinò l’Italia nella prima guerra mondiale e poi dal fascismo), sia dopo la Resistenza (Fanfani e Moro negli anni Sessanta, poi Prodi).

la prima svolta a sinistra nel dopoguerra fu fatta in virtù di certe scelte della chiesa cattolica, ma al riformismo del primo governo Moro pose termine il presidente della repubblica di allora con una minaccia di colpo di stato dei carabinieri, col che venne chiarito che se il governo avesse toccato i finanziamenti alle scuole cattoliche sarebbe venuto giù il paese; all’ipotesi di una seconda fase riformista con Moro nel 1978 posero termine i servizi segreti che lo lasciarono rapire dalla Brigate Rosse e non lo liberarono; a Prodi ha posto termine la stupidità della sinistra.

l’Italia del passato non era quindi affatto migliore di quella attuale; al movimento del 68 e alla crescita del Partito Comunista posero termine le orrende stragi che insanguinarono il paese negli anni Settanta in una vera e propria seconda guerra civile, dopo quella delle resistenza.

la sinistra in realtà in passato era una minoranza trascurabile di resistenti emarginati e oggi è molto più forte, perché sfiora la metà del paese, ha i suoi punti di forza, sta nelle istituzioni, esprime il Presidente della Repubblica.

nel passato l’Italia fu il paese che si oppose alla rivoluzione democratica dei giacobini con le bande armate del Cardinale Ruffo e l’esecuzione dei patrioti nel Sud alla fine del Settecento, ma analoghe bande di guerriglieri che difendono l’ancien regime si armarono sotto la guida dei preti anche nel bresciano, ad esempio, o in Süd Tirol; il sud Italia si oppose al Risorgimento con i decenni della guerriglia dei briganti; per decenni nel Settecento la Lombardia fu devastata dalla lotta degli “originari” contro i “forestieri”, gli immigrati di allora che venivano dalle province circostanti – ed ecco dove stanno le radici culturali del leghismo; i primi passi della modernità, come la coltivazione del riso in Lombardia con metodi innovativi, furono contrastati nell’età dell’illuminismo dall’oscurantismo antiscienza della chiesa cattolica, che aizzava le proteste delle plebi rurali sotto il suo controllo, agitando la paura delle pestilenze, che la scienza in realtà stava mettendo lentamente in grado di non nuocere: le campagne per “La salubrità dell’aria” restano, mal interpretate, nelle aule dei ginnasi ove si legge ancora un padre letterario della patria come l’abate Parini, facendolo passare per anticipatore del Risorgimento.

di che cosa meravigliarsi? che cosa trovavano nel nostro paese i viaggiatori del Settecento e dell’Ottocento se non pittoresco disordine, superstizione, folclore cattolico, arretratezza culturale confinante con l’autentica barbarie? leggere Goethe, leggere Heine, oppure il giovane Hesse; come descrive il nostro meridione non un turista anglicizzante, ma un piemontese semplicemente colto come Carlo Levi, confinato dal fascismo in Basilicata negli anni Trenta, quando si accorge che “Cristo si è fermato ad Eboli”?

che cosa siamo e siamo sempre stati, per il mondo, se non la patria della mafia e la sede della Chiesa Cattolica (per qualche aspetto i due lati della stessa medaglia), cioè i portatori di una cultura caratterizzata dal “familismo amorale”, per riprendere una definizione con cui viene antropologicamente definita la tipica cultura italiana, che è una particolarità nel mondo?

certo, c’è sempre stata un’altra Italia, che sarebbe un errore non guardare: c’è stata una rivoluzione giacobina, alla fine del Settecento; l’illuminismo italiano fu più forte di quello tedesco, e non ci fu illuminismo in Spagna o nel resto del Mediterraneo; c’è stato un Risorgimento, da noi, che fu anche di popolo e che la Germania ha mal conosciuto; c’è stato un movimento socialista molto significativo a fine Ottocento che ha fondato la cosiddetta Italia rossa delle regioni centrali; c’è stata una Resistenza, la più significativa d’Europa dopo quella francese e quella jugoslava; c’è stato un Sessantotto più forte che in ogni altro paese d’Europa.

anche se queste sono state in prevalenza fiammate di ribellismo subito spente dal recupero dei poteri tradizionali più forti, chi si oppone a Berlusconi non è figlio di nessuno: è l’espressione della storia di quest’altra Italia: abbiamo anche noi le nostre radici, non siamo foglie al vento.

* * *

però quello che è cambiato oggi è appunto, come tu dici, lo scenario antropologico del paese rispetto alla democrazia formale che ci aveva governato per quasi cinquant’anni dalla fine della guerra, prima di Berlusconi.

che la destra governi non è un dramma, lo sta facendo la Merkel in Germania o Sarkozy in Francia e, nonostante certi aspetti del secondo, nessuno si straccia le vesti; sta governando sia qui sia lì in una rapida e drammatica caduta di consensi; razionale crisi di fiducia dell’opinione pubblica che l’ha votata, ma che è scontenta di quello che gli eletti stanno facendo.

il fatto è che la destra berlusconiana è anomala: non si limita a scegliere il nucleare o a distruggere la scuola con una riforma insensata, cose che giustificherebbero una opposizione dura, ma sempre sul piano degli argomenti, e probabilmente una parallela crisi di fiducia nell’elettorato, se si riuscisse a parlare di queste cose nelle campagne elettorali.

no, questa destra, che non potrebbe portare con sé gli italiani sul piano degli argomenti, ha semplicemente cambiato la natura del dibattito politico.

non a caso Berlusconi nel 1994 “scese in campo”, perché ha trasformato la politica in un immenso campo di calcio e ha un popolo di tifosi senza argomenti che lo esaltano per scelta di campo appunto, perfino quando fa quel che non vorrebbero: vedi le scelte sulla bioetica, a cui l’80% degli italiani è contrario, e che non a caso sono state lasciate cadere.

alla fine Berlusconi in questo modo pur di restare al potere ha spaccato il paese in due, sembra in modo non rimediabile.

Berlusconi non governa, anzi governa molto poco; la sua funzione storica è invece quella di eccitare ed esaltare questa Italia mediocre e premoderna, o forse per qualche aspetto post-moderna: di dare voce al nostro passato sanfedista, e in questo non si deve assolutamente sottovalutare la cultura della Lega sua alleata, che è giusto la cultura dell’anti-Risorgimento, perché va a colpire al cuore il momento più positivo della storia dell’altra Italia, l’Italia antiitaliana (cioè estranea alla tradizione italiana dominante) che però è quella che con uno straordinario atto di volontà fece l’Italia, proprio rompendo quella tradizione che ci voleva solamente “espressione geografica”.

contro Gioberti, che voleva invece un’Italia confederazione di stati governati dal Papa: e siamo ancora lì, a pensarci bene, la lega – scimmiottando in apparenza Cattaneo – ripropone invece il federalismo di Gioberti, per risanare quest’ultima grande ferita ancora aperta alla tradizione italiana, che è l’unità d’Italia, per riportarci al medioevo ecclesistico dei particolarismi locali con l’unico grande potere papale sullo sfondo.

solo che la chiesa cattolica non riuscirebbe mai ad essere più il cemento unificatore di un paese particolaristico oggi anche nelle convinzioni religiose; e la grandezza di Berlusconi è di avere ritrovato nella becera cultura di “Pierino e la supplente”, a cui lui si ispira direttamente, la fonte di legittimazione politica di un nuovo equilibrio di potere.

così forte da sembrare indistruttibile, anche se non lo è affatto, e conserva una fragilità intrinseca che continuamente viene confermata, anche alla ultime elezioni, che almeno ci danno la possibilità reale di dire che il consenso per Berlusconi nel suo insieme non si colloca molto al di sopra della metà dei votanti, cioè rimane sotto il 40%, e quello personale per lui, considerando l’ambiguità del voto per la Lega, riguarda meno di un terzo degli italiani: altro che 62%.

una parte importante di chi vota Berlusconi lo fa malvolentieri, per mancanza di alternative e per paura o comunque rifiuto della sinistra: andarsi a vedere gli estremi argomenti elettorali di Berlusconi, quelli che fanno presa, all’ultimo minuto sull’Italia consegnata agli immigrati o sulla sinistra che abolirà la carta moneta per far pagare le tasse a tutti.

* * *

ma ci sono due Italie, dici tu, anche oggi.

so bene anche io che ci sono due Italie nel nostro presente; forse dovrei parlare un po’ più spesso dell’altra Italia: ma come dimenticare quanto è stupida nel suo insieme anche quest’altra Italia generosa ed illusa, nella quale ci riconosciamo entrambi?

come dimenticare che Berlusconi al potere ce l’ha riportato lei?

come non vedere che anche in queste ore una parte della sinistra ha seguito Grillo, che appunto dichiara di non essere di sinistra, regalando una regione alla destra, perché il no alla TAV è per chi lo ha votato più importante del no al berlusconismo?

e nello stesso tempo, come non vedere le ragioni di Grillo nella sua protesta contro la corruzione politica a sinistra?

come non vedere che Di Pietro e Grillo sono stati tenuti fuori dal Partito Democratico per sua scelta, e che è grottesco sentire oggi Bersani che si lamenta di perdere voti a favore di Grillo quando il modo migliore di evitarlo era di accettare Grillo nelle proprie file e di fare proprie certe sue parole d’ordine più che giuste, aldilà del personaggio che trovo odioso?

come non vedere l’astensionismo a sinistra, validamente rappresentato anche da un blogger come me?

* * *

alla sinistra manca un leader credibile; del resto, se lo avesse, tutti si darebbero da fare a sinistra per tagliargli le gambe.

la sinistra italiana è ostaggio di un ceto politico ampiamente compromesso e mediocre, un ceto politico di Bassolini e Frisulli, del quale occorre liberarsi come primo passo per costruire il futuro.

alla sinistra manca una proposta politica capace di aggregare davvero una maggioranza, politica, cioè di scelta.

qualcuno ci guardi da qualunque forma di ritorno al potere di un ceto di dilettanti politici tenuti assieme solo dall’antiberlusconismo, che firmano un programma comune solo per finta e con la sottintesa volontà di farsi ognuno i fatti propri; fino a che le cose stanno così che governi Berlusconi sarà ancora il male minore.

continuerò a criticare la sinistra antropologicamente diversa; non sono sicuro di potere indicare delle soluzioni, ma mi sembra già tanto riuscire ad indicare dei difetti.

* * *

beh, Patrizia, hai fatto il miracolo: mi hai fatto scrivere un post senza volerlo.

ora, vedi se puoi farne un altro, Patrizia: facci dare una sinistra che sappia quello che vuole e che sappia volerlo con calma e determinazione, ma senza pasticci.

dacci una sinistra che proponga l’abolizione del Concordato per restituire alla Chiesa il suo pieno diritto di fare politica, ma senza ingiusti privilegi né riguardo agli altri partiti politici né riguardo alle altre religioni.

dacci una sinistra che distrugga le basi della politica come professione, stabilendo l’ineleggibilità a qualunque carica dopo due mandati; che vieti l’ingresso in Parlamento non solo ai condannati ma anche a chi è sotto inchiesta, salvo che per reati bagatellari.

dacci una sinistra che sappia riformare l’amministrazione della giustizia e rendere celeri i processi picconando lo strapotere degli avvocati e ponendo le premesse strutturali di una giustizia rapida attraverso la revisione delle procedure dei dibattimenti, e con un abbattimento dei costi delle cause, ma dacci una giustizia che inasprisca le pene per i reati che devono essere considerati veramente gravi, a cominciare da quelli contro la pubblica amministrazione e dall’evasione fiscale.

dacci una sinistra che sappia difendere senza ambiguità i diritti umani degli immigrati e avvii una politica dell’integrazione senza nessun buonismo, ma senza nessuna forma di razzismo.

dacci una sinistra che sappia risanare l’economia dello stato nell’unica forma possibile, che è quella di una riforma fiscale fondata sulla deducibilità delle spese dal reddito, ed altro non occorre per rimettere il paese in sesto.

dacci una sinistra che dichiari una guerra senza quartiere al crimine, e sappia ridurre alla fame con un vero e proprio stato d’assedio i malavitosi che dominano l’economia di regioni intere: una sinistra antimafia, anticamorra, antindrangheta.

dacci una sinistra democratica, europea e pacifista, ma che non faccia del pacifismo un dogma assoluto

dacci una sinistra che probabilmente resti minoritaria in un simile programma politico, per tutto il tempo che serve, ma che sappia restarlo senza traumi, forte abbastanza per imporre alla maggioranza, invece, qualche aspetto del suo programma. e che impedisca al berlusconismo di scatenare in maniera devastante i suoi appetiti.

ora e per i secoli futuri, amen

. . .

commenti:

luisa 31 marzo 2010 alle 10:26
c’è l’ha un leader la sinistra, che lo voglia o no, è Vendola.
Vedrai.

bortocal 31 marzo 2010 alle 14:38
cara Luisa, sono perfettamente d’accordo con te!
io il mio pronostico l’ho già dato – e tieni conto che con Obama ci ho anche azzeccato, in tempi assolutamente non sospetti e con due anni d’anticipo su tutti!
“alla fine di un post così distruttivo vorrei dire che non tutto è scontato: prepariamoci al nuovo scontro truccato del 2013 fra Fini e Vendola piuttosto, cominciando a pensare al programma, che non interesserá a nessuno”.
questa è la conclusioone del mio post 106.
sono convinto anche io che il vero leader della sinistra 2013 sarà Vendola, e sono contento che la battaglia sarà attorno ad un leader dicharatamente gay.
ma forse questa potrebbe essere proprio l’incredibile carta in più per Vendola, proprio come lo è stato per Obama il colore della pelle!

firdis 31 marzo 2010 alle 11:34
su e giu’. bipolari siamo in tanti. certi si specializzano di piu’.. ma basta saperlo.
questo post, pero’, appartiene alla parte che mi piace di piu’.

bortocal 31 marzo 2010 alle 14:39
eh eh, grazie.
però non sapevo che ci fosse anche un polo Est (sinistra, quello del sol nascente, hai presente) e un polo Ovest, la destra…
ciao, grazie ancora…
(parto per vedere Ettore, starò via qualche giorno)

firdis 2 aprile 2010 alle 14:10
nemmeno io. prima di conoscerti. 🙂
era tanto, penso, che non tenevi un frugoletto tra le braccia, vero?
cari saluti.

mauro 2 aprile 2010 alle 17:02
fammi, pensare…
almeno 15 anni con Demian…
carissimi auguri (sono qui di fretta e ho un paio di post in testa, che cerco di tenere in vita con l’accanimento terapeutico, prima di dimenticarli).

Pat 31 marzo 2010 alle 13:23
commento dopo con calma, ma ho letto tutto con attenzione

bortocal 31 marzo 2010 alle 14:41
sapendo della tua attenzione sono corso a correggere più errori di stampa ho potuto, ma chissà quanti ne sono rimasti ancora!!!
(starò a casa in Italia fino a Pasquetta, fremo di vedere Ettore!)

Pat 1 aprile 2010 alle 0:13
carissimi e beddhri,
sono (troppo) stanca, purtroppo, infatti ho comprato carne rossa come mi ha detto il dottore, tendo sempre al rosso come potete vedere, convengo su Vendola, l’unico leader credibile della sinistra in Italia, e noto come voi parecchi tratti in comune dello splendido uomo con Obama, di cui sono sostenitrice quasi estatica sin dalla primissima ora.
sono contenta che il tuo tono, Mauro, sia trasformato e propositivo; il fatto è che non frequenti abbastanza me e Lou altrimenti la tua trasformazione alchemica sarebbe continua, e da tutta la tua poderosa e profonda analisi scaturirebbero parecchi fior

🙂
e con questo un saluto notturno pieno di affetto, più del solito a te a Lou e a Firdis, e attento che fai intristire la Loredana che si reclina come una margheritina quando legge certi tuoi post
🙂
ciao resistenti
La Maestrina dalla Penna Rossa

bortocal 2 aprile 2010 alle 17:09
cara patrizia, con la tua solita intuitività hai colto da qualche mimetizzato accento la grande (e per me inspiegata) trasformazione: purtroppo non posso da un internet cafè lanciarmi in una delle mie analisi spericolate, ma il mio giudizio su queste elezioni è assolutamente positivo.
la nottata sta passando e bisogna cominciare a ricostruire.

firdis 2 aprile 2010 alle 17:04
oh pat, ci ho messo un po’ a formulare un pensiero su questa mia immagine cosi’ carina di margheritina triste.
ma non ci sono riuscita.
vorrei dire soltanto che non e’ colpa sua, certe volte e’ merito suo.
e vorrei dire questo senza apparire lecchina.
ma non credo di esserci riuscita.
baa-aci

bortocal 2 aprile 2010 alle 17:11
colpa o merito che sia, le margheritine che chinano il capo lo rialzano sempre!
e, come dice l’Ecclesiaste, c’è un tempo per ogni cosa, e il tempo di stare a macerarsi per capire dove si era sbagliato è passato: oggi si può sapere bene che cosa fare.

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