i diritti disumani di Google. wp 47 – 25 febbraio 2010 – 136

wordpress giovedì 25 febbraio 2010 – 21:11

non mi fa paura andare controcorrente ogni tanto: sono consapevole di potere sbagliare nel farlo, anche se una presunzione mi guida: che è più facile che sbagli la massa tutta intera che un singolo uomo illuminato; il mio unico problema è che so benissimo di non essere tale e che se la dovessi azzeccare sarebbe solo per caso.

* * *

Google pubblica il video tipicamente italiano di un ragazzino con problemi maltrattato in classe dai suoi piccoli compagni delinquenti e mafiosi e per estremo sfregio dileggiato anche mettendo in rete le riprese dei maltrattamenti in modo da farlo diventare uno zimbello universale; i vigliacchi non mancano certo nel Belpaese e il video è gettonatissimo, fino a che Google, su segnalazione, lo toglie dopo un paio di mesi.

problemi simili si sono verificati su Facebook, solertissima a cancellare siti dove appaiono donne castissime pur se poco vestite, ma assolutamente indifferente agli appelli a favore della mafia oppure a deliri neonazisti, o su altre piattaforme blog che hanno consentito per mesi a qualche blogger di lanciare insulti irripetibili ai non allineati di qualunque tipo e istigazioni a delinquere di marchio fascista.

il caso di Google finisce in Tribunale (gli altri no) e questo condanna i responsabili della società in Italia a sei mesi di carcere per violazione della legge sulla privacy, ma le motivazioni della condanna non si conoscono ancora, quindi è un po’ presto per discuterne a fondo.

comunque tutti si sono precipitati a commentare, tra i primi l’Ambasciatore americano in Italia, che non ha risparmiato i paroloni:
«Siamo negativamente colpiti dall’odierna decisione di condanna di alcuni dirigenti della Google Inc. per la pubblicazione su Google di un video dai contenuti offensivi.
Pur riconoscendo la natura biasimevole del materiale non siamo d’accordo sul fatto che la responsabilità preventiva dei contenuti caricati dagli utenti ricada sugli Internet service provider.
Il principio fondamentale della libertà di Internet è vitale per le democrazie che riconoscono il valore della libertà di espressione e viene tutelato da quanti hanno a cuore tale valore.
Il Segretario di Stato Hillary Clinton lo scorso 21 gennaio ha affermato con chiarezza che Internet libero è un diritto umano inalienabile che va tutelato nelle società libere.
In tutte le nazioni è necessario prestare grande attenzione agli abusi.
Tuttavia, eventuale materiale offensivo non deve diventare una scusa per violare questo diritto fondamentale».

ma l’ambasciatore americano la fa troppo semplice.

* * *

prima di tutto non è affatto chiaro se la condanna di Google è avvenuta per non avere esercitato un controllo preventivo.

il garante della privacy Rodotà, in un intervento per il resto ben poco incisivo, considerando che in fondo lui è lì per difendere i diritti dei cittadini e non quelli di Google (sentenza_google_l_allarme_di_rodot_non_diventi_un_arma_per_censurare-2423892 ) osserva:
se la premessa fosse che Google non ha rimosso tempestivamente il video mettendo in atto un comportamento omissivo, si tratterebbe di una giusta applicazione delle norme vigenti

bene, e questo è un punto fermo (sia detto come ultimo strascico di certe deprimenti discussioni con chi si assume va volentieri la difesa della libertà dei mascalzoni): intanto sia chiaro che, quando a una piattaforma viene segnalata la presenza di contenuti illegali, questa è obbligata dalla legge attuale a rimuoverli.

è quello che non fece la piattaforma dalla quale mi sono trasferito qui, obiettandomi invece, in un caso di diffamazione continuata verso terzi, che non era affar suo, ma solo un problema personale dei blogger coinvolti.

* * *

ora è noto a chiunque si sia occupato filosofia che la libertà in assoluto non esiste, ma la libertà di qualcuno è sempre la limitazione della libertà di qualcun altro, dato che il tratto caratteristico della specie umana è la differenza di valori e di gusti.

in questo caso la libertà di Google di ospitare qualunque schifezza uno voglia filmare o scrivere è mancanza di libertà per me che non voglio vedere queste schifezze

naturalmente vi è sempre una libertà privata cui ha diritto chiunque di soddisfare i suoi piaceri e le sue passioni senza interferire con le mie.

ma anche questa libertà privata a volte si rivela apparente o ha dei confini molto incerti con la libertà pubblica, e in particolare questa divergenza si registra dove il confine fra la libera scelta e la costrizione si fa indistinguibile.

ci fosse sempre un bambino da un lato e l’acqua sporca dall’altro, sarebbe almeno facile non sbagliarsi sul cosa buttare, ma ci sono anche dei pupazzi di spugna inzuppati d’acqua sporca in modo tale che non si riesce facilmente a separare una cosa dall’altra.

a questo punto io voglio semplicemente sapere se è più importante per me la libertà sociale di picchiare un disabile e di pubblicare un video incitando altri a fare altrettanto oppure la libertà di vivere in un mondo dove tali comportamenti disumani sono perseguiti e contrastati.

il problema di come i provider possano controllare ciò che pubblicano, quanto gli costi farlo, e quando lo debbano fare, se prima addirittura, o comunque almeno dopo la prima segnalazione, è minore per me rispetto a questo.

perché se la libertà si spinge sino al punto di fare ciò che è chiaramente ed inequivocabilmente disumano, allora la libertà diventa un disvalore, e questo non posso accettarlo.

e allora rivendicare una libertà disumana come diritto umano è semplicemente disumano!

proprio perché amo davvero la libertà e credo in lei, non posso accettare che sotto il mantello della libertà vengano fatti passare il profitto e la violenza: trovo qualcosa di truffaldino in questo abuso del nome della libertà.

* * *

concludo qui queste riflessioni affrettate, delle quali sento per primo con chiarezza l’incompletezza: purtroppo non riesco a pensare altro che l’ambasciatore americano si è mosso per difendere il diritto a fare affari da parte di una grande impresa americana.

ahimè, questa è stata per decenni la principale libertà del mondo libero: purtroppo non è una libertà che mi riguarda.

sento che la giustizia italiana ha fatto bene a condannare chi ha fornito la sua potenza economia e il suo apparato tecnologico straordinario a disposizione di chi se ne è servito per fare violenza a un indifeso.

. . .

allora – mi si dirà – tu condanneresti anche la società telefonica perché qualcuno fa telefonate minatorie usando il telefono?

no, come ho già esposto in un post che è passato altrettanto inosservato di quanto passerà questo, vi è una differenza di fondo fra la comunicazione pubblica e quella privata, e chi diffonde una comunicazione pubblica deve essere obbligato a tenerla sotto controllo.

quegli idioti capaci soli di malmenare un indifeso non sarebbero mai stati capaci di inventare un sistema per offrire le loro prodezze come esempio al mondo; chi è capace di farlo non usi il suo potere per diffondere il male pur di guadagnarci su.

mi pare il minimo.

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