wordpress martedì 2 febbraio 2010 – 20:17
proprio coloro che non sanno vivere bene hanno problemi ad accettare la mortalità e si riducono a inventarsi l’anima.
è l’unica speranza che si danno: che ci sia ancora una vita di là, dopo avere sprecato questa.
. . .
commenti:
Pat 2 febbraio 2010 alle 20:38
un pensiero così limitato, che non sembra neppure tuo, devo dirlo
bortocal 2 febbraio 2010 alle 20:59
non mi spaventa l’idea di scrivere qualcosa di limitato di ottuso o di sbagliato qualche volta; occorre anzi metterlo nel conto ancor prima di cominciare a scrivere.
tuttavia non sono sicuro che questo pensiero sia limitato, direi solo che è sintetico.
del resto si collega strettamente a un altro borforisma recentissimo che poneva il tema della morte come passaggio, e per la verità è la sintesi di questa risposta ad un commento di firdis su quel post, che leggeva come espressione di umor nero:
“mi spiace che ti abbia fatto questo effetto, il post è stato scritto in piena allegria, con spirito sardonico e non senza sfumature scherzose (almeno nelle intenzioni).
però ammetto che è molto difficile riuscire a far scherzare anche gli altri su certi argomenti…
sul tema della morte come passaggio avevo pubblicato a dicembre le foto di una mostra fotografica tedesca che non avevano suscitato neppure un commento, ma solo brividi, credo.
– il niente di cui parlavo qui è il niente metafisico del non essere, perché poi questo niente è tutto il nostro tutto.
tuttavia occorrerebbe sottolineare che niente esiste, per dirla con l’oscuro filosofo, e una realtà in cui tutto scorre ed è solo parvenza è una realtà che non esiste, quindi non ha alcuna sostanza, né alcun diritto all’essere.
e invece di darci una saggezza adatta a questa nostra partecipazione all’inconsistente divenire universale che basta da solo a dirci che l’eventualità è la vera sostanza delle cose e a metterci tutti sotto il padre padrone del caso, le religioni si sforzano di nasconderci la realtà e ci vorrebbero legare ad un’anima immortale, non sapendo in che altro modo smentire l’evidenza della mortalità, che è insopportabile peraltro solo a coloro che non sanno vivere”.
trovo riduttivo semplificare il problema del passaggio al niente sostituendo al niente un’anima immortale.
temo che chi compie questa operazione non senta o non voglia sentire la profonda tragicità di un rito di passaggio che invece è rivolto al niente.
(comunque grazie della critica)
L’ha ripubblicato su cor-pus 15.
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