wordpress venerdì 27 novembre 2009 – 0:11
mi concedo una piccola nota autobiografica.
* * *
Caro Mauro,
mia moglie ed io abbiamo visitato il tuo blog e siamo rimasti stupefatti dal coraggio mostrato, commentando pubblicamente le miserie dei politici italiani.
Come di consueto non ho nulla da insegnarti e non è mio intendimento limitare l’azione di uno spirito autenticamente libero come il tuo, che ha l’obiettivo di risvegliare gli italiani dall’intelligenza assopita e intontita dai fasulli e torbidi proclami di certa gentaglia, tuttavia mi preoccupa il fatto che qualche irresponsabile possa crearti dei problemi, in ogni caso puoi sempre contare sulla mia solidarietà.
Con grande stima, un forte abbraccio
Giovanni
caro Giovanni,
è un piacere ritrovarti con la tua sensibilità e la tua amicizia; ti ringrazio delle tue preoccupazioni; del resto ho già passato altri guai nella mia vita per la mia libertà di parola, giudicata impossibile.
ho cominciato il blog quattro anni fa esatti, credo che il compleanno sia passato solo da qualche giorno – anzi, ora che ci penso è proprio oggi!, all’inizio fra mille prudenze e mimetizzazioni, considerando quel che scrivevo; poi pian piano mi sono lasciato andare, e da ultimo di metto la mia faccia, e quasi la firma con l’indirizzo di casa e tutto.
non è detto che sia sempre così, però mi sono convinto di non correre rischi per un motivo molto semplice: che non mi legge praticamente nessuno e non rappresento nessun pericolo, ma solo una stranezza, e tutto finisce qui.
non mi dici niente di te? come vanno le cose?
ti mando un abbraccio incrociando le dita che la fortuna continui ad assistermi.
* * *
Namaste, caro Mauro.
Sono rientrato ieri. La vacanza é stata di totale sforzo fisico con pernottamenti in tenda sottozero nel trek e parte fluviale fantastica, anche se impegnativa.
Ci voleva, in alternativa alla scrivania.
Da lamentare solo i postumi di una bronchite dovuta in parte ai pernottamenti a tremila metri sottozero ed in parte ai fumi di Katmandu, ormai piú somigliante alla Los Angeles di Blade Runner che alla vecchia cittá dei freak degli anni ’70.
Da Katmandu a Baktapur ora ci vuole almeno un’ora e mezza tra la nebbia della polvere, gli scarichi delle macchine e sciami di motorini.
La cosa piú pericolosa é stata senza dubbio il rientro in bus notturno a Katmandu: 14 ore su bus Tata che la fabbrica non ricorda di aver prodotto in mezzo al popolo della notte degli autisti votati al suicidio collettivo, ma guidati da Khrisna.
Penso che tu ne abbia avuto abbondante esperienza in India.
Altre novitá?
Fammi sapere, un abbraccio,
andrea
caro Andrea,
lieto di saperti ritornato in forma (la bronchite me lo sono beccata anche io restando qui senza fare altro che lavorare) e rinfrancato.
manco dal Nepal da due anni soltanto, ma pare dalla tua descrizione che la situazione stia precipitando anche lì, e forse il mio sogno di stabilirmi a Bakhtapur, quando avrò finito di lavorare, non varrà nemmeno più la pena…
a presto!
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