agli studenti di prima classe. cor-pus 171 [113] – 19 settembre 2009 – 905

Samstag, 19. Sep, 2009 – 20:35:37

ricevo da un’amica e diffondo come posso questo splendido testo, che mi riporta col cuore alla scuola che ho lasciato anni fa e ad una professione bellissima di cui si parla qui sotto: l’insegnamento/apprendimento.

* * *

Benvenuti.
Buon Anno e Buon Quinquennio.
Perché noi ci auguriamo di vedervi né meno né più di un quinquennio.
Se ci lascerete prima, saremo dispiaciuti e se deciderete di stare con noi per più di un quinquennio…, faremo di tutto affinché il quinquennio non si avvicini al decennio, perché, lo sappiamo, stare a scuola è bello, ma arriva il momento nel quale bisogna diventare adulti.
Ci auguriamo di insegnarvi tante cose, di sviluppare la vostra curiosità, di vedere nei vostri occhi quella “sacra luce” che significa passione, desiderio di conoscere, di approfondire.
Perché questo succeda, noi dobbiamo motivare voi, ma anche voi dovete motivare noi.
L’insegnamento-apprendimento è qualcosa di più complesso che una persona – il docente – che riempie degli spazi – le vostre teste.
Si impara se si interagisce, se si fanno domande, se si chiede di più, se si stimola l’altro, se si è attivi.
Qualcuno potrebbe chiedere: “E lo studio?”
Naturalmente, si impara se si studia.
Se non studiate con attenzione, con costanza (con la “c” minuscola, cosa avete capito?), sarà difficile assimilare i contenuti, anche quelli che avrete compreso bene dopo la spiegazione in classe.
E fare i compiti non è un dovere da assolvere per far contenti i genitori o fare buona impressione sui professori, ma è un momento importante di autoverifica: facendo gli esercizi, capite se un argomento vi è chiaro oppure no, se lo dovete approfondire, se dovete chiedere ulteriori spiegazioni o chiarimenti all’insegnante.
E non copiate i compiti all’ultimo momento prima della lezione. Non serve a niente. Basta poco all’insegnante per capire se un esercizio lo avete fatto voi oppure no.
Ci auguriamo di insegnarvi ad essere persone corrette e responsabili, rispettose nei confronti degli altri, anche di coloro che sono diversi da voi.
Perché tutti siamo uguali e diversi e possiamo dare e ricevere in ugual misura.
Anche i professori con cui avrete a che fare sono diversi tra loro: c’è chi è giovane, chi è meno giovane; chi ha un aspetto austero e chi sembra più alla mano; chi si veste “da professore” e chi indossa abiti casual; chi crede in una religione, chi in un’altra o chi non crede in nessuna; chi ama la musica classica e chi il rock.
E siamo, a volte, anche diversi nei metodi di insegnamento.
Ma non crediate che questo sia uno svantaggio per voi, anzi.
Ci auguriamo di insegnarvi gradualmente il valore della cultura – e questa è un’impresa ardua per i tempi che viviamo.
Alla vostra età, la felicità è un telefonino o un lettore mp3 o un capo d’abbigliamento alla moda o uno scooter.
Non potete immaginare che felicità può dare il sapere, il conoscere, la storia, la letteratura, un libro, l’arte.
E, in particolare, che gioia può esserci nel trasmettere conoscenze agli altri, soprattutto a chi è più piccolo di noi.
Molti, tra i vostri nonni e bisnonni, e forse, anche, tra i vostri genitori, avrebbero voluto avere l’opportunità che voi oggi avete.
Molti di loro hanno avvertito e avvertono la mancanza di una formazione culturale.
Qualcuno di noi ha visto anziani analfabeti commuoversi dopo aver ascoltato una poesia o anziani braccianti costretti a letto, dopo una vita di stenti, che si facevano leggere romanzi da qualche giovane nipote.
Pensate a loro. E non deludeteli.
Di nuovo, Buon Anno!
Uno dei vostri insegnanti

. . .

commenti:

ilpensierodioggi http://www.miknet.it Samstag, 19. Sep, 2009 @ 22:39:02
Bellissima lettera.
E’ un invito a chiedere il MASSIMO dalla propria vita, e a non accontentarsi del MINIMO….

Bortocal Sonntag, 20. Sep, 2009 @ 09:01:50
una volta precisato chi non è il Massimo, sono d’accordo!

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