pabloz70, il consenso. bortocal 28 [30] – 9 settembre 2009 – 856

Wednesday, 09. Sep, 2009 – 07:42:13

Bortocal Dienstag, 08. Sep, 2009 @ 23:32:53
mi sento in imbarazzo a ricevere come commento questo vero e proprio post, che merita altro rilievo.
domani provo a rimediare, pubblicandolo su lettere a bortocal, stasera no: sono decotto dopo 12 ore in ufficio…
http://bertolauro.blogs.it/2009/09/08/102-sostamzialmente-6926176/

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pabloz70 http://grafemi.wordpress.com Dienstag, 08. Sep, 2009 @ 23:17:40
una delle difficoltà maggiori, da un punto di vista politico, filosofico, scientifico, architettonico, è riallineare i modelli alla realtà
per fare un esempio, fino a cinquant’anni fa si continuava a costruire Chiese pensando di dover creare opere d’arte – e non si era ancora capito che il potere si era spostato verso il commercio, l’industria, la finanza
le vere cattedrali di oggi sono a New York, a Chicago, a Shangai: potere ergo palazzi che esprimono il potere
in politica, spesso accade la stessa cosa: si continua a cercare una dittatura che poteva andare bene cinquanta o cento anni fa, e non ci si accorge che il potere ora viene esercitato in altro modo…
fino al 1945, il potere era in mano all’esercito – i generali, i colonnelli, occupavano incarichi politici, erano i personaggi dei romanzi, comparivano nelle pagine scandalistiche dei giornali (sto pensando alle storie che si raccontano in “Alla ricerca del tempo perduto”)
il potere si esercitava con la forza
e sai perché? perché uno come Mazzini, che poteva contare sull’appoggio di due o trecento persone, era pericoloso
esisteva un elite di intellettuali, di teste pensanti, che producevano arte, cultura, filosofia contro il potere
era necessario imprigionare ogni oppositore, e spaventare il popolo in modo che non osasse seguire le idee di questi personaggi
ecco: esistevano le idee, e le idee erano pericolose
ora il potere è economico: i tabloid parlano di manager e amministratori delegati, i libri anche, e i Presidenti della Repubblica sono gli ex-governatori della Banca d’Italia, e il Presidente del Consiglio è l’uomo più ricco d’Italia o l’ex amministratore dell’IRI
e ora il potere è mediatico: con uno strumento potente come la televisione (che tu giustamente indichi come presupposto della democrazia: ma è tale solo se soggetto a rigorosi controlli), conta solo ed esclusivamente l’accesso alla tv
chi controlla l’accesso alla tv, è in grado di controllare di fatto il consenso: il consenso si forma attraverso la tv
e, come dimostra Mike Bongiorno, non attraverso i reportage, l’approfondimento, l’informazione, ma tramite l’apparizione in contesti divertenti, la fusione di chiacchiere politiche con pettegolezzi, con i reality (emblematica la partecipazione di Emanuele Filiberto a “Ballando con le stelle”, che fu dichiaratamente e ingenuamente annunciata come strategia per le elezioni europee)
quindi: così come il controllo della forza, nei secoli precedenti, era il requisito che doveva avere ogni dittatura, ora è il controllo dei media il punto di partenza
e infatti, tutti i colpi di stato iniziano con l’occupazione della televisione nazionale, e con la parallela soppressione dei giornali
ovviamente se qualcuno può controllare “legalmente” i media, non serve fare niente: basta raccogliere quello che si è seminato
pensa a Fini: come uscirà dal tritacarne Mediaset+il giornale? come Casini: annichilito, annientato, azzittito
e tutto questo, senza alcun spargimento di sangue, senza forzare alcunché: la gente si mette davanti alla televisione e chiedi: oggi, cosa dovrò pensare?

Bortocal Mittwoch, 09. Sep, 2009 @ 07:32:47
ho cercato con molto impegno qualche punto di dissenso, purtroppo non riesco a trovarne.
mi piacerebbe sviluppare solo un aspetto, e cioè collegare questa evoluzione politica che tu evidenzi alla situazione storica dell’Europa occidentale.
cioè il fenomeno che evidenzi tu non è universale, ma limitato all’Europa occidentale, ed è il risultato della seconda guerra mondiale e di decenni di innaturale mancanza di guerre in questa area del mondo.
in altri paesi e continenti non è così, e le dittature seguono ancora le forme classiche della violenza, ancora nel 1960 e nel 1964 in Italia si andò molto vicini all’imposizione di una dittatura o ad un colpo di stato militare classico; nel 1967 la Grecia fu instaurato il regime dei colonnelli, la dittatura franchista durò fino al 1975, e ricordo bene che uno degli oppositori, Grimau, fu garrotato.
negli Stati Uniti il 22 novembre 1963 avvenne un colpo di stato, con l’omicidio del Presidente, la cui politica estera non era gradita alla CIA e al blocco di potere politico militare: Kennedy fu ammazzato e sostituito da Johnson, e fu forse la prima occasione storica nella quale si vide la potenza del controllo dei media, perché la vera natura e il vero significato del colpo di stato furono nascosti e in pasto all’opinione pubblica venne dato un assassino in realtà innocente.
ancora negli anni tra il 1969 e il 1975 in Italia si sviluppò la strategia della tensione con centinaia di morti, dato che ancora si riteneva che la politica fosse qualcosa da realizzare in prima persona, e questo era pericoloso per l’assetto del potere.
ma già qui si poté vedere una deformazione della violenza classica, in quanto la strategia della tensione, pur usando metodi di violenza classica, aveva come scopo non l’imposizione diretta di un potere coercitivo, ma il condizionamento della opinione pubblica, attribuendo ai nemici del potere costituito forme di inaudita violenza politica che in realtà erano prevalentemente opera di quel potere politico stesso.
insomma, a me pare che il vero momento di svolta e l’inizio in Occidente della situazione storica che ti descrivi stia tutto nella sconfitta del Sessantotto, l’ultimo grande movimento di massa tradizionale in Occidente, che però per la prima volta venne sconfitto non con un bagno di sangue, ma con una sottile a articolata strategia di condizionamento mentale delle masse.
poi in Occidente il mix venefico di consumismo e televisione ha intorpidito le menti delle masse umane e gradualmente la violenza fisica è diventata inutile.
è come se si fosse trovato l’anestetico che rende inutile imprigionare l’elefante imbizzarrito con le corde: molto più razionale e meno pericoloso lanciargli una siringata di valium a distanza.
personalmente non guardo più la televisione da anni; ho rifiutato il valium, ma mi rendo conto che questa è solo una bizzarra scelta individuale che non può essere proposta come modello di comportamento di massa.
per tutelare la reattività umana come se fosse come un patrimonio dell’umanità UNESCO, non dovrebbe rimanerci altra strada che regolare il contenuto della televisione, vietando la somministrazione di valium attraverso la medesima.
purtroppo il valium crea forme di dipendenza, e questo sarebbe oramai sgradito persino ai lobotomizzati, per cui occorrerebbe una disintossicazione graduale e con molto metadone di mezzo, suppongo.
ma, mi dirai tu, la tua analisi non va da nessuna parte!
proprio così, direi: c’è solo da aspettare, però il momento non mi pare troppo lontano, che l’Italia decida di liberarsi di Berlusconi, e cercare di giungere a questo momento di rifondazione del paese con le idee chiare.
per questo occorrerebbe rapidamente spostare l’analisi dalla critica a Berlusconi alla critica di chi ne prenderà il posto, per evitare che raccolga la sua eredità allo stesso modo in cui il Partito Comunista raccolse nel 1945 l’eredità del fascismo, cioè in una sostanziale continuità profonda…

* * *

ah, aggiungo qui: non credo affatto che Fini uscirà triturato da Feltri, nonostante la sua apparente debolezza; mi pare molto più facile che Feltri e il suo mandante finiscano col triturarsi da sé.

quel che succede è un segno di debolezza del caimano, non di forza.

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commenti:

pincerello Wednesday, 09. Sep, 2009 @ 09:21:51
la verità finchè il buon dio non avrà il buon senso di liberarci da un essere pericoloso, la libertà non ci sarà.
ogni affermazione ogni critica viene buttata nel frullatore e servita fredda agli estasiati papabili elettori.
sono stanco di vivere sotto uno stato che cerca di cambiare ma è sempre quello perchè chi lo rappresenta è sempre colui che lo governa da 50 anni, una dittatura che dopo mussolini ha trovato alcuni illustri eredi.
forse andreotti aveva ragione dicendo “il potere logora chi non ce l’ ha” cazzo!!! il gobbo ha ragione da vendere, col cazzo che lo mollano.

Bortocal Wednesday, 09. Sep, 2009 @ 20:02:48
purtroppo l’unico essere pericoloso che conosco davvero è quello che alberga dentro ciascuno delle decine di italiani che sono entusiasti di Berlusconi.
e poi, dall’alto dei miei sessant’anni, vorrei ricordare che gli anni Settanta sono stati molto peggio e che allora si facevano le stragi, e che poi è venuto Craxi, e l’Italia era di fatto già mezza berlusconiana.
non facciamola così grigia: è solo colpa nostra se le cose stanno così.

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dottorTuri Wednesday, 09. Sep, 2009 @ 17:33:50
Credo che il fenomeno sia molto più globale e non limitato all’occidente ricco e annoiato.
Il Capitan Camarà, presidente guineano, è considerato un dittatore perchè controlla la radio e la televisione e li usa per scopi elettorali, in tali condizioni, dice l’ONU, mica Grillo e Santoro, le elezioni sarebbero una farsa,
anche lui è salito al potere alla morte del vecchio presidente di cui era il delfino con un colpo di stato in cui non si è sparato un solo colpo.
Anche lì la gente ha paura della democrazia e delle libere elezioni perchè teme la guerra civile e anche lì alla maggioranza della popolazione non frega assolutamente nulla chi sia il presidente..

Bortocal Wednesday, 09. Sep, 2009 @ 20:12:18
trovo queste considerazioni piuttosto interessanti.
però nella situazione che descrivi, anche se con brevi cenni, trovo una differenza rispetto alla situazione europea, che mi induce a ritenere la mia analisi non del tutto sbagliata: “la gente ha paura della democrazia e delle libere elezioni perchè teme la guerra civile”.
tu dici “anche lì”: ma nessuno da noi teme la democrazia per paura della guerra civile, a mio parere.
e in fondo io trovo una conferma alla mia tesi di fondo, e cioè che la televisizzazione della lotta politica è il prezzo che si deve pagare alla eliminazione della violenza fisica dalla lotta politica.

dottorTuri Thursday, 10. Sep, 2009 @ 12:25:08
bisogna contestualizzare.
in italia non temono la guerra civile coi fucili e le granate,
ma quella col dibattito e gli scioperi.
forse finito il comunismo sono finti anche gli anticomunisti e la politica nn interessa più.

dottorTuri Thursday, 10. Sep, 2009 @ 21:29:27
anche il termine “paura” va contestualizzato,
credo che in Italia la paura non esista più, esiste il “fastidio”

Bortocal Friday, 11. Sep, 2009 @ 01:52:06
provo di nuovo a sviluppare alcuni spunti che mi dai.
il collante del moderatismo politico è stata la paura del comunismo nel suo aspetto più mediocre di sentimento di tutela della proprietà individuale.
conosco bene questo atteggiamento della borghesia e della piccola borghesia perché fu uno dei punti saldi della mia educazione infantile, anche se non fece presa e io non fui e non sarò mai un anticomunista per grettezza ed egoismo.
venuta meno storicamente questa paura concreta del comunismo, per quella stessa classe è indubbiamente venuta meno una spinta a fare politica.
e tuttavia le radici di quella paura non sono venute meno, e il posto del comunista è stato preso psicologicamente dall’immigrato o dallo zingaro, l’uomo nero che si crede attenti alla tua proprietà e rappresenti un pericolo per il tuo benessere.
solo che l’immigrato non è più un pericolo politico, ma un pericolo sociale; e quindi l’anticomunismo, che era pur sempre politico, è sostituito dal razzismo, che è un bieco sentimento di antagonismo sociale mascherato su base etnica, e ha un contenuto ideologico praticamente nullo.
il razzismo rappresenta bene la nuova dimensione di una politica senza ideologie.
il rapporto del razzismo con la politica è alquanto diverso dal rapporto dell’anticomunismo con la politica e non esclude il fastidio per la politica.
e se la paura del comunismo produce l’anticomunismo, la paura dell’immigrato produce più semplicemente ancora l’antidemocrazia.
è un paradosso che la fine del comunismo come ideologia politica pur sempre antidemocratica, abbia lasciato esposta in prima linea la democrazia e ne abbia fatto il nemico principale di questa stessa borghesia gretta e mediocre.
non ci possiamo nascondere infatti che una vasta percentuale del popolo italiano in questo periodo esprime atteggiamenti e comportamenti semplicemente fascistoidi: Berlusconi è stato il mago che ha tolto questi sentimenti dalle fogne e li ha portati al potere in Italia, ma non possiamo nasconderci che essi sono ampiamente diffusi nell’Occidente e striscianti sotto traccia anche in paesi molto più civili dell’Italia, cime la Germania.
i sentimenti fascistoidi legittimano però di nuovo la violenza nella lotta politica, sia perché appaiono pronti a praticarla (i respingimenti alla cieca dei migranti in fuga, indifferenti al loro destino di morte) sono una violenza che non è meno intollerabile per il fatto di svolgersi al margine della nostra realtà, sia perché legittima indirettamente forme di opposizione anche violenta.
intendo dire che dove la politica diventa una politica di morte diventa moralmente lecito opporsi con tutti i mezzi, anche violenti.
(non credo che il coautore di questo post possa essere d’accordo con me e non mi sfuggono le contraddizioni di questa affermazione, però alla fine la realtà non è logica e per affrontarla e gestirla bisogna anche sapere essere illogici e dare voce a sentimenti e reazioni irrazionale.

dottorTuri Friday, 11. Sep, 2009 @ 13:03:08
è la democrazia stessa che libera dalla paura, dalla cautela dettata dall’istinto di sopravvivenza, non sentendosi più minacciata, mostra i suoi limiti.
e ricorro ancora a quell’esempio antropologico che è il nostro gigio.
egli continua a dire che “silvio” sta facendo grandi cose perchè è in testa nei sondaggi, come se questo bastasse a fare le trasmissioni della de filippi migliori di quelle di piero angela.
e dimenticando che anche hitler lo era.
è un corto circuito.

Bortocal Friday, 11. Sep, 2009 @ 16:13:16
quel blogger rappresenta solo la sua patologia e non ne parlo.
la democrazia è un ossimoro: come può avere forza l’insieme dei deboli?
il diritto universale di voto ha potuto essere realizzato solo dopo l’invenzione della radio (e poi della televisione), cioè solo dopo che il potere si era assicurato i mezzi per il controllo del popolo.
la democrazia radiotelevisiva è quindi nient’altro che la forma di potere più mostruosa che si sia mai vista, perché indica che il potere di controllo si è allargato dal corpo alla mente.

dottorTuri Friday, 11. Sep, 2009 @ 22:36:08
eppure un altro mondo è davvero possibile.
dopo alcune settimane che ero in guinee forestiere chiamai don eugene e gli dissi: “io torno a casa, noi vogliamo portare lo sviluppo, ma noi sappiamo cosa porterà lo sviluppo”
“quello che porterà lo sviluppo la guinea dovrà affrontarlo e superarlo, come il resto del mondo, ma aspetta”
poi mi potrò a dziekè, al confine con la liberia, il paradiso terrestre, un villaggio grande e ricco, in cui i ricchi si prendono cura dei poveri.. (profughi compresi)
non gettiamo la spugna!

dottorTuri Friday, 11. Sep, 2009 @ 22:44:47
e forse la patologia del gigio è più acuta e cronica rispetto alla media del campione epidemiologico, ma pur sempre causata dallo stesso agente (eziologico).
bisogna prenderne atto.
altrimenti si rischia un’italia di gigi.

Bortocal Saturday, 12. Sep, 2009 @ 15:52:07
è un caso a sè, non rappresenta neppure la destra.
comunque, davvero, non è un argomento che mi interessi più.

Bortocal Saturday, 12. Sep, 2009 @ 15:51:09
non so se lo hai già fatto, ma dovresti parlare sul tuo blog di questa tua esperienza.
oppure se vuoi ne parli qui, nei commenti e io poi ci faccio un altro post di dialogo come questo in questo blog.
credo anche io che noi soffriamo di mancanza di esempi positivi, che darebbero concretezza e credibilità alle nostre idee.
– sulla stessa linea di pensiero della speranza nel futuro, ti segnalo questo:

dottorTuri Tuesday, 15. Sep, 2009 @ 16:19:19
Non ho molto da aggiungere in merito,
non sono uno scrittore o un giornalista..
Prendila come un’ansa

Bortocal Tuesday, 15. Sep, 2009 @ 21:57:03
ah ah, peccato…
potevi almeno sforzarti, però!

. . .

pabloz70 http://grafemi.wordpress.com Thursday, 17. Sep, 2009 @ 22:36:25
“la democrazia radiotelevisiva è quindi nient’altro che la forma di potere più mostruosa che si sia mai vista, perché indica che il potere di controllo si è allargato dal corpo alla mente.”
giusto
il processo è stato: creiamo uno stato basato sul consenso
poi, controlliamo il consenso
nessuno ora accetterebbe di essere messo davanti ad una scheda con un solo simbolo
per questo, se ne presenta una con 30 simboli che significano tutti la stessa cosa: cioè potere, e nient’altro

– “intendo dire che dove la politica diventa una politica di morte diventa moralmente lecito opporsi con tutti i mezzi, anche violenti”
nonostante quello che si può pensare di me, non sono in contrasto con questo pensiero
sono solo molto, molto prudente
è come con le leggi: far passare il concetto che “questa legge è ingiusta e quindi la violo” è pericoloso, perché sposti la decisione dalla classe dirigente verso il cosiddetto “libero arbitrio” delle singole persone, cioè a quel mostruoso mix di egoismo, stupidità, paura che ciascuno di noi si porta dentro
le armi sono l’extrema ratio
il problema è decidere chi decide quando c’è l’extrema ratio

Bortocal Friday, 18. Sep, 2009 @ 07:45:54
credo all’atto pratico di essere perfino ancora più prudente di te nel passaggio effettivo all’uso della violenza politica.
infatti sono vissuto in tempi ben più grami di questi – tempi in cui dominavano le stragi e l’intrigo al posto della stupidità – e in mezzo ad una generazione in cui questo concetto della violenza politica era diventato normale, senza condividere affatto la scelta terroristica né simpatizzare in alcun modo con coloro che la facero, che mi sembravano degli imbecilli: spesso neppure esaltati, ma semplicmente incapaci di opporsi al conformismo dilagante e trascinati quasi senza coscienza ai suoi estremi gesti.
del resto il Sessantotto giocò molto di più alla rivoluzione violenta di quanto non la facesse davvero, e forse anche per questo i figli degeneri della borghesia che avevano giocato a sentirsi guerriglieri furono risparmiati quando il movimento fu sconfitto: era stata solo una finta puerile, per la maggior parte di loro.
occorre invece rispondere alla domanda chi decide quando c’è l’extrema ratio, e l’unica risposta possibile è sociologica e non etica: osservando la realtà, si vede che ciascuno lo decide da sé.
poi succede che se uno lo decide per conto suo, molto probabilmente non ne farà proprio nulla, per impossibilità pratica.
se invece lo decidono molte persone assieme e queste persone riescono a mettersi in contatto fra loro, allora diventa anche molto probabile che il passaggio alla violenza politica si realizzi.
per evitare equivoci, dico anche che il momento attuale, a mio parere, non giustifica affatto il passaggio a forme di opposizione violenta; all’opposto ciò che è necessario sono forme di obbedienza civile a principi più alti delle leggi di regime: obbedienza alla costituzione e alle convenzioni internazionali ad esempio, piuttosto che a leggi palesemente incostituzionali.

Bortocal Friday, 18. Sep, 2009 @ 22:03:35
rovescerei comunque il processo: via via che si sono creati nuove tecnologie per controllare le menti (la radio, il cinema, la televisione, e ora internet) è stato chiaro che il loro uso era meno dispendioso del tradizionale apparato repressivo.
prima: controlliamo il consenso, e poi, quando lo si è controllato: creiamo uno stato basato sul consenso.

. . .

ilpensierodioggi  http://www.miknet.it Saturday, 19. Sep, 2009 @ 01:07:52
Ecco il mio contributo a questa fondamentale discussione:
FENOMENOLOGIA DEI “M.I.N.I.M.O.” ilpensierodioggi Monday, 14. Sep, 2009 – 19:23:02
http://ilpensierodioggi.blogs.it/2009/09/14/fenomenologia-dei-m-i-n-i-m-o-6962657/
In Italia una larga parte della popolazione appartiene alla categoria dei MINIMO.
Non e’ una classe sociale vera e propria; e’ una classe mentale. Infatti vi fanno parte alcuni operai, alcuni impiegati (proletariato, sottoproletariato e ceti meno abbienti), affermati Quadri intermedi, e addirittura anche i professionisti.
La MINIMO e’ acronimo di Massa Inerte Non Informata Manovrabile Orientabile.
Cosa e’ la MINIMO e’ in gran parte spiegato nella definizione stessa. In aggiunta a cio’, cerchero’ di darne una esauriente descrizione. Ritengo che sia una categoria “nuova”, in quanto nella storia passata della civilta’ umana esisteva l’analfabetismo e la sottocultura dei ceti sociali inferiori (proletariato, contadini, servi della gleba, schiavi, popoli colonizzati, popoli primitivi) ma a differenza della MINIMO essi erano consapevoli della loro inferiorita’ sociale e si comportavano di conseguenza.
Caratteristica peculiare dei MINIMO infatti e’ quella di non ritenersi affatto “disinformati” o “manovrabili”: essi credono di avere piena liberta’ e senso critico. Si offendono se qualcuno osa mettere in dubbio la consistenza della loro capacita’ critica e della loro informata consapevolezza.
Si ritengono informati: solitamente in una discussione essi dicono “io so come vanno le cose nel mondo, perche’ mi tengo aggiornato!”. Se devono controbattere una tesi a loro avversa dicono all’interlocutore: “apri gli occhi!”. Credono pertanto di essere di larghe vedute, in quanto si illudono di aver accesso a tutto il sapere e a tutta la informazione libera e obiettiva possibile, e si illudono di avere l’incondizionata capacita’ di elaborare cio’ che assimilano.
Si informano guardando la televisione. Non leggono i giornali (a parte quello gratuito distribuito nei corridoi dellla metropolitana) perche’ non hanno tempo, vedono uno dei TG trasmessi in TV in base all’orario della loro cena (magari anche due), poi qualche programma di intrattenimento dove viene veicolata un’altra porzione di informazione.
Se per qualche fortunato caso un giornale quotidiano capita sotto i loro occhi, i MINIMO si limitano a sfogliare le pagine facendosi un’idea della notizia in base al titolo. Preferibilmente sfogliano le pagine del giornale al contrario: cominciando dall’ultima pagina e risalendo a ritroso, concentrandosi sulla cronaca e arrivando alle prime pagine solamente alla fine, quando ormai sono stanchi di “leggere”.
In alcune case (con il televisore acceso all’ora di cena) si guarda con religiosa attenzione e concentrazione il programma televisivo di traino (il telequiz preserale), poi quando inizia il telegiornale si abbasa il volume e si inizia finalmente a fare conversazione in famiglia.
Fra i loro ideali di vita ci sono: farsi una buona famiglia, vivere in pace, divertirsi, godere la vita, pensare alla salute, avere tanti soldi (se possibile), evitare di cacciarsi nei guai e -in generale- farsi gli affari propri.
Non amano la politica e spesso non….. …
……… (continua nel post originale
http://ilpensierodioggi.blogs.it/2009/09/14/fenomenologia-dei-m-i-n-i-m-o-6962657/ qui non pubblicabile per limite di lunghezza)

Bortocal Saturday, 19. Sep, 2009 @ 08:04:48
caro miki,
grazie di questo intervento, che mi fa respirare di nuovo per un momento l’aria del vecchio blogs.it, quando era attivo e pieno di vita.

Bortocal Saturday, 19. Sep, 2009 @ 08:33:17
caro miki, ripeto anche qui il mio apprezzamento per questo pezzo.

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