Dienstag, 08. Sep, 2009 – 22:53:38, WordPress 9 settembre 2009, 06:05
pubblicato su wordpress col sottotitolo le verità dette per sbaglio di Berlusconi.
. . .
propriamente mi trovo d’accordo con Berlusconi, questa volta.
il quale stamattina ha dichiarato:
“I dittatori chiudono o censurano i giornali, io non lo faccio.
Quindi è evidente che questa non e’ propriamente una dittatura…”.
perché se le dittature vere chiudono i giornali dell’opposizione – lui invece si limita a cercare di farli fallire, chiedendogli milioni di indennizzo.
. . .
comunque Berlusconi ha ragione: vi sembra possibile che quell’uomo oramai un pochino svampito che le tv impietose ci mostrano possa essere considerato un dittatore e non semplicemente l’erede di Mike Bongiorno?
qui abbiamo un presunto dittatore che rivendica di avere organizzato il terremoto d’Abruzzo e di avere dato copertura a 122 tangentopoli organizzate.
basta col dire che Berlusconi è un dittatore! volete capirla o no che è solamente un comico?
. . .
commenti:
pincerello Dienstag, 08. Sep, 2009 @ 23:01:35
che non fà ridere
il comico è totò è peppino è macario non silviolo
Bortocal Dienstag, 08. Sep, 2009 @ 23:16:21
come no? guardalo sto video: io mi sono divertito da pazzi!
. . .
pabloz70 http://grafemi.wordpress.com Dienstag, 08. Sep, 2009 @ 23:17:40
una delle difficoltà maggiori, da un punto di vista politico, filosofico, scientifico, architettonico, è riallineare i modelli alla realtà
per fare un esempio, fino a cinquant’anni fa si continuava a costruire Chiese pensando di dover creare opere d’arte – e non si era ancora capito che il potere si era spostato verso il commercio, l’industria, la finanza
le vere cattedrali di oggi sono a New York, a Chicago, a Shangai: potere ergo palazzi che esprimono il potere
in politica, spesso accade la stessa cosa: si continua a cercare una dittatura che poteva andare bene cinquanta o cento anni fa, e non ci si accorge che il potere ora viene esercitato in altro modo…
fino al 1945, il potere era in mano all’esercito – i generali, i colonnelli, occupavano incarichi politici, erano i personaggi dei romanzi, comparivano nelle pagine scandalistiche dei giornali (sto pensando alle storie che si raccontano in “Alla ricerca del tempo perduto”)
il potere si esercitava con la forza
e sai perché? perché uno come Mazzini, che poteva contare sull’appoggio di due o trecento persone, era pericoloso
esisteva un elite di intellettuali, di teste pensanti, che producevano arte, cultura, filosofia contro il potere
era necessario imprigionare ogni oppositore, e spaventare il popolo in modo che non osasse seguire le idee di questi personaggi
ecco: esistevano le idee, e le idee erano pericolose
ora il potere è economico: i tabloid parlano di manager e amministratori delegati, i libri anche, e i Presidenti della Repubblica sono gli ex-governatori della Banca d’Italia, e il Presidente del Consiglio è l’uomo più ricco d’Italia o l’ex amministratore dell’IRI
e ora il potere è mediatico: con uno strumento potente come la televisione (che tu giustamente indichi come presupposto della democrazia: ma è tale solo se soggetto a rigorosi controlli), conta solo ed esclusivamente l’accesso alla tv
chi controlla l’accesso alla tv, è in grado di controllare di fatto il consenso: il consenso si forma attraverso la tv
e, come dimostra Mike Bongiorno, non attraverso i reportage, l’approfondimento, l’informazione, ma tramite l’apparizione in contesti divertenti, la fusione di chiacchiere politiche con pettegolezzi, con i reality (emblematica la partecipazione di Emanuele Filiberto a “Ballando con le stelle”, che fu dichiaratamente e ingenuamente annunciata come strategia per le elezioni europee)
quindi: così come il controllo della forza, nei secoli precedenti, era il requisito che doveva avere ogni dittatura, ora è il controllo dei media il punto di partenza
e infatti, tutti i colpi di stato iniziano con l’occupazione della televisione nazionale, e con la parallela soppressione dei giornali
ovviamente se qualcuno può controllare “legalmente” i media, non serve fare niente: basta raccogliere quello che si è seminato
pensa a Fini: come uscirà dal tritacarne Mediaset+il giornale? come Casini: annichilito, annientato, azzittito
e tutto questo, senza alcun spargimento di sangue, senza forzare alcunché: la gente si mette davanti alla televisione e chiedi: oggi, cosa dovrò pensare?
Bortocal Dienstag, 08. Sep, 2009 @ 23:32:53
mi sento in imbarazzo a ricevere come commento questo vero e proprio post, che merita altro rilievo.
domani provo a rimediare, pubblicandolo su lettere a bortocal, stasera no: sono decotto dopo 12 ore in ufficio…
Bortocal Mittwoch, 09. Sep, 2009 @ 07:32:47
ho cercato con molto impegno qualche punto di dissenso, purtroppo non riesco a trovarne.
mi piacerebbe sviluppare solo un aspetto, e cioè collegare questa evoluzione politica che tu evidenzi alla situazione storica dell’Europa occidentale.
cioè il fenomeno che evidenzi tu non è universale, ma limitato all’Europa occidentale, ed è il risultato della seconda guerra mondiale e di decenni di innaturale mancanza di guerre in questa area del mondo.
in altri paesi e continenti non è così, e le dittature seguono ancora le forme classiche della violenza, ancora nel 1960 e nel 1964 in Italia si andò molto vicini all’imposizione di una dittatura o ad un colpo di stato militare classico; nel 1967 la Grecia fu instaurato il regime dei colonnelli, la dittatura franchista durò fino al 1975, e ricordo bene che uno degli oppositori, Grimau, fu garrotato.
negli Stati Uniti il 22 novembre 1963 avvenne un colpo di stato, con l’omicidio del Presidente, la cui politica estera non era gradita alla CIA e al blocco di potere politico militare: Kennedy fu ammazzato e sostituito da Johnson, e fu forse la prima occasione storica nella quale si vide la potenza del controllo dei media, perché la vera natura e il vero significato del colpo di stato furono nascosti e in pasto all’opinione pubblica venne dato un assassino in realtà innocente.
ancora negli anni tra il 1969 e il 1975 in Italia si sviluppò la strategia della tensione con centinaia di morti, dato che ancora si riteneva che la politica fosse qualcosa da realizzare in prima persona, e questo era pericoloso per l’assetto del potere.
ma già qui si poté vedere una deformazione della violenza classica, in quanto la strategia della tensione, pur usando metodi di violenza classica, aveva come scopo non l’imposizione diretta di un potere coercitivo, ma il condizionamento della opinione pubblica, attribuendo ai nemici del potere costituito forme di inaudita violenza politica che in realtà erano prevalentemente opera di quel potere politico stesso.
insomma, a me pare che il vero momento di svolta e l’inizio in Occidente della situazione storica che ti descrivi stia tutto nella sconfitta del Sessantotto, l’ultimo grande movimento di massa tradizionale in Occidente, che però per la prima volta venne sconfitto non con un bagno di sangue, ma con una sottile a articolata strategia di condizionamento mentale delle masse.
poi in Occidente il mix venefico di consumismo e televisione ha intorpidito le menti delle masse umane e gradualmente la violenza fisica è diventata inutile.
è come se si fosse trovato l’anestetico che rende inutile imprigionare l’elefante imbizzarrito con le corde: molto più razionale e meno pericoloso lanciargli una siringata di valium a distanza.
personalmente non guardo più la televisione da anni; ho rifiutato il valium, ma mi rendo conto che questa è solo una bizzarra scelta individuale che non può essere proposta come modello di comportamento di massa.
per tutelare la reattività umana come se fosse come un patrimonio dell’umanità UNESCO, non dovrebbe rimanerci altra strada che regolare il contenuto della televisione, vietando la somministrazione di valium attraverso la medesima.
purtroppo il valium crea forme di dipendenza, e questo sarebbe oramai sgradito persino ai lobotomizzati, per cui occorrerebbe una disintossicazione graduale e con molto metadone di mezzo, suppongo.
ma, mi dirai tu, la tua analisi non va da nessuna parte!
proprio così, direi: c’è solo da aspettare, però il momento non mi pare troppo lontano, che l’Italia decida di liberarsi di Berlusconi, e cercare di giungere a questo momento di rifondazione del paese con le idee chiare.
per questo occorrerebbe rapidamente spostare l’analisi dalla critica a Berlusconi alla critica di chi ne prenderà il posto, per evitare che raccolga la sua eredità allo stesso modo in cui il Partito Comunista raccolse nel 1945 l’eredità del fascismo, cioè in una sostanziale continuità profonda…
pabloz70 http://grafemi.wordpress.com Dienstag, 08. Sep, 2009 @ 23:23:18
visto il video
buffo, freudiano, rivelatore
sapevi che l’ascesa di Peron era iniziata con un terremoto? ce ne fu uno terribile in Argentina, e lui lo seppe gestire bene – in modo squisitamente peroniano: populismo, demagogia, sorrisi
organizzò un concerto (per quei tempi un’idea innovativa) per raccogliere soldi tra la gente più ricca
sulla spinta di quel successo, arrivò al potere nel giro di pochi mesi…
Bortocal Mittwoch, 09. Sep, 2009 @ 07:00:16
no, non lo sapevo, e oserei quasi dire che ancora non lo so!
la differenza di fondo fra Peròn e Berluscòn, entrambi tornati al potere tre volte, è che Peròn almeno faceva una politica effettivamente populista, cioè demagogicamente a vantaggio dei più deboli economicamente, mentre Berlusconi ha sempre difeso gli interessi dei ricchi.
e poi Peròn fu sempre appoggiato in maniera determinante dalle mogli…
[…] https://corpus0blog.wordpress.com/2019/09/10/propriamente-cor-pus-160-102-wp-127-8-settembre-2009-85… […]
"Mi piace""Mi piace"