non ho più parole. cor-pus 125 [wp 90] – 3 maggio 2009 – 520

3 maggio 2009 09:16

pubblicato su wordpress col sottotitolo: Berlusconi e la Lario: qualcosa che va oltre la sventurata Italia e ha a che fare con l’essere umano imperfetto.

. . .

chiedo scusa a coloro (pochi) che mi leggono, ma le parole mancano.

siamo sotto una dittatura evidente, costruita con la complicità di una finta opposizione: non tolgo dal mucchio né Di Pietro né Grillo, che occupano solo la nicchia nella quale lucrare sulla disperazione degli onesti.

in questo momento in Italia vi è una sola opposizione, non a caso la voce pubblica l’ha colto: quella di una donna sola, che verrà massacrata, ed è la moglie di Berlusconi.

che dice (dicono):
La strada del mio matrimonio è segnata, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni.

che dice (dicono):
Mi domando in che paese viviamo, come sia possibile accettare un metodo politico come quello che si è cercato di utilizzare per la composizione delle liste elettorali del centrodestra e come bastino due mie dichiarazioni a generare un immediato dietrofront.

che dice (dicono):
Io ho fatto del mio meglio, tutto ciò che ho creduto possibile.
Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene.
È stato tutto inutile.
Credevo avessero capito, mi sono sbagliata.
Adesso dico basta.

signori, questo è l’unico vero modo che esiste per fare l’opposizione a Berlusconi.

dire la verità, come fa la donna che pure lo ha amato per trent’anni: dire che “non sta bene”, come è evidente a tutti.

bene, non ho mai letto questa notizia sulla stampa di opposizione, non ho mai sentito nessun leader dell’opposizione dire semplicemente che il re è nudo, che Berlusconi è un pazzo, che usa notoriamente sostanze, che è dipendente dal viagra.

temono che dirlo, in un paese di cocoainomani, sia un modo per dargli ancora più popolarità?

oppure ritengono che l’opposizione debba cercare anche i voti dei cocainomani, oltre che quelli dei mafiosi?

vedremo, stiamo vedendo, ogni tipo di bassezza, “la Signora” passerà il calvario che fu già della Ariosto quando si azzardò a testimoniare il malaffare dei complici di Berlusconi che si svolgeva alla sua insignificante presenza di donna di uno scherano del capo.

non sembra che una indignazione adeguata scuota l’opinione pubblica, ipnotizzata dal caimano che passeggia tra le rovine aquilane delle speculazioni dei suoi amici per farsi bello della ricostruzione che presumibilmente verrà di nuovo affidata a loro.

sono disgustosamente manipolate e sfruttate anche dopo morte le trecento vittime, non di un terremoto modesto, ma delle speculazioni note a tutti di una classe politica indistintamente mafiosa che è berlusconiana anche quando per farsi votare si appoggia al residuo antiberlusconismo nel paese, e quando gli pare oramai insufficiente oramai scarica anche quello per farsi semplice ancella.

* * *

in questa solitudine evidente, godo di una provvisoria libertà di parola, solo perché le mie parole sono assolutamente inutili.

credo che il tempo delle parole, peraltro, sia finito.

in un’Italia, unico paese europeo oramai semi-libero (come la Turchia) nel campo dell’informazione, usare le parole è una autodenuncia di idiozia.

aggiungo che mi sconvolge l’immagine di come si sviluppa una follia collettiva tutto sommato per ora quasi innocua e di come un pazzo, purché controlli l’informazione, è capace senza nessuna difficoltà di far delirare un paese intero.

questo è qualcosa che ha a che fare non solo con l’Italia, paese malato, espressione di una cultura corrotta, paese che non a caso è stato colonizzato per secoli, essendo incapace di una vita politica collettiva fondata su valori condivisi, e per il resto è passato da un regime all’altro nei quali la democrazia è sempre stata apparente.

la garanzia del consenso di massa dato nell’ordine dal manganello, dalla chiesa cattolica e dalla televisione mette peraltro in evidenza che razza di equilibrio difficile e contronatura sia la democrazia.

* * *

ma questo è qualcosa che va oltre la sventurata Italia e ha a che fare con l’essere umano imperfetto.

questo è qualcosa che ha a che fare con la fine della civiltà postmoderna e postindustriale, col ritorno alla barbarie.

qualche giorno fa ho postato su You Tube un paio di filmati girati qui in Germania di una manifestazione di immigrati Tamil (alcune centinaia di persone) che chiedevano la fine dei bombardamenti del governo dello Sri Lanka contro le popolazioni civili del nord dell’isola, amministrato dalle Tigri Tamil, organizzazione considerata terrorista e dedita effettivamente a sua volta a massacri di civili e attentati kamikaze.

passi per la disputa estenuante e densa di insulti con sostenitori del governo che vivono in Europa, l’ultimo intervento era uno sprezzante commento che mi ringraziava a nome dei servizi segreti dello Sri Lanka per avere reso pubbliche le facce dei sostenitori dei Tamil in Europa: sarebbero entrate in un database che avrebbe consentito di arrestarli all’aereoporto se avessero tentato di rientrare.

bene, è da quel giorno che taccio.

sono cresciuto nel quadro della democrazia, quando viaggio nel terzo mondo so bene come ci si deve comportare, quali siano i limiti e i contesti che perfino un ricco turista occidentale che ha in tasca l’equivalente del bilancio annuo di una decina di famiglie deve rispettare per non finire nei guai e soprattutto non farci finire i suoi eventuali interlocutori.

ma questo episodio, che mi ha riempito di sensi di colpa, facendomi sentire il buon civilizzato che mette a rischio la vita altrui come un cretino perché non capisce la realtà: mi ha fatto capire che oramai il terzo mondo, la dittatura, la barbarie, sono fra noi.

in Italia si chiamano Berlusconi, ma non è un problema solo suo, è una tendenza inarrestabile di cui stiamo vedendo solamente il modesto esordio, ma che assumerà le dimensioni di una catastrofe inaudita.

* * *

ovviamente mi si dice che sono un catastrofista, e io accetto; non ho però alcuna propensione alla sfiga, considerando che, per esempio, mi lascia del tutto indifferente l’allarme per l’influenza suina, una semplice nuova influenza – per ora – con i tassi di mortalità comuni alle influenze: allarme gonfiato per distrarre la gente dai problemi veri e farla spaventare con una falsa paura per non farla accorgere del terrore vero che incombe.

però, se è vero che vi sono vent’anni di tempo per fermare l’effetto serra, e l’umanità non sarà in grado affatto di farlo, è evidente a tutti che la crisi dell’ipersviluppo verrà a incastrarsi con la crisi alimentare prodotta dall’impazzimento del clima; e allora, altro che influenze variabili!

forse ci salveremo se per una coincidenza bizzarra l’effetto serra dovesse venire a intrecciarsi col diminuzione della attività solare che i climatologi non sono in grado di prendere in considerazione nei loro modelli.

ma se questo non dovesse realizzarsi (e sarebbe una specie di miracolo, che peraltro rinvierebbe il collasso e gli farebbe assumere un’altra forma, ma non potrebbe evitarlo) noi siamo di qua di fronte ad un banalissimo problema politico-filosofico, che è questo.

come si garantisce agli uomini una vita dignitosa e tollerabile senza l’impossibile democrazia? quale è il tasso minimo di violenza che occorrerà esercitare e contro chi, per evitare che l’umanità si cancelli semplicemente dalla faccia della terra da sola?

e c’è qualcuno in grado di esercitarla?

ovviamente dovrà essere il fondatore di una nuova religione carica di superstizioni e di menzogne, dato che è assolutamente impossibile che gli uomini si lascino convincere da un discorso razionale.

* * *

credo che questa sia una specie di testamento spirituale, assolutamente inutile, ma insomma occorreva metterci una firma, sotto l’annuncio di una probabile fine delle trasmissioni.

Un pensiero riguardo “non ho più parole. cor-pus 125 [wp 90] – 3 maggio 2009 – 520

Lascia un commento