Dienstag, 24. Mär, 2009 – 07:59:49; wordpress 25 marzo 8:04
un video su You Tube, girato in una discoteca tedesca.
l’invito del DJ ad un minuto di silenzio per le 16 vittime della strage di Winnenden viene accolto da fischi e sberleffi di massa.
non ci sono dubbi, per alcuni giovani tedeschi il diciassettenne autore della strage, alla fine sperduto suicida in un parcheggio dopo una sparatoria da Far West con la polizia, è diventato un eroe.
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è l’effetto anche di una pressione mediatica senza precedenti, in cui si è assistito ad una fase ben precisa di “italianizzazione” della Germania.
(ma attenzione, in Italia alla fine ci sono pur sempre degli anticorpi profondi a certi processi, che in Germania mancano).
per la prima volta sotto la pressione fortissima di un’opinione pubblica che non posso definire altro che assetata di sangue si è assistito all’infrazione da parte dei media di un preciso tabù: quello che vieta qui la pubblicazione di foto di un minorenne e di un suicida, per giunta.
il mio elogio del primo giorno alla stampa e ai media tedeschi per la loro discrezione si è rivelato patetico, a fronte dell’inedito campeggiare nei giorni successivi di foto e filmati in quantità semplicemente morbosa.
in una patetica lettera ai giornali lo hanno ricordato 5 genitori degli ex-compagni di scuola uccisi, chiedendo inutilmente alla stampa di astenersi da azioni che rappresentano una mitizzazione pericolosa dell’assassino.
nessuno li ha ascoltati, e – significativamente – questi 5 genitori erano una minoranza stessa fra le vittime.
ed ora che si sono conclusi gli imponenti funerali di stato, alla presenza della Merkel e del presidente della repubblica, rimane la sensazione che essi siano stati il rito abbreviato di una pietà ufficiale che non riesce tuttavia a comprendere i veri sentimenti che animano una generazione ancora sconosciuta.
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questo significa qualcosa per chi si sforza di leggere i segni dei tempi.
questo significa forse che il sentimento di non avere nulla da perdere, neppure le proprie catene, è lo stato d’animo prevalente di una generazione resa consapevole dell’orrendo destino di potere essere l’ultima a cui è destinata una vita umana su questo pianeta a perdere.
come si vive a sapere di dovere presto tornare alla preistoria? o forse di essere tra quelli che non ci arriveranno comunque mai, dato che la felice o infelice sorte toccherà a pochi?
come si vive a sapere di essere i destinatari di un suicidio collettivo obbligato?
come ci si prepara ad una lotta feroce di tutti contro tutti che si preferirebbe semplicemente di evitare?
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può darsi che questo destino cupamente nibelungico non sia vero.
dopotutto l’effetto serra non è certamente così avanzato se stanotte ha nevicato attorno a Stoccarda.
e forse alla fine qualche soluzione si potrebbe trovare, anche a prezzo di chissà quali altre controreazioni, come dimostra un colossale esperimento condotto da alcuni scienziati tedeschi nell’Oceano Antartico, pur con la violenta e inutile opposizione del governo.
un tratto di mare di 300 km quadrati è stato fertilizzato con una tonnellata di ferro in polvere, determinando l’esplosione riproduttiva di una specie di alga che si è rivelata capace di assorbire una quantità enorme di anidride carbonica dall’atmosfera.
insomma, una idea quasi geniale per trasferire l’inquinamento dall’aria all’acqua, con quali esiti a distanza non si sa – il che giustifica gli inutili tentativi del governo di impedire lo svolgimento di questa follia.
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rimane però il fatto che la scienza diffonde a fin di bene un pessimismo psicologicamente insostenibile, e non è insensato che chi è più fragile in un disagio personale, forse anche inconsciamente, preferisca un suicidio brillante davanti ai videotelefonini che una esistenza grigia e angosciata.
oppure può darsi che neppure niente di queste mie elucubrazioni corrisponda alla verità delle cose, che rimane sfuggente e incomprensibile, dato che alla fine gli esseri umani – e a maggior ragione in un caso come questo – agiscono per impulsi irrazionali, sconosciuti a loro stessi.
già, perché l’enorme scalpore suscitato dalla testimonianza dell’ostaggio, per due ore costretto a portare in giro in macchina il ragazzo armato, prima di riuscire a darsi alla fuga, ha tutto il sapore di una verità insopportabile perché incomprensibile, o viceversa.
“perchè fai questo?” ha domandato il quarantenne.
“perché è divertente”, ha risposto il ragazzo, che dopo pochi minuti, ferito alle gambe dalla polizia, si sarebbe hitlerianamente sparato in bocca per la delizia feroce degli spettatori futuri.
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sta in questa sintesi, fulminante, della morte come sogno di ogni tedesco la rinascita di un nazismo interiore che è la pulsione suicida che Hitler seppe risvegliare così bene nel perbenismo del suo popolo.
assisteremo a qualcosa di nuovo, però, nella Germania sconosciuta che si sta sviluppando sottotraccia: ad un nuovo suicidio popolare di massa,
indistinguibile dalla cupa voglia di fare strage degli innocenti attorno a sé, come una SS in borghese, vissuto wagnerianamente in quel moderno teatro che è il web.
un mix sconcertante, di novità assoluta ed esplosiva, nel crepuscolo senza tempo degli eroi.
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pubblicato su wordpress col sottotitolo un video su You Tube, girato in una discoteca tedesca. l’invito del DJ ad un minuto di silenzio per le 16 vittime della strage di Winnenden viene accolto da fischi e sberleffi di massa.
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