Sonntag, 22. Feb, 2009 – 14:01:19
prima o poi arriveranno non un paio di barche, ma milioni.
il cambiamento climatico spingerà verso l’Europa profughi ambientali in maniera massiccia.
organizzazioni delle Nazioni Unite prevedono 150 milioni di profughi ambientali nei prossimi anni.
Der Spiegel intervista Harald Welzer, studioso e docente universitario di psicologia sociale, che nel 2008 ha pubblicato il libro “Guerre del clima: Per che cosa si ammazzerà nel XXI secolo”: una conversazione sulla paura del nuovo dell’uomo e sul rifiuto di una vita amichevole verso il clima.
l’Occidente col suo modello di civiltà ha devastato l’ambiente e sta distruggendo il pianeta – aggiungo io.
mi correggo: l’umanità tutta intera sta devastando l’ambiente e distruggendo il pianeta.
e ora rifiuta di accettare e condividere le conseguenze del proprio operato.
* * *
La crisi economica mondiale inquieta in questo momento la maggior parte delle persone molto di più di quanto non abbia già fatto il cambiamento: Hanno ragione?
Welzer: Per quanto con la crisi economica si stiano aprendo abissi oscuri, il cambiamento climatico viene ancora sottovalutato. Perfino scienziati che si occupano dell’argomento pensano che si tratti prima di tutto di un problema nella stratosfera e nelle sue conseguenze meteorologiche. Molti pensano che alle nostre latittudini non andrà così male se faremo un po’ di attenzione alle nostre emissioni; poi alla fine splenderebbe il sole sul Mare del Nord e oltre a ciò noi potremo vendere a tutto il mondo impianti solari ed auto elettriche.
Uno scenario completamente assurdo?
Welzer: Anche se ci atteniamo alle previsioni più riduttive e scommettiamo che l’Europa centrale se la cavi abbastanza a buon mercato e che non vengano oltrepassati i “livelli di catastrofe” – nel sud del mondo andrà diversamente. E questo ha delle conseguenze anche per noi. Il cambiamento climatico porterà almeno in queste regioni a catastrofi sociali, che avranno effetti anche sull’Europa: già oggi sulle coste dell’Europa meridionale ogni anno approdano migliaia di imbarcazioni di profughi.
– rifletto ad alta voce che non sono mica troppo d’accordo col professor Welzer.
in primo luogo l’analisi dei cambiamenti climatici dimostra che aeesi avvengono in una forma paradossale: essi sono tanto più marcati quanto più aumenta la latitudine: sono cioè le regioni più fredde quelle che subiscono il riscaldamento maggiore; negli ultimi anni nella fascia equatoriale si è verificata addirittura una diminuzione delle temperature medie.
quindi è sbagliato pensare, come si fa di solito istintivamente , che un aumento delle temperature sul pianeta significhi un EGUALE aumento di temperature in ogni fascia climatica.
6 gradi di aumento medio delle temperature sulla terra entro la fine del secolo potrebbe significare un aumento di 20 gradi ai poli, di 10 gradi nella fascia temperata, e un abbassamento di 5 gradi nella fascia equatoriale, ad esempio.
da questo punto di vista mi pare molto significativo quello che è successo in Australia questa estate (per loro, cioè un mese fa): temperature terribili, fino a 50 gradi, con centinaia di vittime si sono avute nel Sud del paese, cioè nella parte più fredda, non nella zona settentrionale più vicina all’equatore.
per intenderci l’area colpita si trovava ad una latitudine corrispondente all’incirca a quella di Roma Napoli, mentre zone alla latitudine di Casablanca hanno avuto temperature più miti, mentre nella fascia equatoriale addirittura non si sono avute anomalie nelle temperature.
il secondo motivo di dissenso è che mi pare che il professor Welzer non tenga conto che per le popolazioni del Terzo Mondo emigrare è una grossa spesa e un investimento e non una libera scelta.
se tutti coloro che vogliono emigrare dall’Africa potessero farlo, credo che lì non resterebbe quasi nessuno.
quindi, quanto più avanza il cambiamento climatico e quanto più questo dovesse impoverire i paesi del Sud del mondo, tanto meno genete emigrerebbe.
in quei paesi il cambiamento climatico è già in atto da decenni, e basta guardare quel che succede in Sudan o in Nigeria per capire che il principale effetto della crisi ambientale e del sovrappopolamento di quei paesi è la guerra civile, sono gli scontri tribali sono l’ammazzamento reciproco sul posto.
è come se una consapevolezza oscura si impadronisse della mente degli uomini (e sopratutto dei maschi): e nel momento in cui percepiscono di non avere altra possibilità che la morte, scegliessero almeno di morire in battaglia.
la grandezza epica è rimasta ai paesi miserabili del terzo mondo, infatti,c ome già aveva visto Pasolini: a noi restano il Grande Fratello e il Festival di San Remo.
il più grande delitto storico della Chiesa Cattolica, peggiore delle crociate e dell’inquisizione o della sua lotta perduta contro la scienza e contro la democrazia, è quello compiuto in questo ultimo secolo, con la lotta ad ogni forma di controllo delle nascite.
la devastazione dell’Africa è il frutto della cultura sessuale dei missionari, che viene imposta a quelle popolazioni: ed è facile riscontrare che le zone dell’Africa dove la diffuse dell’aids e la povertà dovuta alla esplosione demografica sono peggiori, sono quelle dove i missionari hanno sradicato più profondamente le culture locali.
purtroppo neppure la morale sessuale islamica è poi sostanzialmente diversa, eppure vi è in Mohammed appena accennata una visione del sesso ben diversa da quella del cristianesimo paolino.
in realtà l’istinto alla moltiplicazione è connaturato alla natura biologica dell’uomo e solo la consapevolezza e la ragione possono cercare di limitarlo consapevolmente.
purtroppo le religioni si oppongono a questa consapevolezza, perché sono rinchiuse nel cerchio ristretto della tradizione: così la Chiesa non si è chiesta quale sia la morale sessuale più giusta per l’umanità di oggi, ma quale sia la applicazione della morale sessuale oggi più coerente con la verità rivelata.
ecco i guasti del pensiero forte, la fede: che dà un vantaggio competitivo rendendo inattaccibili e chiuse le proprie convinzioni, ma dà un enorme svantaggio evolutivo, quando si oppone all’adattamento dei principi alle nuove realtà.
in chi ha deciso di vietare la pillola leggendo le lettere di sam Paolo, piuttosto che interrogandosi sul modo migliore di far vivere l’essere umano di oggi, vi è un difetto di amore e un eccesso di durezza.
un eccesso di fede, che coincide con la cieca ostinazione attorno ad idee sorpassato.
quanto di meglio rappresenta oggi Ratzinger. –
Welzer: Attualmente prevalgono ancora i profughi della povertà. Ma essi mostrano che cosa ci potrebbe arrivare. Organizzazioni delle Nazioni Unite prevedono 150 milioni di profughi ambientali nei prossimi anni.
– pur sempre una minoranza rispetto alle popolazioni locali –
Queste previsioni sono speculative.
Welzer: Naturalmente questi numeri non sono rigidamente determinati, ma non sono neppure campati in aria. Il conflitto del Darfur nel Sudan si fa effettivamente comprendere come guerra dovuta al clima. Qui in una contraopposizione militare, che noi in passato avremmo definito etnica o ideologica, si mostra una forte componente ambientale. In primo luogo la perdurante siccità, unita a una popolazione che cresce fortemente, ha portato al fatto che conflitti latenti si sono sviluppati in una guerra prolungata. Si valuta che negli ultimi anni lì siano state uccise fra 200.000 e 500.000 persone. E il brutto è che nessuna delle due parti in guerra vuole cessare il conflitto.
Perchè non vogliono?
Welzer: Noi osserviamo lì – come anche in altre regioni di conflitto dell’Africa subsahariana – un uovo tipo di guerra. Lì non stanno più l”una contro l’altra due armata chiaramente definite, ma vi sono numerosi signori della guerra, che prima di tutto combattono contro la popolazione civile e con ciò perseguono interessi economici. Essi sono imprenditori della violenza, che saccheggiano, commerciano con armi e droga, impongono riscatti e non da ultimo si assicurano una parte essenziale degli aiuti internazionali. Secondo uno studio di Oxfam International le guerre in Africa sono constate fra il 1990 e il 2005 circa 211 miliardi di euro. Questo corrisponde crica agli aiuti per lo sviluppo che sono stati erogati nello stesso periodo. In Africa quindi sono sorte economie della violenza in piena regola.
I conflitti del Darfur proseguono anche perchè il nord non ha lì interessi nè economici nè di sicurezza. E i profughi non emigrano perlopiù fino all’Europa.
Welzer: Questo cambierà, se il cambiamento climatico innalzerà ancora la pressione migratoria. Già adesso secondo la Croce Rossa Internazionale vi sono 25 milioni di profughi ambientali nel mondo. Che cossa ci succederà se – come previsto – nel 2050 più di 2 miliardi di uomini soffreranno di scarsitá d’acqua? O se il livello del mare si alzerà entro il 2100 da 15 a 59 centimetri? Metropoli come Lagos con 17 milioni di abitanti verranno im ampie parti sommerse. Sarà dura in Africa occidentale. Profughi si metteranno in viaggio per l’Europa, lìsola della felicità. è come una corsa a staffetta: prima o poi la gente è qua. Non sarà più un paio di barchette ad arenarsi sulle coste della Sicilia, ma arriveranno milioni.
Che farà l’Europa?
Welzer: Già adesso nell’Europa del Sud si è diventati allergici ai profughi sulle barche, sebbene siano relativamente pochi. Proprio perché i migranti affrontano rischi così grandi, cercano continuamente nuove strade e vogliono arrivare da noi anche in barba al diavolo, vengono considerati un pericolo. Se poi i numeri diventano ancora più grandi, essi possono minacciare il benessere e cresce la possibilità che gli stati affrontino i profughi con la violenza. Le fregata della marina militare si troveranno prima o poi davanti al compito di sparare sulle imbarcazioni dei profughi? è una cosa proprio così impensabile? La sicurezza della integrità territoriale è sempre stata un argomento a favore della violenza.
Frage: Le nostre leggi non permettono che lo stato semplicemente uccida degli esseri umani.
Welzer: Sì, questo è il problema: questo comportamento non può essere regolato a livello di decreti e ordinanze, ma solo al livello della legge. Si dovrebbero limitare i diritti umani, che appartengono al nucelo essenziale del nostro stato di didritto. Questo d’altra parte cambierebbe la nostra società nei suoi fondamenti e susciterebbe spazi di possibilità del tutto nuovi, anche all’interno. Ciò è simile alle limitazioni attualmente in vigore per il nostro consenso informato: in un situazione normale – in governi ben disposti verso lo stato di diritto a autodeterminatione non si va oltre. Ma che cosa succede se lo sviluppo politico prende un’altra strada perchè si arriva ad una situazione di emergenza?
La nostra democratia non si è consolidata abbastanza nel frattempo?
Welzer: La nostra società é arrivata alla democtrazia, ma non ha ancora superato alcuna prova di tempesta. C’è la fondata ipotesi che la legalità dei cittadini vacilla appena il sistema non realizza più le loro aspettative di mantenumento. Già adesso il consenso per la democrazia è eroso in gruppi di popolazione che hanno meno successo economicamente. La crisi finanziaria non rafforzerà la fiducia nel nostro sistema. Allora qualcosa si sbriciola.
Le democrazie non dovrebbeero essere di per sé più capaci di prestazioni che altri sistemi?
Welzer: Il successo della società cinese non si fonda sulla democrazia. Anche se il regime di laggiù è autoriatario, si accorge dei bisogni della popolazione e reagisce ad essi. Inoltre ha il vantaggio di potere pianificare ed eseguire senza difficoltà. Noi vediamo all’orizzonte sistemi politici che sono allo stesso tempo autocratici e capitalistici.
Secondo la teoria sociale liberale classica mercato e libertà dovrebbero svilupparsi parallelamente.
Welzer: È proprio questo il problema, che le scienze competenti hanno completamente dormito su simili sviluppi negli ultimi anni. Esse si occupano di discorsi e metaproblemi, con le ipercomplesse teorie di Foucaults o con la storia culturale dell’ascensore. Ma non si accorgono se un intero enisfero comincia a franare, come è successo nel 1989 con il blocco orientale. A quel tempo la teoria sociale ha fatto completamente fiasco.
Succede lo stesso oggi per il cambiamento climatico?
Welzer: Io penso di sì. Si deve proprio buttare in faccia ai sociologi che il riscaldamento globale avra anche conseguenze sociali. E non si tratta soltanmto delel temute castrofi dei profughi, ma anche di interrogativi culturali: come si cambia, per esempio, l’identità della Svizzera, se tutti i ghiacciai delle Alpi si sono sciolti?
domande davvero prossime…
Welzer: Sì, ma chiarmaente perfino gli specialisti fanno fatica a riconoscere i radicali rivolgimenti sociali. Io suppongo che questas ia una generale debolezza umana. La nostra percezione è strutturata in maniera tale che noi non crediamo davvero alla possibilità di cambiamenti estremi. Astrattamente noi sappiamo esattamente che stiamo davanti ad un problema serio, ma questa consapevoleza non sfiora seriamente la nostra percezione emotiva della vita.
Frage: perché non lo fa?
Welzer: perché esitono semore la primavere, l’estate, l’autunno, l’inverno; perché i tram funzionano e il giornale è ttue le lanttine nella cassetta della posta. Le abitudini sociali continuano. E cancelliamo dalla mente le stranezze della realtà.
Faccia un esempio!
Welzer: Ancora nella mia giovinezza le meningite provocata dalle zecche era un problema esclusivamente tipico dell’Europa meridionale. Poi arrivò su fino alla Foresta Nera, nel frattempo vengono annunciati i primi casi dalla Norvegia. Questa è con üprobabilitá molto alta una conseguenza del riscaldamento globale. Nella percezione quotidiana il problema viene rimosso con le scritte nelle farmmacie: “Vaccinazione contro le zecche!”. mio figlio, che ha 14 anni, pensa che le zecche siano sempre esistite. Così è frequente che si prendano per normali cose che non lo sono affatto. Ci sono così piccole tracce, ma è così fuori del nostro orizzonte d’attesa che la nostra vita e ciò che ci circonda potrebbe cambiare nei loro fondamenti.
Kafka scrisse il 2 agosto 1914 nel suo diario: “Oggi la Germania ha dichiarato guierra alla Russia – Pomeriggio lezione di nuoto”.
Welzer: La citazione dimostra la mia tesi che le catastrofi vengono percepite nella lorop dimensione quando si sono già verificate.
Ma l’uomo può anche agire sulla base di immaginazioni astratte sul futuro: Lei comicjia a preoccuparsi dell’assicurazione per vecchiaia anche senza avere un solo capello bianco in testa.
Welzer: Non è del tutto la stessa cosa: l’organizzazione dellètà pensionistica `ben regolata, la pensione e, come si capisce, una categforia della pianificazione della vita, Lei riceve regolarmente prove sui tempi di occupazione, ecc. E tuttavia molti giovani trascurano di prendere le loro precauzioni e vivranno in vecchiaia la loro personale catastrofe finanziaria. Nel cambiamento climatico si aggiunge la stupida struttura umana del tempo: quel che noi facciamo adesso avrà qualche tipo di conseguenza solo fra 40 anni. E quanto uno dovrebbe occuparsi di una previsione sull’anno 2050 o 2100?
poco.
Welzer: Sì, in ogni caso gli ascoltatorim alle mie conferenze reagiscono già in altro modo, quando sottolineo che in queste date astratte si parla del tempo in cui vivranno i loro figli e nipoti.
Forse gli uomini sono diventati indifferenti perché da 30 anni i media annunciano apocalissi che non si sono verificate – né con la morte delle foreste né col morbo della mucca pazza o le carestie profetizzate nell’Asia del Seud Est.
Welzer: Un argomento debole. Intanto molto previsioni si sono già verificate, l’estinzione delle specie un po’, altre catastrofi seguiranno. Siamo al limmite dello sviluppo, le risorse sono alla fine. Punto. La resistenza contro gli allarmi dipende piuttosto dal fatto che la struttura dell’informazione attuale normalizza la catastrofe. Esempio Gaza: quando poco fa gli israelini iniziarono i bombardamenti, seguì alla tv trasmise il solito “Punto focale ARD” alle 20:15. Adesso il conflitto viene giusto prima delle notizie sportive. Similmente ci si comporta con guerra nell’Iraq. L’attentato quotidiano appartiene allo schema dei programmi, lo straordinario crea la normalità.
Per quel che riguarda l’ecologia, molti almeno hanno un senso di colpa quando fanno un viaggio su lunghe distanze.
Welzer: Questa é anche una strategia di rimozione: Ci si può dire: oh, ho almeno un senso di colpa e sono quindi migliore degli altri. Così si cementa lo status quo, da cui ciascuno dipende così tanto.
Lo status quo ha un valore?
Welzer: Sì gli uomini evitano i cambiamenti, essi vogliono che le loro attese si confermino. La struttura dell’abitudine è di indiscussa importanza per il compimento della nostra esistenza. Ogni cambiamento dir elazione, di abitazione o di posto di lavoro provoca per ciò stesso una grande stress. Questa paura porta non considerare la possiiblità di una cambiamento verso uno stile di vita amichevole verso l’ambiente.
per cosa vuol predicare le gioie della rinuncia?
Welzer: No, no! Gli uomini devono vivere meglio. Io mi batto solo perché non considerino automaticamente per indolenza e scoraggiamento la condizione data come quella che li fa più fe3lici. Essi devono cercare la bellezza della vita.
E Lei dice alla gente in che cosa consiste questa bellezza della vita.
Welzer: In nessun caso! Si tratta di un processo di ricerca. Si deve solo fare un bilancio onestamente: a che cosa veramente io rinuncio col mio attuale stile di vita? Un esempio: la mobilità è considerata un bene importante. Ma se si guarda ai costi individuali e sociali già appare diversamente. A me per esempio l’attuale abitudine di andare in giro viaggiando dà spaventosamente ai nervi, gli orribili compagni di viaggio nei treni del weekend, i demoralizzanti controlli ai check-in di sicurezza all’aeroporto. Per me meno mobolità sarebbe un lusso. Così ognuno può esaminare nella sua vita che spazi di manovra ha che fanno nello stesso tempo bene a lui e al clima.
Crede sinceramente di salvare il clima con questa strategia?
Welzer: Da un punto di vista scientifico sono pessimista, dal punto di vista della vita pratica ottimista.
Interview: Christian Weber
[…] oggi trasferito qui: https://corpus0blog.wordpress.com/2019/02/25/milioni-di-profughi-ambientali-cor-pus-59-57-wp-13-22-f… […]
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