altri appunti sul vangelo secondo Giovanni. 24 febbraio 2008 – bortoeditrice 1 – 212

2008-02-24 – 21:45:26

ho recentemente provato ad individuare nel testo del Vangelo secondo Giovanni un nucleo autentico sotto le stratificazioni di diversi rifacimenti successivi.

i post del blog cor-pus riportano i miei risultati provvisori.

solo alla fine e adesso verifico in wikipedia la sintesi della critica storica su questo testo, e mi interessa ora metterlo a confronto con i risultati ai quali sono arrivato io, del tutto da solo, dato che ho letto l’articolo di wikipedia solo dopo avere concluso la mia analisi e non prima.

non volevo infatti essere influenzato da altri.

qui mi segno gli appunti che ricavo da queste ulteriori osservazioni.

* * *

dall’articolo di wikipedia ricavo queste notizie.

  1. la attribuzione di questo vangelo (nel suo insieme attuale) a un Giovanni discepolo del Signore non è più antica della fine del II secolo.

torneremo più avanti sul problema di chi possa essere riconosciuto come autore di questo vangelo, nel suo nucleo originario e nella sua composizione attuale.

  1. “Già dal XIX secolo gli studiosi hanno evidenziato che la struttura letteraria del vangelo manifesta una lenta formazione progressiva, che partendo da un substrato giovanneo attraverso rimaneggiamenti successivi sarebbe approdata alla fisionomia attuale”.

benissimo: questa formazione successiva è comune anche ad altri vangeli e coincide perfettamente con la critica che il filosofo Celso nel suo libro “Il discorso vero” del 178 muoveva ai cristiani, dicendo che era noto a tutti che i loro testi sacri erano frutto di rielaborazioni successive, fatte sulla spinta delle diverse critiche ricevute e per adattare il messagio alle diverse situazioni.

  1. aggiunte evidenti nel testo del vangelo:

* il prologo (1,1-18)

concordo, anche se ora una più attenta osservazione, dopo l’avvenuta pubblicazione della prima bozza, mi permette di dire che si può fare anche una ipotesi leggermente diversa.

in questo stesso prologo, infatti, sono presenti e mescolate fra loro, visioni teologiche diverse.

  1. a) Joshua Jeshu è identificato col Verbo, forse la seconda persona della Trinità (la cosa non è ancora del tutto chiara): è quindi una specie di Eone, una emanazione di Dio, attraverso la quale il mondo stesso è stato creato e la fede in lui come Figlio di Dio fa diventare a propria volta figli di Dio

[1] In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
[2] Egli era in principio presso Dio:
[3] tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
[4] In lui era la vita
[10] e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
[12] A quanti l’hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
[13] i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
[14] E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
[16] Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
e grazia su grazia.
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
[18] Dio nessuno l’ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.

questo passo, come si vede, è molto compatto, e ha tutta l’apparenza di essere una antica preghiera preesistente, che è stata inserita qui; il passo appartiene con evidenza ad una tradizione filosofica fortemente influenzata dal neoplatonismo e dalle teorie emanatiste del mondo da Dio, che non esistevano certo nella Palestina degli anni 30.

  1. b) in altra parte del prologo si fa riferimento invece ad un concetto nettamente diverso, di emanazione essenica, e dunque strettamente connesso alla tardizione ebraica: quello della lotta fra la luce e le tenebre; qui Joshua Jeshu è visto come il messia ebraico e non come la persona di una trinità di origine neoplatonica, cioè greca e non ebraica.

[5] la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l’hanno accolta.
[6] Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
[7] Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui. (glossa)

[8] Egli non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla luce.
[9] Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
[10] Egli era nel mondo,
eppure il mondo non lo riconobbe.
[11] Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l’hanno accolto.
[15] Giovanni gli rende testimonianza
e grida: «Ecco l’uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me
mi è passato avanti,
perché era prima di me».
[17] Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Joshua Jeshu il Messia.

questa parte dell’inno iniziale è certamente più antica.

  1. c) ma al suo interno 1.6, 1.7 e 1.17 potrebbero anche essere l’inizio del testo originario:

[6] Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
[7] Egli venne come testimone
[17] Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Joshua Jeshu il Messia.

in questi passi il concetto fondamentale è che Giovanni fosse il testimone di Joshua Jeshu, che è anche il concetto con cui si apre la parte sicuramente originale.

evidentemente il concetto era oggetto di discussione con i seguaci di Giovanni.

ciò che creava difficoltà ad accettare il ruolo messianico di Joshua Jeshu è, secondo me, anche il fatto che Givanni fu ucciso, come risulta da Giuseppe Fliavio, DOPO la morte di Joshua Jeshu.

su questo certamentesi aprì il dubbio che fosse Giovanni, invece, il Messia.

ed è per questo che i vangeli inventano la notizia che la morte di Giovanni avrebbe preceduto quella di Joshua Jeshu, che contrasta con il dato storico di Giuseppe Flavio.

* l’episodio dell’adultera che presentano a Gesù (7,53-8,11): ha lo stile tipico di Luca, e manca in alcuni manoscritti antichi importanti;

di questo carattere di inserto dell’episodio non mi sono accorto, anzi l’ho considerato autentico; ma la sua mancanza addirittura in alcuni manoscritti è decisiva: l’episodio del perdono della adultera quindi non è autentico nella predicazione di Joshua Jeshu, ma gli viene attribuito nel processo di stacco dalla religione ebraica e di formazione di una nuova religione.

occorre quindi che io riveda questo passaggio, dato che ho considerato posticce le formule di ripresa del dialogo in 8,12, che invece era quindi originale.

* il racconto dell’ultima apparizione (21,1-25): viene dopo la conclusione del capitolo 20.

Qui la manipolazione è del tutto evidente e anche io ho escluso il capitolo.

  1. fratture e incongruenze:

* 3,22 (“Gesù battezzava”) è in contrasto con 4,2 (“Non era Gesù che battezzava, ma i suoi discepoli”);

notata anche da me; evidentemente la modifica successiva è 4,2: si nega che Joshua Jeshu in persona battezzasse perché questo lo pone in una posizione subordinata rispetto a Giovanni e quindi successivamente si negò quello che era scritto qualche pagina prima, senza accorgersene.

possiamo essere sicuri, invece, che Joshua Jeshu battezzava.

la prova ex-contrario sta proprio nel fatto che i vangeli successivi censurano la notizia, che era fonte di imbarazzo; quindi non ci può essere inventati una notizia che dava fastidio, ma piuttosto la si è eliminata nello stendere le versioni successive.

nessuno si è sentitto di toglierla dall’unico vangelo narrativo di un testimone oculare, per cui piuttosto si è cercato di correggerla.

* 4,44 (“Gesù stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria”) è una nota di intonazione sinottica, stonata nel contesto; infatti subito dopo, al versetto 4,45, si dice: “Quando giunse in Galilea i Galilei lo accolsero con gioia”;

anche io ho notato questa incongruenza, che si collega anche ad altre in questo stesso punto, che è stato pesantemente rimaneggiato con l’inseruimto di un altro episodio e quindi poi malamente rabberciato col resto del racconto.

* I capitoli 5;6;7 sono in un ordine problematico: il capitolo 5 è ambientato a Gerusalemme; il capitolo 6 inizia affermando: “Dopo questi fatti Gesù andò dall’altra riva del mare di Galilea”.

Sembra che i blocchi siano stati accostati in un secondo tempo, dopo una precedente vita autonoma;

stessa osservazione fatta anche da me.

ho proposto un ordine diverso di alcuni di questi passi proprio per provare a risolvere le incongruenze narrative.
.
* 11,2 dice che Maria è quella che aveva unto i piedi di Gesù, eppure l’episodio viene raccontato nel capitolo 12;

me ne sono accorto!

* in 12,36 si dice che “Gesù se ne andò e si nascose da loro”.
Poi i vv. 12,37-43 sono riflessioni teologiche dell’autore.
All’improvviso al v. 12,44 si dice che Gesù gridò a gran voce.
A chi gridò, se era da solo?

osservazione condivisa: l’episodio che inizia con XII, 24 evidentemente è stato aggiunto dopo.
quindi si tratta di qualcosa di diverso da una semplice incongruenza.

* 14,31: dopo due capitoli di discorsi Gesù dice: “Alzatevi, andiamo via di qui”, e poi invece per i cc. 15; 16; 17 continua il suo discorso.

beh, questo è un passaggio incongruo così evidente che non si può fare a meno di notarlo; tuttavia più che incongruenza, anche qui si dovrebbe parlare di aggiunta evidente.

* * *

da ultimo aggiorno il post riportando le ultime osservazioni di wikipedia che riguardano le ripetizioni che si incontrano nel testo:

3,12-21.31-36 e 12,44-50 sembrano doppioni;

7,28 = 8,14;

7,34-36 è simile a 8,21.

ma io direi che la ripetizione, spesso addirittura ossessiva, degli stessi concetti caratterizza ampiamente le parti più manipolate.

continua.

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